Il libro-intervista uscirà domani in tutto il mondo, in vista della Giornata Mondiale della Gioventù che si celebrerà la prossima Domenica delle Palme, in Vaticano e nelle diocesi dei cinque continenti. In Italia lo pubblicherà la Piemme, Casa editrice del gruppo Mondadori che ne gestirà i diritti mondiali. Pubblichiamo alcuni estratti delle risposte del Papa riportate oggi dai quattro quotidiani italiani. Il libro anticipa e prepara il grande Sinodo dei giovani che si terrà in Vaticano nell’ottobre prossimo. Quattro quotidiani italiani, Il Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa ed Avvenire hanno anticipato oggi alcuni estratti del nuovo libro-intervista di Papa Francesco. Una conversazione con Thomas Leoncini, 33enne giornalista e scrittore, dedicata alle giovani generazioni.
I giovani sono profeti con le ali. Un giovane ha qualcosa del profeta, e deve accorgersene. Deve essere conscio di avere le ali di un profeta, l’atteggiamento di un profeta, la capacità di profetizzare, di dire ma anche di fare. Un profeta dell’oggi ha capacità sì di condanna, ma pure di prospettiva. I giovani hanno tutte e due queste qualità. Sanno condannare, ma anche tante volte non esprimono bene la loro condanna. E hanno anche la capacità di scrutare il futuro e guardare più avanti.
I giovani di oggi stanno crescendo in una società sradicata. Per capire un giovane oggi devi capirlo in movimento, non puoi stare fermo e pretendere di trovarti sulla sua lunghezza d’onda. Se vogliamo dialogare con un giovane dobbiamo essere ‘mobili’, e allora sarà lui a rallentare per ascoltarci, sarà lui a decidere di farlo. E quando rallenterà comincerà un altro movimento: un moto in cui il giovane comincerà a stare al passo più lentamente per farsi ascoltare e gli anziani accelereranno per trovare il punto d’incontro. Si sforzano entrambi: i giovani ad andare più piano ed i vecchi ad andare più veloci. Questo potrebbe segnare il progresso. (…) Gli adulti spesso sradicano i giovani, estirpano le loro radici ed invece di aiutarli ad essere profeti per il bene della società, li rendono orfani e scartati. I giovani di oggi stanno crescendo in una società sradicata.
Chiedere perdono ai nostri ragazzi. Dobbiamo chiedere perdono ai nostri ragazzi perché non sempre li prendiamo sul serio. Non sempre li aiutiamo a vedere la strada e a costruirsi quei mezzi che potrebbero permettere loro di non finire scartati. Spesso non sappiamo farli sognare e non siamo in grado di entusiasmarli. E’ normale ricercare il denaro per costruire una famiglia per costruire una famiglia, un futuro e per uscire da quel ruolo di subordinazione agli adulti che oggi i giovani hanno troppo a lungo. Ciò che conta è evitare di provare la bramosia dell’accumulo.
E’ il lavoro il cibo dell’anima e non il denaro. Il lavoro dovrebbe essere per tutti. Ogni essere umano deve avere la possibilità concreta di lavorare, di dimostrare a se stesso ed ai suoi cari che può guadagnarsi da vivere. Non si può accettare lo sfruttamento, non si può accettare che moltissimi giovani siano sfruttati dai datori di lavoro con false promesse, con pagamenti che non arrivano mai, con la scusa che sono giovani e devono farsi esperienza. Non si può accettare che datori di lavoro pretendano dai giovani un lavoro precario e addirittura perfino gratuito, come accade (…). I giovani ci chiedono di essere ascoltati e noi abbiamo il dovere di ascoltarli e di accoglierli, non di sfruttarli. Non ci sono scuse che tengano.
Troppi genitori allevano i figli alla cultura dell’effimero. Sembra che crescere, invecchiare, stagionarsi, sia un male. E’ sinonimo di vita esaurita, insoddisfatta. Oggi pare che tutto vada truccato e mascherato. Come se il fatto di vivere non avesse senso. Recentemente ho parlato di quanto sia triste che qualcuno voglia fare il lifting anche al cuore! Com’è doloso che qualcuno voglia cancellare le rughe di tanti incontri, di tante gioia e tristezze! Troppo spesso ci sono adulti che giocano a fare i ragazzini, che sentono la necessità di mettersi al livello dell’adolescente, ma non capiscono che è un inganno. E’ un gioco del diavolo. Non riesco a comprendere come sia possibile per un adulto sentirsi in competizione con un ragazzino, ma purtroppo accade sempre più spesso. (…) Ci sono troppi genitori adolescenti nella testa, che giocano alla vita effimera eterna e, consapevolmente o meno, rendono vittime i loro figli di questo perverso gioco dell’effimero. Perché da un lato allevano figli instradati alla cultura dell’effimero, e dall’altro li fanno crescere sempre più radicati, in una società che chiamo appunto “sradicata”.
Vecchi sognatori e giovani profeti sono la salvezza della nostra società sradicata. Gli adulti spesso sradicano i giovani, estirpando le loro radici, e invece di aiutarli ad essere profeti per il bene della società, li rendono orfani e scartati. I giovani di oggi stanno crescendo in una società sradicata. (…) Oggi le reti sociali sembrerebbero offrirci questo spazio di connessione con gli altri; il web fa sentire i giovani parte di un unico gruppo. Ma il problema che Internet comporta è la sua stessa virtualità: il web lascia i giovani per aria e per questo estremamente volatili. (…) Una via forte per salvarci penso sia il dialogo, il dialogo dei giovani con gli anziani: un’interazione tra vecchi e giovani, scavalcando anche, provvisoriamente, gli adulti. Giovani ed anziani devono parlarsi e devono farlo sempre più spesso: questo è molto urgente! E devono essere i vecchi tanto quanto i giovani a prendere l’iniziativa. (…) Ma questa società scarta gli uni e gli altri, scarta i giovani così come scarta i vecchi. Eppure la salvezza dei vecchi è dare ai giovani la memoria, questo fa dei vecchi degli autentici sognatori di futuro; mentre la salvezza dei giovani è prendere questi insegnamenti, questi sogni e portarli avanti nella profezia. (…) Vecchi sognatori e giovani profeti sono la strada di salvezza della nostra società sradicata: due generazioni di scartati possono salvare tutti.
Dio è giovane perché «fa nuove tutte le cose» ed è social. Dio è Colui che rinnova sempre, perché Lui è sempre nuovo: Dio è giovane! Dio è l’Eterno che non ha tempo, ma è capace di rinnovare, ringiovanirsi continuamente e ringiovanire tutto. Le caratteristiche più peculiari dei giovani sono anche le Sue. È giovane perché «fa nuove tutte le cose» e ama le novità; perché stupisce e ama lo stupore; perché sa sognare e ha desiderio dei nostri sogni; perché è forte ed entusiasta; perché costruisce relazioni e chiede a noi di fare altrettanto, è social. Penso all’immagine di un giovane e vedo che anche lui ha la possibilità di essere “eterno”, mettendo in gioco tutta la sua purezza, la sua creatività, il suo coraggio, la sua energia, accompagnato dai sogni e dalla saggezza degli anziani. È un ciclo che si chiude, che crea una nuova continuità e mi ricorda l’immagine dell’eternità.