Qualche tempo addietro ho “coniato” l’espressione” Budget del ricoverato 2013/2018 “, che cerco di spiegare in breve. Consiste nel limitare nel nome del risparmio, il diritto alla vita ed alla salute dei cittadini disumanizzando il rapporto sociale (vi è una petizione in Parlamento per conoscere la verità)
Nelle Leggi finanziarie, nelle ripartizioni delle spese sostenute dalle Regioni e nelle Convenzioni stipulate con Nosocomi pubblici e privati, la parola d’ordine è quella di spendere meno, restringendo i tempi di degenza, perfino per fasce dì età e in qualunque condizione di salute si trovi il malcapitato.
Maggiormente penalizzate sono le persone in età avanzata, come disabili fisici handicappati psichici malati terminali, in quanto le patologie abbisognano di prestazioni sanitarie molto costose, ma, ripeto, in nome del superiore concetto del risparmio si pensa che per costoro le speranze di vita siano residue .
Qualcuno ha scritto che l’Italia necessita di una “ecologia morale”. E’ vero, perché il quotidiano antagonismo politico, le inutili dispute e quel negare ogni valore etico coperto da una superficiale solidarietà, sono tutti elementi che avvelenano e fanno perdere di vista le priorità cui il Paese abbisogna.
Alcune argomentazioni in difesa della “qualità della vita” potrebbero nascondere un disegno di “selezione del genere umano”( e non solo quello di “amare” i n/s amici a quattro zampe che rispettiamo ), in quanto con la scusa di lenire il dolore o di necessarie “logiche economiche”, si potrebbe arrivare ad annientare chi veramente soffre o chi potrebbe soffrire una volta venuto al mondo . E questo cozza con la logica e la deontologia professionale.
Comunque se la teoria del “budget del ricoverato” risponde alla realtà e prendesse piede, essa sarebbe una forma legalizzata di eutanasia : una eutanasia mascherata. Pertanto è essenziale, doveroso, improcrastinabile, che le Autorità sanitarie e politiche adottino un’opportuna vigilanza al fine di garantire ad ogni persona il diritto a continue e specifiche cure fino al compimento naturale della propria vita negli ospedali e nelle case di cura .
In pratica se per un 30/50 enne si spende 50, per un 75/85 si spende 100 .Quindi un malato giovane anche grave, verrebbe curato di più che un malato cronico, quindi se questa forma prendesse vita, sarebbe un meccanismo incivile, anticristiano, una forma di eutanasia passiva, cioè una omissione di soccorso perseguibile ai sensi del Codice Penale, “fuori” dall’ordinamento giuridico italiano e questo “sistema” offende la dignità della persona, nega il diritto alla vita e costituisce un crudele abbandono del malato, ancor più grave se disabile, in tarda età, agonizzante.
Tutto questo è condensato nelle diverse petizioni presentate al Parlamento italiano ed europeo, per le quali attendiamo una risposta.
Il Governo, ancor più quello che dice di essere di “ cambiamento” ed il Parlamento, devono garantire al cittadino ammalato il diritto a continue cure specifiche fino al compimento naturale della vita terrena e non chiacchiere !
Felice Previte