Libri / “Il riscatto” di Michela Di Trani: come uscire dal tunnel dell’usura

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Quello che a molti può sembrare il normale avvicendarsi degli eventi della vita, come realizzarsi nel lavoro, creare una famiglia, mettere al mondo dei figli, assicurare loro una crescita serena con tutto quello di cui hanno bisogno, per qualcuno può essere invece un progetto utopistico, un miraggio, un sogno che non si realizzerà. Perché? Perché quando un lavoro non assicura delle entrate mensili sufficienti per poter realizzare tutto questo ecco allora che il progetto famiglia connesso è e resta un sogno.
Questo è il caso di Riccardo ( un nome di copertura) , protagonista del libro “Il riscatto –  fuori dal tunnel dell’usura” di Michela Di Trani. Egli di sogni di questo tipo ne ha legittimamente tanti; la sua storica fidanzata che da molti anni è al suo fianco vorrebbe diventare la sua consorte, vorrebbero insieme costruire il proprio futuro, una casa, una nuova macchina e perché no il progetto più bello, un figlio. Ma Riccardo ha un lavoro che a stento gli permette di mantenersi, continuando a vivere a casa dei genitori. Allora cosa fare? Come poter realizzare questi progetti? L’occasione, apparentemente, gli viene servita su un vassoio d’argento, quando viene a sapere da una persona che crede un vero amico, della vendita ad un ottimo (?) prezzo di una tabaccheria. Da lì inizia l’affannosa ricerca di un prestito per trovare la metà della cifra, il resto verrà acquistato da un socio.
Gli affari all’inizio vanno a gonfie vele, quello che Riccardo guadagnava in un mese, oggi riesce a guadagnarlo in un solo giorno, peccato che è solo una illusione. Ben presto l’amara realtà verrà a galla, le slot machine illegali, una truffa a suo danno con l’acquisto da parte di un losco individuo dei “gratta e vinci” e la paura che non sarà facile trovare il modo di venirne fuori. In questo turbinio di sentimenti e angosce Riccardo si è sposato, ha da pagare due affitti ( la casa e metà della tabaccheria), la macchina nuova e c’è anche un bimbo in arrivo. Allora a chi chiedere aiuto? Alle banche? Non è possibile, nella sua situazione debitoria e con l’assenza di garanzie nessun istituto di credito è disposto a dargli fiducia. Allora si rivolge ai familiari e gli amici più intimi, ma anche loro prima o dopo non potranno più soddisfare le sue continue richieste di denaro.
Ma improvvisamente le tenebre che attanagliano come una morsa la vita del protagonista si squarciano, con l’aiuto “disinteressato” di un amico, un caro amico, colui che lo porterà in un vortice senza fine e apparentemente senza uscita. I soldi in contanti arrivano e per un po’ l’illusione che tutto si potrà salvare balena nella mente dell’ignaro protagonista di questa infernale macchinazione che ha solo un nome USURA. Si, perché l’ingenuo e sprovveduto Riccardo non si rende conto in quale girone dell’inferno è entrato. Tutti coloro che da questo momento lo aiuteranno non saranno altro che “strozzini” ben consapevoli di volerlo trascinare in un gorgo senza fine. Per fortuna prima di perdere l’unica cosa che non può essere comprata, che è la propria vita, una mano leale e sincera giungerà in tempo a salvarlo dalla totale perdizione. Saranno anni lunghi e difficili, con la paura di essere ancora nelle mani di questi malviventi, e con la paura che anche i suoi affetti più cari possono correre seri pericoli.
La giornalista Michela Di Trani ci regala attraverso le pagine di questo libro uno spaccato di cruda realtà, ma nello stesso tempo fa sapere con nomi, indirizzi e numeri utili, a coloro che vivono sulla loro pelle questo dramma che possono venirne fuori, denunciare i propri aguzzini e avere ancora la possibilità di riprendere in mano la loro vita, guardando a testa alta al proprio futuro.
Un’opera che dovrebbe essere divulgata nelle scuole, essere oggetto di dibattiti e discussioni su questo scottante tema, perché è solo attraverso l’informazione e la conoscenza che si può uscire dal dramma dell’usura, e coloro che ne sono vittime possono acquisire la consapevolezza di rinascere e  spezzare questo muro di omertà e paura che spesso è la causa del silenzio degli oppressi.

Gabriella Puleo