Ha avuto luogo, anche a Catania, la celebrazione della XVI Edizione della “Giornata del Siciliano nel Mondo” promossa da Sicilia Mono, nella ricorrenza del 66° della promulgazione dello Statuto Regionale sul tema“Dare voce ai giovani siciliani che si trasferiscono all’estero”. L’Incontro è stato introdotto dal giornalista Filippo Galatà e dal Vice Presidente Paolo Russitto che ha commemorato , con commosse parole la scomparsa della sig.ra Maria Meli, moglie del Presidente Azzia e di Antonio Lo Presti, sindaco di Militello, vittima di un incidente stradale. Azzia, in apertura della sua relazione, ha riferito che sono già pervenute numerose comunicazioni di Associazioni siciliane all’estero che hanno celebrato la ricorrenza mentre altre lo faranno entro la fine di maggio. La manifestazione, infatti, è stata addirittura istituzionalizzata in molte comunità di siciliani all’estero. Una lezione che ci viene da fuori e che fa riflettere sul fatto che in Sicilia la festa della Regione è stata quasi ignorata dalle Istituzioni e dimenticata dai siciliani. Quando l’autonomia fu promulgata il 15 maggio 1946, avevo 20 anni, ha detto Azzia. Ricordo che fu accolta con grande entusiasmo e speranza da parte di tutti. Al punto che spense immediatamente i focolai separatisti che dominavano la piazza. Ma i risultati sperati non ci sono stati. Negli anni l’autonomia si è lentamente sbriciolata.
I governanti che si sono succeduti nel tempo, tranne poche eccezioni, non hanno compreso che l’autonomia poteva essere la piattaforma politica e culturale per progetti e linee strategiche in una visione di futuro. Non hanno capito che l’autonomia concessa nello Statuto, è stata non solamente una occasione straordinaria per la Sicilia ma un valore su cui coinvolgere la sensibilità della gente comune, per farne una cultura, per ideologizzare il contenuto autonomistico. La responsabilità del potere politico è di tutta evidenza. La Sicilia che è stata raggiunta dalla crisi economica che viene da fuori, ha trovato una società sfilacciata nelle sue articolazioni, particolarmente indebolita e, quindi, più vulnerabile alle spinte provenienti dalle cadute delle ideologie, dai relativismi, dalla crisi di credibilità e di rigetto nei confronti del mondo politico e delle Istituzioni. E, tuttavia, all’autonomia, Sicilia Mondo ci crede fortemente. In questo senso, nella ricorrenza del 66° compleanno, ha confermato al Presidente della Regione, i sentimenti dell’orgoglio identitario delle Associazioni con l’auspicio di un prestigioso recupero autonomistico, crescita e sviluppo dell’Isola.
Certamente, tra le concause del mancato decollo autonomistico, ha avuto il suo peso il difficile rapporto con Roma, tradizionalmente ostile, che ha ingessato molte prerogative contenute nello Statuto ancorché di ragione Costituzionale. Passando al tema del Convegno, Azzia ha detto: nei giovani siciliani di oggi, c’è una gran voglia di cavalcare la globalizzazione della società da protagonisti, alla ricerca di un progetto di realizzazione e di futuro. L’Italia e la Sicilia attraversano momenti difficili. Fuori ci sono più possibilità e, quindi, tanti giovani siciliani, istruiti, neolaureati, specializzati, operai a seguito delle imprese, si trasferiscono nei Paesi più promettenti per ragioni di studio, di perfezionamento professionale e di lavoro. Anche se questa“fuga” rappresenta un impoverimento culturale della società siciliana, tuttavia siamo convinti che, trasferirsi nelle Università di eccellenza, nei centri produttivi, scientifici e tecnologici avanzati, rappresenti uno stimolo importante nella crescita formativa personale e professionale dei giovani.
