Libertà religiosa: valore da difendere, diritto da tutelare

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La strage di cristiani in Egitto che ha aperto il 2011 proietta una luce sinistra sull’anno che viene. Un automobile carica di cento chili di tritolo è esplosa davanti alla chiesa copta dei Santi di Alessandria, provocando 21 morti e 79 feriti tra i mille fedeli che partecipavano alle celebrazioni di fine anno.

Magdi Allam, una delle poche voci chiare del nostro tempo, ha rilevato l’esistenza di “un nesso tra la fragilità interiore dell’Europa e dell’Occidente succubi del relativismo religioso, del laicismo, del buonismo, dell’islamicamente corretto e tra l’arbitrio, l’arroganza, la violenza degli islamici. Il fatto – ha aggiunto – che non abbiamo più la certezza di chi siamo, che preferiamo presentarci come se fossimo una banda deserta sul piano delle radici, della fede, dei valori, dell’identità delle regole e della civiltà, ci fa percepire dagli islamici come una terra di conquista

In un recente articolo  lo storico Roberto de Mattei scrive che l’Europa apparve ai barbari l’Europa tra il IV e il V secolo dopo Cristo, una terra di conquista , così come appare oggi per gli islamici che avanzano e conquistano, utilizzando tutte le strategie di morte  e di potere. Certo, la schiavitù del corpo è meno dannosa della schiavitù dell’anima, secondo gli insegnamenti evangelici, ma  il silenzio dei poteri forti, potrà essere inteso come “complicità” e silenziosa approvazione.

La decadenza morale dell’Impero, per sant’Agostino che vede  Cartagine contendere ad  Alessandria e ad Antiochia il primato della dissolutezza e godeva della reputazione di essere il “paradiso” degli omosessuali, fu la vera causa del suo catastrofico crollo. Oggi i cristiani dei territori d’Oriente  sono sottoposti, ad una violenta e sistematica persecuzione,ma la strage delle anime è molto più grave di quella dei corpi.  Reclamare la libertà religiosa è un diritto, un dovere, un valore che con ogni forma va sempre sostenuto e custodito. Come sarà il nuovo anno che inizia ? Gli accadimenti dei primi giorni tracciano i primi segni neri di lutto e di morte. La crisi sociale e politica ci interpella sui valori schiacciati e calpestati. I giovani attendono risposte concrete alle loro attese e speranze.  Vengono meno i modelli e l’esemplarità degli adulti. La libertà religiosa, come via per la pace, è un argomento di grande attualità, che rappresenta il compimento di quel cammino della pace nel quale il Santo Padre Benedetto XVI ha preso quasi per mano l’umanità, conducendola passo dopo passo a una riflessione sempre più profonda.

L’appello del Card. Bagnasco perché la comunità internazionale faccia sentire una voce forte e una parola chiara affinché il diritto alla libertà religiosa sia osservato ovunque senza eccezioni, costituisce una risposta  alla diffusa cristianofobia che  oggi si dilata sempre più,  alimentata dal fondamentalismo che, come sostiene Benedetto XVI si associa al laicismo e soffoca la libertà religiosa. Non si può, dunque, rimanere estranei o inerti dinnanzi a tanto malessere e a tanta vuotaggine, intrisa a volte di falsi problemi che afferiscono alla superficie delle cose.

Guardare dentro, leggere il presente  e progettare il futuro alla luce del Vangelo è certamente un vero impegno cristiano che  si concretizza in gesti di vera presenza e testimonianza cristiana.   Il sogno di una società secolarizzata non è altro che un’utopia. L’idea che le soluzioni ai problemi di questo mondo si trovino nel Vangelo e non nel secolarismo è un tema che il Santo Padre  propone da lungo tempo e costantemente sottolinea  che la Chiesa si differenzia dalla società secolare in quanto non cerca un messia politico, ma chiama incessantemente le persone alla conversione. Una società che non lascia spazio a Dio – anche nelle sue forme di comunicazione sociale – non riserva alcuno spazio neanche al suo messaggio, e alcuni tentano di eliminare il suo messaggero, attaccandosi a tutto pur di screditarlo. La pace è anche virtù umana da realizzare nelle nostre città e tra i popoli, ma affonda le sue radici nel mistero di Cristo.

Giuseppe Adernò

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