Lo scorso venerdì 18 agosto, è stata conferita la cittadinanza onoraria del Comune di Roccalumera (Messina) ad Alessandro Quasimodo, attore, autore e regista, figlio del premio Nobel per la letteratura Salvatore Quasimodo e della danzatrice e scrittrice Maria Cumani.
La cerimonia si è svolta presso il Parco Letterario Salvatore Quasimodo che ha sede nell’antica stazione ferroviaria di Roccalumera.
Già in precedenza la medesima cittadinanza era stata conferita al poeta premio Nobel, evidentemente dopo anni i cittadini e l’amministrazione comunale hanno ritenuto che questo fosse un giusto riconoscimento per il figlio che si è speso molto negli anni per il Parco Letterario e per il Comune stesso.
All’interno del museo è possibile visitare una mostra fotografica e vedere l’ultimo studio che il Premio Nobel Quasimodo aveva nella casa di corso Garibaldi a Milano, tutto materiale donato da Alessandro Quasimodo.
Inoltre, in tutti i recital di poesie in onore del poeta, Alessandro fa in modo di proiettare immagini della famiglia scattate appunto nei luoghi d’origine: case, spiagge e piazze; in questo modo Roccalumera è stata vista e conosciuta in moltissimi paesi del mondo, finanche a Seoul.
Alla cerimonia sono intervenuti il sindaco Argiroffi, l’assessore alla Cultura Sebastiano Foscolo, lo scrittore e giornalista Danilo Ruocco e i fratelli Carlo e Sergio Mastroeni, fondatori del Parco Letterario.
Ad Alessandro Quasimodo abbiamo posto qualche domanda, anche con lo scopo di raccontare le sue emozioni.
– Qual è il suo legame con Roccalumera?
“Roccalumera è il luogo d’origine della famiglia Quasimodo, i nonni e i bisnonni vivevano qui, papà oltre ad avervi trascorso l’infanzia e l’adolescenza ci ritornava sempre, anche dopo essersi trasferito al Nord ed io faccio lo stesso.
“Le mie estati di bambino e fanciullo si sono svolte qui dal nonno Gaetano ed ho continuato a tornare sempre a Roccalumera, anche dopo la morte di tutti i parenti”.
– Che significato ha questa cittadinanza per lei?
“E’ un modo per consolidare il legame con questa cittadina e in più lo interpreto come un gesto volto a farmi capire che ciò che ho fatto per questo paese è stato capito e valorizzato. Il parco è molto bello, ben gestito dalla famiglia Mastroeni ed attira ogni anno turisti e studiosi che desiderano vedere oggetti appartenuti al poeta.
“Papà scrisse persino una poesia dedicata alla torre saracena ristrutturata che si trova all’interno del Parco, ‘Vicino ad una torre saracena per il fratello morto’, e in questo componimento rievoca la sua giovinezza e il legame con il fratello”. Sono significati importanti”.
– Durante la serata c’è stato un recital di poesie del papà?
“Sì, ho tenuto un recital dal titolo ‘Un Nobel a Roccalumera’, durante il quale abbiamo presentato dei documenti inediti che testimoniano la presenza della famiglia qui. Io e Federico Mastroeni, che a soli quattordici anni si dimostra molto brillante e vivace intellettualmente, abbiamo scelto delle immagini da proiettare e su quelle ho recitato le poesie di Salvatore Quasimodo, il Nobel di Roccalumera”.
Alessandra Distefano