Verrebbe da dire che è stato un concerto a metà, anzi, meglio, uno spettacolo a metà quello che Gianna Nannini al “Pal’Art” di Acireale ha eseguito seduta. Perché la rockstar toscana, in concerto, è solita cantare e ballare, agitarsi e dimenarsi, correre avanti e indietro percorrendo tutto il palco. Tanto e con tale energia che il suo è sì uno spettacolo musicale di alto livello, di una cantante di primordine con una voce fatta apposta per la musica rock, uno spettacolo con un ritmo incalzante che si gode senza pause; ma è anche altro, tanto altro. E’, infatti in più, una dimostrazione di energia pura che si libera mentre va avanti la serata. Gianna Nannini è musica rock interpretata con grinta, quasi con rabbia, come se note e parole venissero fuori a forza. E ciò per tutta la durata del concerto.
Ad Acireale non è stato così. Anzi, non poteva essere così per necessità di cose, dato che la cantante era convalescente per le conseguenze subite nella caduta dal palco durante il concerto del 3 aprile; e, per muoversi, deve ricorrere alle stampelle. Così si è presentata sul palco seduta, su una sedia molto somigliante a un piccolo trono, dal quale si è allontanata tre volte portata in braccio fuori scena e un’altra per muoversi e percorrere pochi metri aiutandosi come poteva. Gianna Nannini deve avere sofferto e non poco; lei che è abituata a cantare agitando tutti e quattro gli arti, con i quali accompagna e ritma la musica. Ad Acireale non poteva; ha dovuto limitarsi ad agitare le braccia di qua e di là, con la solita energia ma con movimenti limitati dalla posizione sul tronetto. E deve avere sofferto insieme con i suoi fans, lei che è certamente la cantante più dinamica tra gli artisti in attività. E, se ha sofferto la staticità del concerto, Gianna Nannini non lo ha fatto capire. Ci ha messo, infatti, l’impegno, la passione, la grinta di sempre, oltre alla solita bravura di interprete navigata che, pur sapendo a memoria il copione, lo recita con tanta naturalezza da meritarsi sempre applausi a mai finire e cori continui di ammirazione, affetto e consenso.
In sostanza, è stato sì uno spettacolo ridotto, anche se solo nella parte dinamica della cantante, ma la gente è stata soddisfatta lo stesso, anzi è uscita entusiasta dal “Pal’Art” come se non se ne fosse neanche accorta. Segno, questo, che la Nannini ha saputo supplire assai bene, con forza e con classe, alla sua momentanea limitatezza fisica. E qui ha misurato la propria grandezza di artista.
Giuseppe Vecchio