Riflessione / La mente dimentica, la carta no. Perché non smettere di scrivere a mano 

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È nata per necessità, per convenzione, per conservare la memoria, per sostituire la voce e rendere immortali pensieri e ricordi. Trasposizione del linguaggio orale in segni o grafemi, la scrittura è una delle invenzioni più rilevanti per la storia dell’umanità, tanto che dà inizio alla storia stessa. Da sempre tra i principali mezzi di comunicazione e di conservazione dei dati, con il progresso dell’uomo e l’avvento della tecnologia, il suo modo di essere “incisa” si è adattato ai tempi.

Gli antichi Sumeri scrivevano incidendo le tavolette d’argilla con uno stilo; altri materiali che nel tempo hanno supportato la scrittura sono state le pietre, il metallo, il legno e poi con gli Egizi si è passati al papiro che permise una scrittura più semplice e poi venne sostituito dalla pergamena, di origine animale (ricavata dalle pelli d’animali) e infine con la carta il costo del materiale diminuì e così la scrittura divenne alla portata di tutti coloro che la sapevano praticare. Fino all’invenzione della stampa che sostituisce il calamaio con caratteri prestampati e rende di conseguenza la scrittura più immediata. Con il tempo l’avvento della scrittura ha permesso la nascita della letteratura, della poesia, dell’espressione individuale.

Ai giorni nostri il ricordo della figura dell’amanuense che passava giornate a copiare a mano antichi testi, garantendo così la trasmissione della cultura, va quasi a svanire. E nel tempo, più la tecnologia avanzerà, più la modalità della scrittura diventerà, fisicamente parlando, meccanica. In fondo capita sempre più raramente di vedere qualcuno che si porta un taccuino e una penna appresso, di vedere qualcuno che invece di mandare un’email o un sms, scrive una lettera; perché la tecnologia permette una comunicazione più immediata. E così un domani il computer sostituirà un quaderno e una penna in mano, un tablet i libri cartacei sui quali i studenti sono abituati a studiare.  Gradualmente l’uso della scrittura a mano si sta perdendo. Il fattore positivo ci sarebbe a livello ambientale perché meno carta significa meno disboscamento, ma c’è un motivo per non cui non dovremmo smettere di farlo?

Uno studio scientifico dimostra che in quanto movimento non meccanico, la scrittura a mano permette di mantenere la mente più attiva, più concentrata, di sviluppare un pensiero critico, di imprimere più a lungo i concetti. Favorisce una migliore conoscenza di sé, migliora il pensiero rendendolo più articolato. Sembra inoltre che scrivere a mano stimoli la creatività e aiuti a raggiungere i propri obiettivi attraverso un ordine e organizzazione delle idee. Ed è anche una rappresentazione dell’individuo; ognuno ha infatti  la propria calligrafia, la postura che assume quando scrive, il modo in cui tiene la penna, il modo con cui organizza gli spazi sulla carta.

Quindi se vogliamo che un domani i nostri figli siano persone creative, produttive, consapevoli di loro stessi e adulti di successo, mettiamo in mano loro carta e penna invece di qualche gioco elettronico. Insegniamo loro ad esprimere il proprio pensiero e la propria individualità attraverso la scrittura manuale. Preserviamo la bellezza e il potere della scrittura di rendere la nostra esistenza e il nostro ricordo immortale. Perché la mente dimentica, la carta no.

                                                                     Eugenia Castorina

 (L’autrice di questo articolo è un’alunna del Liceo classico “Gulli e Pennisi” di Acireale che effettua attività di alternanza scuola-lavoro presso “La Voce dell’Jonio”)

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