Pubblichiamo la dichiarazione di monsignor Antonino Raspanti, vescovo della diocesi di Acireale e vice presidente della CEI, per il ritorno in Sicilia il 15 settembre prossimo, di Papa Francesco, che si recherà in visita pastorale alle diocesi di Piazza Armerina e di Palermo, in occasione del 25^ anniversario della morte del Beato Pino Puglisi. (Ansa 5 agosto 2018)
“Papa Francesco ritorna in Sicilia, dopo Lampedusa, in occasione del 25° anniversario del martirio di padre Puglisi; ciò significa, che sulla scia dei suoi predecessori, particolarmente di papa Giovanni Paolo II e poi di Benedetto XVI, egli continua a condividere con noi vescovi e chiese di Sicilia il desiderio di legalità, per combattere ogni tipo di violenza e ogni forma di illegalità, soprattutto la criminalità organizzata, la mafia, la quale è un’organizzazione che ha un modo di operare anti umano, anti evangelico e anticristiano. Il Santo Padre, dunque, viene a condividere, ad appoggiare ed a confermare questo nostro impegno. A testimonianza di ciò, il 9 maggio scorso, nella ricorrenza del 25° anniversario del discorso di Giovanni Paolo II ad Agrigento, noi vescovi di Sicilia abbiamo pubblicato il documento “Convertitevi” per ribadire ogni nostra posizione contro la criminalità.
La nostra Sicilia è al centro degli incroci di migrazioni, di scambi culturali, di confine, di muri possibili e non possibili, di lamentele e credo che egli venga a dirci una parola di sostegno per l’accoglienza dei migranti, ma anche di comprendere le cause che spingono questi nostri fratelli ad emigrare, soprattutto dal medio oriente e dai paesi africani, ed inoltre le ragioni di chi in Italia e in Europa è in disaccordo con un’accoglienza indiscriminata, non controllata e non aiutata ad integrarsi nella nostra cultura europea.
Il Papa ha più volte affermato con diverse espressioni la necessità di accogliere con intelligenza, amore e misericordia ma anche nel rispetto reciproco dei paesi ospitanti.
Poi c’è anche il grande valore che ricopre la Sicilia all’interno del Mediterraneo, mare che è al centro delle questioni migratorie, delle grandi suddivisioni continentali, della convivenza delle religioni monoteiste e fulcro di pace.
Il Papa verrà a condividere con noi le sue preoccupazioni ed anche farà sue le nostre; la nostra terra e le nostre chiese di Sicilia sono già da più di un ventennio aperte al dialogo interculturale e interreligioso tramite le proprie strutture accademiche ma anche attraverso le iniziative ecclesiali ad ogni livello, iniziative caritative e socio culturali.
Sono sicuro che il Santo Padre approverà i nostri propositi e le nostre azioni ed ascolteremo con attenzione ciò che lui avrà da dire a tutti noi.
Il Papa incontrerà anche i giovani di Sicilia e fa da eco l’incontro che abbiamo avuto con lui lo scorso 11 e 12 agosto a Roma; sullo sfondo il sinodo dei vescovi sui giovani che si celebrerà in ottobre: la nuova evangelizzazione nei confronti delle nuove generazioni che verranno”.