Acireale / Presentato il volume “Santiago, la fuerza del Camino” del photoreporter palermitano Letteri Pomara

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È stato presentato anche ad Acireale l’interessante volume “Santiago, la fuerza del Camino” (Ed. Paoline) del fotoreporter Letterio Pomara. Specializzato in reportage giornalistici di sfondo sociale e antropologico, realizzati per diverse testate nazionali e straniere, Pomara ha attraversato in poco più di un mese, tra agosto e settembre 2003, gli 802 km del “cammino francese”, il percorso più celebre tra quelli che conducono al santuario spagnolo di Santiago de Compostela, in Galizia, dove sono custodite le reliquie dell’apostolo Giacomo.

Il tavolo dei relatori con l’autore (da sin: Di Prima, Fiume, Pomara, Caramma, Raspanti)

All’incontro, organizzato presso il centro direzionale del Credito Siciliano di Acireale e coordinato dalla giornalista Rita Caramma, hanno partecipato, oltre all’autore, mons. Antonino Raspanti, Vescovo Diocesi di Acireale, la scrittrice Marinella Fiume e l’avv. Mario Di Prima, funzionario Credito Siciliano. I relatori, sotto diverse angolature, hanno tracciato le impressioni che hanno tratto dalla letture di questo agile volume (tradotto in 4 lingue,  67 mila copie vendute e oltre 100 presentazioni in giro per l’Italia), che sarebbe davvero riduttivo chiamare “diario di viaggio”.

La copertina del volume

Tutto è iniziato in funzione del mio lavoro di reporter”, ci spiega nel corso di una intervista esclusiva l’autore. “Premesso che per me la fotografia è anche antropologia e per questo motivo sono sempre in giro per il mondo, mi ero accorto che mancava un reportage completo che coprisse tutti gli 802 kilometri del più famoso percorso che giunge sino a Santiago, il c.d. “cammino francese”. Sono partito nell’agosto del 2003, dopo essermi accuratamente documentato e preparato anche sotto il profilo atletico, perché il “Camino” rappresenta uno sforzo fisico davvero enorme. Lungo il mio percorso, relego progressivamente in secondo piano l’aspetto professionale e mi immergo completamente in questa straordinaria esperienza, che è fatta di fatica, ma anche di rapporti umani, di incontri e di scontri, di confronto e di altruismo. Si conosce tanta gente, in un ambiente decisamente multiculturale. Si riscopre l’essenziale: bere, mangiare e dormire, tre cose che nella quotidianità diamo ormai per scontate. Il gorgoglio di un fiume, il silenzio delle pianure sconfinate, il blu del cielo stellato, il verde dei boschi: è in questi momenti  ti accorgi di essere un punto nell’universo e ti chiedi se c’è Qualcuno che ha fatto tutto questo.  Lungo il “Camino” si riscoprono valori che non si pensa di avere; a volte si cerca aiuto in un Essere Superiore, con cui si instaura un rapporto diretto, come avviene nella cattedrale di Santiago, dove il pellegrino si ritrova a tu per tu con la statua di San Giacomo, l’abbraccia, gli sussurra all’orecchio quello che gli viene dal cuore, mentre, guardando l’immensità della navata centrale, si chiede: “Qui c’è San Giacomo, ma oltre questa chiesa chi c’è?”. E sei consapevole che il tuo “Camino” è appena iniziato…”                  Guido Leonardi