Partito Magma 2018 inaugurato domenica sera ad Acireale alla presenza del regista Stefano Savona, che ha presentato La strada dei Samouni. Documentario, premiato al festival di Cannes, è realizzato nella striscia di Gaza a seguito dell’operazione “piombo fuso”. “Un film che non ha voluto piegarsi alle logiche del racconto televisivo, alle quali siamo abituati ogni volta che si parla di una certa parte del mondo – ha spiegato Stefano Savona – ma che si è rivolto in tutto e per tutto al racconto cinematografico, in cui ogni personaggio ha non solo un volto riconoscibile, ma precise caratteristiche personali e comportamentali che lo rendono unico e riconoscibile”. Grazie anche all’originalissimo uso delle animazioni realizzate da Simone Massi, che nel film si alternano delle riprese dal vero, Savona è riuscito a ricostruire la complessa, straziante vicenda della famiglia Samouni, che ha perso 29 suoi membri a seguito del raid israeliano.
Ieri il festival è proseguito a Catania con la serata dedicata al presidente di Giuria Franco Maresco, con la proiezione dei suoi film La mia Battaglia ed Enzo, domani a Palermo!. Maresco intervistato da Alessandro De Filippo ha ricordato che “avendo vissuto insieme il periodo a cavallo tra gli anni 80 e 90, siamo arrivati in tempo per registrare gli ultimi sussulti di un certo tipo di umanità presente nei quartieri palermitani, di un mondo che era già in via d’estinzione. Qualcosa che per voi non significa assolutamente nulla – ha detto rivolto al pubblico – perché è totalmente sparito. Fare qualcosa del genere nell’era del ‘posto immediatamente su Facebook o YouTube’ non avrebbe alcun senso”.
Maresco durante la serata ha palesato la sua sfiducia rispetto al ruolo del cinema perchè “il passaggio da analogico a digitale, fino alla possibilità di fare un film con il cellulare, ha cancellato una serie di passaggi necessari a imparare. Ecco perché – ha aggiunto l’autore di Cinico Tv – fare cortometraggi oggi non ha più senso. Su questo punto ho avuto anche una piccola polemica amichevole con gli studenti della Scuola Nazionale di Cinema di Palermo. Si arrabbiarono, ma penso che oggi fare cinema sia una delle cose più inutili che ci siano. Su sette miliardi di individui nel mondo la metà vogliono fare i registi e gli sceneggiatori”.
Giovanni Rinzivillo