Politiche 2018 – 2 / Migranti ed elezioni: quanti hanno diritto a stare in Italia? I dati fanno chiarezza

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Tunisian migrants wait for the arrival of boats at Lampedusa on March 27, 2011. Hundreds of Tunisians have been moved to a tent camp set up in southern Italy that could house up to 3,300 people, local officials said, as anger against the migrants rose among locals. AFP PHOTO / ALBERTO PIZZOLI (Photo credit should read ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images)

Il tema è al centro della campagna elettorale in corso. Ma i numeri che i leader politici continuano a ripetere non rispecchiano i dati reali. Carta di Roma: “Servono numeri certi per far luce su chi sono i rifugiati e andare oltre la propaganda facile” .

La campagna elettorale sta per finire, ma a dominare i discorsi dei politici è ancora il tema immigrazione. Dai talk show ai dibattiti pubblici tutti ripetono come sia necessario “governare il fenomeno”, alcuni evocando una

Photo Alberto Pizzoli

“bomba sociale” pronta ad esplodere. Ad accompagnare queste parole ci sono, spesso, numeri che però non rispecchiano i dati reali dell’immigrazione in Italia.

In particolare, in queste settimane, in molti (soprattutto nel centrodestra) hanno detto a più riprese che nel nostro paese sono 630 mila gli irregolari da rimpatriare. Il calcolo, fatto per primo da Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, si riferisce al numero degli arrivi negli ultimi 4 anni (170.100 nel 2014, 153.842 nel 2015, 181.436 nel 2016 e 121.621 nel 2017).

La cifra però non tiene conto del fatto che, specialmente dal 2014 al 2016 (prima cioè che entrasse in vigore il sistema hotspot nel nostro paese) l’Italia è stata essenzialmente un paese di transito: i migranti (specialmente siriani o provenienti dal Corno d’Africa) arrivavano sì sulle nostre coste, ma in larga parte si fermavano il tempo di riprendersi dal viaggio, per poi continuare verso gli stati del Nord Europa.

Di quei 630 mila approdati in Italia negli ultimi anni, quindi, ne sono rimasti soltanto alcuni, la cui cifra è difficilmente calcolabile. Non solo, ma non è detto che siano tutti irregolari, molti di loro infatti possono aver fatto richiesta di protezione internazionale ed essere dunque in attesa di risposta o aver già ottenuto lo status di protezione (asilo, sussidiaria o umanitaria).

Anche sulla percentuale delle domande di asilo accolte i numeri non rispecchiano del tutto la realtà. Spesso si sente ripetere che sono il 5 per cento dei richiedenti asilo ha diritto a rimanere in Italia. Come spiega Alessandro Lanni in 5 grafici realizzati per l’associazione Carta di Roma nel 2017 le domande accolte in prima istanza sono state 33.873, circa il 40 per cento di quelle esaminate (81.527).

Inoltre, tra coloro che hanno ricevuto un diniego, e che hanno presentare ricorso, secondo il Rapporto sulla protezione internazionale 2017, il 50 per cento ha ottenuto risposta positiva in primo grado (dato da un campione del 2016). “Noi crediamo che sia utile fare un po’ di luce su chi sono i “rifugiati” e come le norme italiane ed europee li possano e debbano tutelare, al di là della propaganda facile – sottolinea Carta di Roma -.

Molte forze politiche durante la campagna elettorale hanno sollevato la questione dei troppi irregolari, addirittura 600 mila da cacciare dall’Italia appena giunti al governo perché rappresenterebbero “una bomba sociale”. Una cifra enorme che pure – ammesso e non concesso – si rivelasse fondata avrebbe delle difficoltà logistiche notevoli e dei costi esorbitanti”.

Quanto al numero reale dei migranti irregolari, il dato stimato (e difficile da ottenere con precisione) dalla fondazione Ismu è di 491 mila unità, l’8 per cento della popolazione straniera regolarmente residente nel nostro paese e che secondo l’ultimo dossier Immigrazione realizzato da Idos è di oltre 5 milioni di persone. (ec)

Fonte: Redattore sociale

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