L’auspicio è solo quello che il trasferimento all’estero resti solo una tappa del percorso di vita e che, rientrando, riportino nuove professionalità, esperienza ed innovazione. Questa fuga all’estero è oggi un tema di grande attualità. Ripropone, ancora una volta, i temi dell’accoglienza, dell’alloggio e del lavoro nel mondo dell’insediamento ma anche quello dei rapporti con la famiglia e con la società di partenza. Tutte ragioni per Sicilia Mondo di aprire una pagina nuova di servizio e di relazioni trattandosi, ancora una volta, di siciliani all’estero. Con l’impegno di sempre.
Maurizio Caserta, Ordinario di economia politica all’Università di Catania: “Condivisibile la relazione di Azzia. La nostra capacità, come Sicilia, di raccogliere risorse attraverso i redditi che produciamo, è inferiore alle risorse occorrenti per la spesa. Il divario viene coperto con i trasferimenti. La Sicilia ha pagato questo divario in termini di rallentamento della sua capacità di crescita. Non ha investito questi trasferimenti ricevuti in interventi proiettati allo sviluppo. La politica ha orizzonti brevi, quando si tratta di progetti i cui risultati sono a orizzonti lunghi, non mostra interesse. Dal 2000 in poi la Sicilia è cresciuta meno del resto d’Italia. Il divario col Nord è aumentato. Per il 2012 la previsione del Pil è di quasi un meno del 2%. Per la Sicilia calerà di più. Un fatto di decrescita che si ripercuote in maniera drammatica nella società siciliana. Ci sono responsabilità storiche di gruppi di politici e di potere ma anche di persone. Lo dirà la storia. In questo contesto occorre cercare la strada degli investimenti produttivi. Una di queste è certamente quella dell’identità culturale ed economica, la ricerca della identità siciliana all’estero. Molti Paesi moderni lo hanno fatto, investendo sulle proprie culture e tradizioni ed hanno ricevuto successo. Basta pensare all’Inghilterra. L’investimento sull’identità siciliana che Mimmo Azzia fa da decenni, non è solo il piacere di ritrovarsi tra amici. E’ una cosa seria che dovrebbe essere accresciuta, rafforzata e ricevere risorse. In tempo di crisi, destinare risorse per fatti brevi o di emergenza è accettabile specie se si fa investimento umano come per esempio conservare un posto di forestale. Ma questo non significa affrontare il problema del futuro, il cui orizzonte temporale è lungo. Una cosa seria”.
Sebastiano Spoto Puleo, già Assessore regionale al Turismo: “Condivido perfettamente la relazione di Azzia. Quello dei giovani è un problema che va studiato attentamente e risolto. La formazione professionale così come è organizzata dalla Regione, non serve a nulla. Occorrono idee nuove, adeguate ai tempi ed alla domanda che viene dalle nuove generazioni”.
Juan Garbarino, Scienziato e Ricercatore di fama internazionale in materia di Chimica: “L’identità siciliana è un grande patrimonio culturale che i siciliani hanno portato in tutto il mondo ma manca la sensibilità delle Istituzioni per un progetto in grado di trasformare il patrimonio in risorse”.
Giuseppina Radice, Docente di Storia dell’Arte, Accademia di Belle Arti di Catania: “Il concetto di identità va insegnato ai giovani fin dai primi anni di scuola perché indispensabile alla sua formazione e crescita sociale. Da grande rappresenta dotazione culturale e motivo di orgoglio identitario”.
La manifestazione ha avuto luogo nel salone della Associazione di Via Renato Imbriani, affollata oltre ogni previsione. Tra l’altro erano presenti l’Avv. Vincenzo Zappulla, il DR. Vincenzo Castiglione, Direttore di “Universo Sicilia”, la dr.ssa Maria Bonanno, i giornalisti Dr. Antonio Di Paola, Dr.ssa Annarita Fontana e Dr. Peppino Vecchio, il prof. Nunzio Longhitano, il Dr. Sebastiano D’Angelo, Direttore dei Ragusani nel Mondo, il Dr. Salvo Vicari, la prof.ssa Rosaria Curcuruto, il Dr. Marco Belluardo, l’Avv. Domenico Amato, il Dr. Angelo Privitera. Sono stati letti i messaggi dell’On. Franco Antoci, Presidente della Provincia Regionale di Ragusa e dell’Avv. Francesco Attaguile, Direttore regionale.