Catania / Una targa in ricordo del maresciallo Alfredo Agosta nel luogo in cui fu ucciso

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Uno strappo deciso al telo che copre una targa, simbolo di giustizia. Simbolo del valore di un uomo che ha lottato contro la mafia in nome della legalità. E’ Galerana Catona, vedova del maresciallo Alfredo Agosta a scoprire a Catania  la targa dedicata al militare, in via Firenze, angolo via Vittorio Veneto, nel luogo in cui fu ucciso con colpi d’arma da fuoco sparati a bruciapelo, nel centro della città, mentre stava prendendo un caffè all’interno di un bar, in compagnia di un confidente, la sera del 18 marzo 1982. Agosta – si legge in una nota dell’associazione intitolata al maresciallo – muore a 49 anni, lascia la moglie e tre figli, Giovanni, Antonio e Giuseppe di soli 7 anni, sono ancora minorenni.
Al fianco della signora Agosta, visibilmente emozionata, il sindaco di Catania Enzo Bianco, il comandante dell’Arma dei Carabinieri della Regione Sicilia generale Riccardo Galletta e il figlio Antonio, anche lui maresciallo dei Carabinieri. Poco distante, l’altro figlio del maresciallo, Giuseppe, in compagnia di Enza Bifera, presidente dell’Associazione nazionale Antimafia Alfredo Agosta, di cui è attivo componente, del procuratore generale presso la Corte d’Appello dott. Roberto Saieva; del presidente Sezione G.I.P. del Tribunale di Catania dott. Nunzio Sarpietro; il comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Catania colonnello Raffaele Covetti.
Numerose le autorità civili e militari che hanno voluto essere presenti alla cerimonia, che rappresenta un momento importante non solo per la famiglia Agosta ma per l’intera città di Catania, che a 36 anni dalla morte ne sancisce pubblicamente il suo valore.
«Questi gesti di riconoscenza sono fondamentali perché danno sempre più gratificazione. Ci sono cicatrici che non si posso cancellare, una perdita così cara e così importante grazie all’amministrazione comunale che ha voluto ricordare il sacrificio della famiglia Agosta» commenta il generale Riccardo Galletta.
Il maresciallo Agosta è stato un uomo con un forte senso del dovere e della giustizia.  All’epoca del suo omicidio anche gli organi di stampa ne misero in risalto l’azione sprezzante del pericolo. La verità è stata sempre immediata e mai taciuta: il maresciallo Agosta ha svolto il suo dovere, fino all’estremo sacrificio della propria vita, per l’incolumità altrui.
In quel periodo a Catania, con le cosche mafiose (Santapaola, Pillera, Cappello, Ferlito) in guerra centinaia di persone morirono per le strade, per il semplice fatto che cercavano in qualsiasi modo di contendersi il traffico di stupefacenti, armi ed estorsioni. Con l’uccisione del maresciallo Alfredo Agosta, che avvenne 6 mesi prima dell’uccisione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, si eliminò l’unico uomo delle Forze dell’Ordine negli anni ottanta nella Sicilia orientale, che si era occupato di tale fenomeno. Il suo omicidio è ancora adesso la testimonianza più vera dell’impegno che da sempre anima i Carabinieri nella lotta alla malavita. Il valore di Agosta è stato riconosciuto con decreti del Ministero dell’Interno “Vittime del Dovere” e “Vittima della Criminalità Organizzata”.
In ricordo di questo eroe è stata consegnata la “Medaglia d’oro Ordine Pubblico” nell’ambito del Premio Sicurezza e Libertà (alla memoria), la Medaglia d’oro al Valore dell’Arma dei Carabinieri e Medaglia d’oro al Merito Civile, oltre ad altri riconoscimenti.
Il 02 luglio 2013, il Comitato Addiopizzo di Catania ha inaugurato dei murales raffigurante anche il maresciallo Alfredo Agosta, tale manifestazione è stata realizzata nell’ambito del progetto “un muro contro la mafia”, ricadente su un luogo simbolo nella lotta alla legalità, sul muro perimetrale della casa circondariale di Piazza Lanza di Catania, alla manifestazione erano presenti numerose autorità civili, militari e religiose, nonché i familiari delle Vittime di Mafia.