Il declino cognitivo è un disturbo che colpisce individui con deficit cognitivi maggiori rispetto a quelli che statisticamente si possono riscontrare per la loro età e istruzione ma che non interferiscono significativamente con le loro attività giornaliere.
Il cervello, come tutti i nostri organi, invecchia e ciò è inevitabile. Cambia da persona a persona, a volte avviene lentamente, altre volte in maniera più repentina, aggravandosi nel tempo, fino ad arrivare a ciò che viene definita demenza.
Alcuni studiosi hanno individuato diversi metodi per prevenire questo processo di invecchiamento precoce, aiutando grazie ad alcuni consigli pratici e piacevoli le persone a mantenere attiva la memoria, le capacità linguistiche e la ragione.
La prima cosa fondamentale è non aspettare troppo prima di iniziare a seguire questi consigli, prima si praticheranno e prima si preverrà questo problema. Non bisogna aspettare di essere anziani per iniziare, ma bisognerà farlo sin dalla prima età adulta per ottenere risultati significativi ed efficaci.
Uno dei consigli più comuni ma da seguire assolutamente è quello di dormire 8 ore al giorno. Un buon numero di ore di sonno è un fattore protettivo per il cervello. Per ridurre il rischio di demenza le persone dai 65 anni in su hanno bisogno del riposino pomeridiano che riduce il disturbo, fino a tardarlo di 10 anni. Invece dormire troppo, soprattutto di giorno, non è un buon segno perché riduce le ore di sonno notturne e induce a una cattiva qualità di esso.
Un’attività molto divertente che contribuisce a ritardare questo disturbo è ballare. Secondo uno studio pubblicato su Frontiers in Human Neuroscience, danzare può avere un ruolo importante perché interviene sull’ippocampo, area cerebrale più colpita da queste patologie e fondamentale per l’apprendimento e la memoria.
Attività fisica e attività mentale sono fondamentali. Bisogna tenere allenato il fisico anche praticando semplici esercizi o camminando 30 minuti al giorno. La mente, invece, ha sempre bisogno di nuovi stimoli, come fare le parole crociate, leggere un libro, leggere riviste di scienza.
Un altro stimolo è quello di svolgere attività sociali, quali praticare e coltivare i propri hobby, stare a contatto con gli altri, tipo amici e familiari.
Una recente ricerca inglese condotta su uomini e donne tra i 50 e gli 83 anni ha dimostrato che chi ha rapporti sessuali a frequenza settimanale è meno soggetto alla patologia. L’empatia e l’intimità legate al contatto fisico sembrano far invecchiare in maniera più lenta il cervello perché gli ormoni, dopamina e ossitocina, liberati durante i rapporti hanno benefici su di esso.
Michela Abbascià