Nel processo evolutivo di cooperazione internazionale, l’obiettivo dei progetti AIFO mira al rafforzamento della comunità locale nei Paesi in via di sviluppo, alla loro crescita, relazionandosi con le autorità istituzionali per l’identificazione di persone e gruppi bisognosi di aiuto, al fine di acquisire dignità e autonomia. Di rilievo, l’odierna cessazione, lo scorso 21 giugno, della ventennale ostilità dell’Etiopia contro l’Eritrea, da cui sono fuggiti molti migranti eritrei. In Guinea Bissau, paese tra i più poveri del mondo, con il 65% di abitanti sotto la soglia di povertà e mortalità infantile e materna causata da malnutrizione, si attuerà il progetto di formazione professionale e promozione di cooperative e varie piccole attività in favore di giovani a rischio emigrazione e di migranti, rifiutati di ritorno nella propria terra.
Ecco l’intervista rilasciatami da Francesca Ortali, attiva responsabile del servizio progetti AIFO, dopo la sua recente conversazione in Assemblea Nazionale a Roma su problematiche in Liberia e Guinea Bissau.
In concreto, quali sono gli attuali progetti in fase di realizzazione nei paesi africani, di cui tu hai parlato?
“ In Guinea Bissau, stiamo lavorando per costruire comunità inclusive, rafforzando il senso di appartenenza con l’offerta di opportunità di lavoro, specie per i giovani, intenzionati ad emigrare, e inoltre per quelli che sono già ritornati, non essendo stati accolti. In settembre, inizierà un progetto di formazione professionale, ovvero artigianato, meccanica e carpenteria. Capo progetto, Ilaria di Nunzio, che vi abita da un anno; nella Liberia, c’è Silvia Poggioli”.
Per le donne africane escluse, è in programma qualche specifica iniziativa? E per i disabili, finora trascurati?
“Sì. Interessante il progetto per le donne delle zone rurali: creare piccole attività agricole. In Liberia, ci stiamo occupando di disabili da introdurre nel mondo del lavoro, attraverso la sensibilizzazione civile in atto, di cambiamento culturale. E’ urgente per i disabili acquisire l’indipendenza economica, in modo da potere partecipare allo sviluppo sociale delle loro comunità. Albestine Toza, giovane africano disabile, lavora in AIFO, quale educatore, in due comunità. La visibilità del progetto è permessa da programmi radio, in lingua locale e in inglese, diretti da speaker, disabili”.
Per la difesa dei diritti degli ultimi, in quali altri stati è presente il costante impegno dell’AIFO?
“Forte è il nostro impegno in Mozambico. AIFO collabora anche con istituzioni locali e internazionali: in Marocco, per la formazione di volontari e l’inclusione di disabili; altrettanto e con maggiore estensione, in Tunisia.In Medio Oriente, nella Giordania, rifugio per migranti di Siria, Iraq e Yemen, si lavora nei campi profughi, specie per gestire la disabilità.”
Anna Bella