L’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale ha voluto rendere omaggio al lavoro dei pescatori di Santa Maria La Scala, emigrati dal primo dopoguerra del Novecento nella città argentina di Mar del Plata. Una comunità, quella “scalota”, che con i discendenti oggi conta circa tremila unità e che ha raggiunto alti traguardi in campo sociale e lavorativo. L’occasione è stata offerta, nel corso di un bellissimo e commovente incontro organizzato presso la sala “C.Cosentini” della Biblioteca Zelantea, dalla presentazione del volume “Gioacchino e la fabbrica dei colori”. L’autore è l’imprenditore di origini siciliane Roberto Pennisi (1970), che ha voluto dedicare la sua opera agli immigranti che hanno contribuito alla nascita e allo sviluppo dell’industria peschiera a Mar del Plata. Il primo pescatore emigrato in città nella seconda metà dell’800, peraltro, era di origini siciliane, precisamente eoliano; così come era un pescatore emigrato dall’Italia, Pantaleo Piazzolla, il nonno del famoso musicista argentino Astor.
Ricco di illustrazioni e scritto in tre lingue (italiano, spagnolo e inglese), il libro narra la storia del padre Gioacchino, nato a Santa Maria La Scala nel 1930, e quella di tanti immigrati come lui. Gioacchino decise di intraprendere la sempre difficile e spesso dolorosa strada dell’emigrazione, trasferendosi nel 1948 nella città argentina. A Mar del Plata, dove già esisteva una comunità di pescatori originari del borgo marittimo acese, egli proseguì la sua attività di pescatore. Attività portata avanti con successo, tanto che nel 1952 Gioacchino fonda una propria impresa, la “Conservas Pennisi”, che oggi è una delle principali aziende dell’elaborazione, salatura e conservazione di pesci dell’Argentina. Il titolo del libro allude proprio alla fabbrica ed ai trenta murales che sono presenti all’esterno dell’edificio, realizzati dall’artista Emilia Leo e da duecento alunni delle scuole secondarie di Mar del Plata. Ognuno di essi riproduce delle immagini relative alle località di origine dei pescatori emigrati a Mar del Plata. La pubblicazione contiene, quindi, un’interessante raccolta di storie delle varie comunità di pescatori insediatesi nella città argentina. Uno dei capitoli tratta della emigrazione da Santa Maria la Scala (frazione di Acireale).
“In questo libro ho voluto trasmettere gran parte di quello che mi hanno insegnato e che io ho imparato dalla vita, attraverso l’esempio dei miei anziani, e dalla lettura” dichiara Roberto Pennisi, che nel 2006 aveva già pubblicato un altro libro sul tema dell’immigrazione, dal titolo “Italiani nel porto di Mar del Plata, pesca industria e altre storie”. “Sono molto contento del risultato finale del lavoro svolto. Penso che non avrei potuto realizzare un’opera più intima e personale di questa. Qui sono presenti i miei antenati, la mia famiglia, il mio lavoro, il mio quartiere, il mio club, le persone che sono state il mio modello da seguire e la mia fede. Spero che il libro aiuti il lavoro di maestri e professori nel raccontare ai propri alunni quanto meraviglioso, significativo e pieno possa essere il passaggio in questa vita della gente semplice. Proprio come lo è stato quello di mio papà”. Un libro pensato per le future generazioni (viene, infatti, distribuito nelle scuole in Argentina) affinché non si perda la memoria di quei pescatori, giunti in Sud America da vari paesi d’Europa e soprattutto dall’Italia e la cui unica ricchezza era forza delle loro braccia.
L’idea contenuta nel libro è stata poi sviluppata in dieci documentari (di circa venticinque minuti ciascuno), realizzati dal fotografo e regista acese Marcello Trovato. Sette di essi riguardano comunità di pescatrori emigrati a Mar del Plata e provenienti dall’Italia, due dalla Spagna e una dal Belgio. Si tratta di un lavoro davvero lodevole, frutto di una lunga e capillare ricerca di documentazione e registrazione, attraverso le circa centottanta interviste realizzate. Nel corso dell’incontro svoltosi ad Acireale – a cui hanno partecipato, oltre all’autore del libro, lo stesso Gioacchino Pennisi insieme a tre suoi fratelli (tutti giunti dall’Argentina) e il regista Marcello Trovato – si è tributato il doveroso omaggio a questi pescatori scaloti d’Argentina con la proiezione del filmato che ricostruisce, attraverso il racconto delle vicende personali di Gioacchino Pennisi, uno spaccato di vita vissuta a Santa Maria La Scala dagli anni ’30 ai primi anni ’50 del secolo scorso. Oltre ottanta sono stati i figuranti del luogo (compreso l’attuale parroco, don Francesco Mazzoli) che hanno preso parte alla produzione del documentario. Insieme agli altri nove il filmato verrà a breve presentato anche in Argentina, perché non si perda la memoria di questo imponente e straordinario fenomeno migratorio, che ha contribuito alla crescita e allo sviluppo economico e sociale del paese sudamericano.
Guido Leonardi