Valverde / Nasce “Cub” per incrementare l’attività commerciale del territorio. Giuseppina Scuto: “Il valore in più di comprare a Valverde”

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Nasce a Valverde “Cub – Commercianti uniti di Bedduviddi – , l’occasione di riunire i commercianti sul territorio per lavorare insieme, per attirare i clienti, dare loro dei servizi differenti rispetto a quelli offerti dai centri commerciali e più mirati alle sue necessità.

«Cub conta 36 attività – ci ha detto Giuseppina Scuto, la presidente –  ed ha realizzato un blocchetto di scontistica; è mosso da una mentalità nuova, vogliamo premiare o attirare il cliente a comprare sul nostro territorio, ogni attività ha fatto la sua promozione ed applica uno sconto diverso. Il comitato di Cub è formato da cinque persone, oltre me, che per alzata di mano mi hanno voluta presidente, ci sono anche Marco Sorbello, Bonforte, Contino ed Annalisa La Vecchia, presidente dell’associazione “A casa di Charlie”».

– Come nasce l’idea di creare Cub? Da quale necessità?
“Parlandoci tra di noi, dal fatto di attirare i clienti a spendere nelle nostre attività, si tratta di un’idea commerciale. Tra noi ci riuniamo avendo il massimo della trasparenza. Dobbiamo anche firmare uno statuto.
Inizialmente c’era qualche commerciante in difficoltà ed il gruppo l’ha aiutato attivamente anticipando le spese”.

– Ad oggi qual è la situazione delle attività commerciali del territorio? Il valverdese compra a Valverde?

«Noi ci sentiamo trascurati da questa amministrazione, questa non è una critica verso il sindaco. L’anno scorso abbiamo organizzato la “notte bianca” autofinanziandola. Quest’anno il sindaco ce l’ha promessa ma poi non l’ha fatta; nell’ultimo Consiglio ha detto di averla spostata, ma non sappiamo altro. Noi dobbiamo abbellire le vetrine, l’amministrazione deve fare la sua parte. Adesso hanno sistemato l’asfalto, la segnalatica, però ci vorrebbe la presenza.
«Avendo un’attività esclusiva non lo avverto, ma mi dicono che solo il valverdese radicato, quello antico, compra a Valverde. La maggior parte va fuori perché il nostro è un “mercato ridicolo”».

 Graziella De Maria 

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