La mostra “Memoriae Loci” – visitabile fino al 30 giugno tutti giorni da lunedì a venerdì (dalle 9 alle 18) presso i locali delle “Cucina reparto superiore” dell’Ex Monastero dei Benedettini dell’Università di Catania – racconta per immagini la storia di una ex fabbrica di zolfo sita nel centro storico di Catania, di fronte al centro fieristico Le Ciminiere.
Il lavoro della fotografa Emanuela Minaldi – si legge in una nota stampa dell’agenzia Suttasupra – offre allo spettatore dettagli e panoramiche dell’ex sito produttivo e suggerisce un tuffo nel passato, nella gloriosa storia industriale dell’ex impianto di via Raffineria.
«Il progetto fotografico intitolato Memoriae loci è un lavoro iniziato circa un anno fa, l’input mi fu dato dall’Ing. Augusto Zanuccoli – rivela Emanuela –, uno degli attuali proprietari della ex fabbrica di zolfo A&A Fratelli Zanuccoli, il quale mi chiese di fotografare la fabbrica abbandonata in previsione di una vendita, e dunque di una possibile demolizione. Nei mesi di lavoro, conobbi la famiglia Zanuccoli, la sua storia, i suoi volti, le vicende e gli intrecci. Scoprii che la fabbrica era stata attiva fino a qualche anno prima e che era stata occupata per lungo tempo da una numerosa comunità di extracomunitari. Dopo mesi di lavoro e di ricerche, eccoci giunti a quello che oggi è la mostra: un piccolissimo spaccato di Catania che parte dagli anni ’50 e finisce ai giorni nostri, per non dimenticare quello che siamo stati, mantenendo viva la memoria collettiva di una città bellissima e complicata».
Il sito, inoltre, è stato utilizzato come set cinematografico per girare le prime scene del film Mimì Metallurgico ferito nell’onore di Lina Wertmüller, una storia che occupa una sezione della mostra con le locandine d’epoca e foto originali di scena messe a disposizione dal critico cinematografico Sebastiano Gesù.
Non c’è solo la memoria nel percorso della mostra, ma anche un itinerario di meraviglia e stupore che si affaccia negli scatti dell’autrice. «Le foto posseggono una luce suggestiva, direi caravaggesca, che delinea e dipinge gli spazi coinvolgendo a tutto tondo lo spettatore all’interno dell’architettura della fabbrica – racconta Aurelia Nicolosi, la curatrice della mostra –, e questo lo vediamo negli spazi illuminati da una singola finestra da cui penetra il taglio della luce che sembra quasi evocare un senso di speranza: come se la fabbrica in qualche modo, nel momento dello scatto, nell’atto del fotografo, stesse rinascendo a nuova vita».
E di rinascita, oltre che negli scatti illuminanti di Emanuela, si potrà parlare anche nel prossimo futuro. «Questa fabbrica all’inizio si trovava nella vecchia zona industriale – spiega l’ingegnere Augusto Zanuccoli, uno dei proprietari del sito e dell’ex fabbrica –, poi, un decennio fa, ha dovuto smettere l’attività perché circondata da abitazioni e si è trasferita nella nuova zona industriale. È rimasto in piedi il vecchio immobile, oggetto degli scatti di Emanuela, che dovrà essere convertito, ci sono delle trattative in corso». La famiglia Zanuccoli rappresenta la storia industriale della Sicilia. Di origine romagnola, cominciò la sua attività nell’Isola alla fine dell’Ottocento, trasferendosi da Cesena a Catania.
La mostra è patrocinata dalla Regione Sicilia, Assessorato Turismo Sport e Spettacolo, dal Comune di Catania, dall’Università degli Studi di Catania, da Confindustria Catania e da Wondertime ed è realizzata in collaborazione con KōArt: unconventional place e Officine Culturali con il contributo di Asmundo di Gisira Art Market Living Boutique, Zanuccoli Industrie Zolfi, Assicurazioni Generali e Studio odontostomatologico dott. Umberto Gulisano.