Abbiamo incontrato don Nino Franco, autore dell’interessante libro “D. Chenu- A. Franco, La teologia è sapienza. Conversazioni e lettere”, edizioni Morcelliana, Brescia”. E’ stata un’esperienza unica nel suo genere.
In quante parti si suddivide il nuovo libro sul pensiero del grande teologo francese Marie Dominique Chenu ?
“Ho strutturato il testo in due parti. La prima parte comprende due capitoli: nel primo è tracciato l’itinerario della teologia del domenicano Chenu; nel secondo capitolo, la sintesi. E’ messo in evidenza il rapporto tra contemplazione e teologia nella riflessione di Chenu, il quale sostiene come ‘la teologia, che non è radicata nella preghiera, diventa sterile’. Nella seconda parte, il terzo capitolo comprende ‘le conversazioni tra don Antonino Franco e Chenu’, avvenute tra il 1979 e l’80, durante l’anno del mio soggiorno a Parigi, per redigere la tesi di teologia sulla proposta teologica di Chenu.”
“ Io leggevo alcune parti dei suoi libri e poi conversavamo; lui mi dava delle spiegazioni. Registravo quanto mi diceva, per potere riascoltare a casa le conversazioni, in tempo le ho trascritte. Vista la ricchezza dei contenuti, ho pensato di raccoglierle in cinque tematiche, che ho riportato.“
Nella seconda parte quali sono le altre tematiche?
“C’è anche la corrispondenza epistolare tra me e Chenu dal 1979 al 1988 . In questa corrispondenza vi è uno scambio anche tra Chenu e P. Cristaldi. Questi, recensendo un mio articolo su “L’Osservatore Romano” del 6 marzo ’87, aveva sottolineato che nella riflessione teologica di Chenu c’è una profonda sinergia tra la fede vissuta del popolo di Dio e la teologia. Nella lettera di Chenu a Cristaldi è messo in evidenza il fatto che ‘un dottore non deve tralasciare l’impegno pastorale. La fede vissuta è il luogo dell’intelligenza teologale-teologica.’ Dopo queste lettere c’è la conclusione, che sintetizza la testimonianza di Chenu come maestro spirituale.”
C’è l’Appendice ? E cosa tratta?
Vi è un’Appendice, che riporta tre testi inediti di Chenu: il progetto di dichiarazione iniziale del Concilio Vaticano II; uno scambio epistolare con Karl Rahner; un sermone, che Chenu aveva pronunciato il 7 marzo 1964, in occasione della festa di san Tommaso d’Aquino, dove è detto che ‘ per essere dottore’, bisogna essere un Santo. ‘Il dottore è dottore, perché è Santo e il Santo è Santo, perché è dottore’. S. Tommaso nella sua ricerca teologica ha fatto un percorso di santità, che gli ha permesso di accostarsi alla Verità, d’indagarla e di trasmetterla. Possiamo concludere che per Chenu, l’intelligenza è un luogo di santità.”
Quali effetti sono derivati da tale ricerca sul pensiero di Chenu, nella vita reale?
“Ha proiettato la riflessione teologica come impegno nel mondo, per fare incarnare il Verbo di Dio nei piccoli e grandi eventi della Storia. Da qui scaturisce una spiritualità unitaria, dove il Verbo incarnato perfeziona tutti i percorsi della natura e dell’uomo. Possiamo concludere con una frase di san Tommaso d’Aquino: “La grazia non toglie, ma perfeziona la natura.”
Anna Bella