Vangelo della domenica (25 marzo) / Il cristiano è chiamato a vivere con Gesù la Via Crucis per essere guarito dal suo amore

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Canto al Vangelo ( Fil 2,8-9 )

Gloria e lode a te, o Cristo! Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte, e alla morte di croce.Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è sopra ogni altro nome.
Gloria e lode a te, o Cristo!
Vangelo
Forma breve (Mc 15, 1-39)
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Marco
– Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?
Al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!». Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito.
A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
– Intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo
Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.
– Condussero Gesù al luogo del Gòlgota
Costrinsero a portare la croce di lui un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.
– Con lui crocifissero anche due ladroni
Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra.
– Ha salvato altri e non può salvare se stesso!
Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.
– Gesù, dando un forte grido, spirò
Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.
(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)
Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!».
Parola del Signore

Riflessione

La Liturgia di questa Domenica delle Palme presenta il vangelo di Marco nel racconto della Passione di nostro Signore Gesù Cristo. Lo scenario nel quale Marco inserisce  il racconto di questo brano è dato dall’ingresso di Gesù a Gerusalemme e da diversi altri episodi. Gesù dopo essere entrato a Gerusalemme ed essere  stato accolto dalla folla, parla loro con parabole, scaccia i venditori dal Tempio e istruisce la folla. I capi dei sacerdoti e gli scribi nel frattempo, cercavano di catturare Gesù per condannarlo a morte prima della festa, perché temevano una rivolta da parte del popolo. Di seguito il racconto di tutta la via della Croce vissuta da Gesù fino alla crocifissione. Di fronte all’ascolto di questa Parola, di questo infinito Amore che si dona per la salvezza di ogni uomo fino all’obbedienza estrema della croce, si può soltanto rimanere in silenziosa adorazione per prendere coscienza con quanta superficialità e apatia è spesso vissuta la vita, distratti e impegnati in tante cose che fanno smarrire dall’unico e vero senso e fine dell’esistenza: Gesù Cristo. Quanto dolore, quanta solitudine, quanto strazio, quanta angoscia, quanto abbandono vissuti da Gesù emergono dalla lettura di questo brano del Vangelo, dall’Orto degli Ulivi fino al dono di se stesso sulla Croce , e quanto amore in ogni suo gesto ed ogni sua parola fino a dire sulla croce: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. I giorni che precedono la festività della Pasqua di Resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, sono giorni di preparazione per i fedeli a poter vivere l’incontro con il Risorto, giorni nei quali si deve meditare ancora di più la sua Parola partecipando alle diverse celebrazioni liturgiche che la Chiesa invita a vivere, per poter prendere coscienza di tutto ciò che nella propria vita deve essere ancora convertito all’amore. Il cristiano è chiamato a vivere con Gesù la via Crucis dentro quelle fragilità, dentro le innumerevoli debolezze, smarrimenti, solitudini, delusioni, menzogne che albergano e mascherano il cuore, per essere guarito dal suo amore e poter vivere la gioia dei risorti “Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte, e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome”, ricorda il Salmo Responsoriale di questa domenica.

Letizia Franzone

 

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