Diocesi / La veglia di don Bosco con il Coorda: “Educare al servizio, la via alla santità”

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 “Educare al Servizio, la via alla santità” è il tema della Veglia don Bosco Educatore, presieduta dal vicario generale mons. Giovanni Mammino, che si è celebrata mercoledì 30 gennaio nella Cattedrale di Acireale,

Don Bosco, maestro ed educatore dei giovani, è una delle figure di santità di maggior rilievo. Alla veglia di preghiera don Bosco, come ogni anno, sono invitati a partecipare i ragazzi dell’oratorio della diocesi di Acireale, appartenenti al Coorda.

Anna Maria Belfiore, presidente del Coorda, durante il momento di preghiera, così ha voluto salutare i giovani commentando loro alcuni stralci del messaggio del Papa alla recente Giornata mondiale della Gioventù di Panama dello scorso mese di gennaio :

Cari giovani. Con i vostri gesti voi smentite e screditate tutti quei discorsi che si concentrano e si impegnano nel creare divisioni, in un certo senso obbedendo al padre della menzogna che preferisce un popolo diviso e litigioso. Incontrarsi non significa mimetizzarsi,né pensare tutti la stessa cosa o vivere tutti uguali facendo e ripetendo le stesse cose, ascoltando la stessa musica o portando la maglia della stessa squadra di calcio. La cultura dell’incontro, è un appello e un invito ad avere il coraggio di mantenere vivo un sogno comune capace di coinvolgere tutti. Il sogno per il quale Gesù ha dato la vita. Panama non sia solo un canale che unisce due mari, ma anche la via attraverso cui il sogno di Dio trovi altri piccoli canali per irradiarsi in tutto il mondo”.

Il Santo Padre ha cercato inoltre di promuovere questa cultura, invitando gli adulti ad ascoltare il grido dei giovani, oggi inascoltati, e ad entrare in dialogo con loro; successivamente ha incoraggiato i giovani a trovare negli adulti le loro radici.

“Lavoriamo tutti per una cultura dell’incontro – continua Anna Maria –  dove il dialogo tra le generazioni diviene un’esigenza profonda per la Chiesa e Papa Francesco. Con Cristo vinciamo la cultura predominante odierna dell’indifferenza e del relativismo. Il Papa con queste parole ci incoraggia ad andare avanti e pone una domanda agli adulti, chiedendo ai giovani di farne da tramite:Tu ,genitore, nonno, insegnante,catechista, anima-educatore, sacerdote quali radici mi lasci?E’ questo il sottile e forte filo rosso tra la G.M.G che si è appena conclusa a Panama e il Sinodo sui giovani. Il nostro sussidio invernale, infatti, nasce come valorizzazione dei carismi della nostra diocesi, delle bellezze naturali, artistiche e della tradizione. Il frutto del Sinodo, ha affermato Papa Francesco all’Angelus conclusivo della GMG , non è un documento, ma una dinamica, e quindi il Santo Padre invita i padri sinodali a ritradurre l’incontro dei giovani nei loro contesti”.

A Panama afferma ancora Anna Maria Belfiore –  è stato Francesco il primo ad essere da esempio. Infatti ha condiviso la ricchezza dell’ascolto tra generazioni, la ricchezza dello scambio e il valore di riconoscere che abbiamo bisogno gli uni degli altri vissute proprio al Sinodo”.

Incoraggiato dal Papa il Coorda cerca di non far impoverire i giovani di relazioni, legami e responsabilità

“Siamo un piccolo “canale” che porta i nostri piccoli e i nostri ragazzi a riscoprire ‘le radici di fatto’. Diventiamo testimoni cioè  ‘sognatori’ che nel nome di Cristo hanno fatto grande la nostra porzione di Chiesa . Questo sforzo ci sta permettendo di conoscerci e aggiungere il nostro “pezzettino di filo rosso”. Sono orgogliosa di dire che nei nostri oratori prima gli anima-educatori e poi i piccoli e i ragazzi vedono Don Bosco a braccetto con S. Filippo Neri, che cedono il passo da bravi cavalieri a S Maddalena di Canossa; valorizzano la profezia di P. Mariano Patanè, riecheggiando nomi quali Mons. Arista e Mons. Pulvirenti. Tutti piccoli passi per evitare l’anonimato e l’isolamento in vista di un nuovo modo di costruire la storia e rivedere i legami ecclesiali a partire dalle nostre piccole realtà”.                             

Non per ultimo la presidente Anna Maria volge il suo pensiero a coloro che hanno subito ingenti danni dallo scorso evento sismico:

“I cantieri continuano ad essere quell’intreccio di canali dove  si promuovono l’incontro e la solidarietà .Oratorio è Chiesa in uscita ed è vita; in oratorio si curano le ferite a partire dai ginocchi”sbucciati” dei nostri ragazzi. Oggi la nostra Chiesa è stata ferita nelle strutture, ma anche nel profondo di ciascuno. Vi è la paura di non farcela, paura di cosa potrebbe ancora succedere e purtroppo la consapevolezza di lunghe attese. Nel nostro piccolo insieme al Servizio di pastorale giovanile ,abbiamo rinunciato alle giornate educative, ai gadget per la veglia e ad ulteriori spese per offrire tutto alla Caritas. Forse è poco ma è un piccolo segno. Ma noi non rinunciamo al sottile filo rosso della gioia e della speranza: continuiamo a raccogliere materiale didattico, giochi e quant’altro possa servire ai ragazzi per ritrovarsi nuovamente come comunità ed oratorio . Il santo dei giovani, don Bosco, percorrerà le strade degli oratori e le comunità ferite. Sarà accompagnato da anima-educatori e dal caro Mons. Arista, secondo vescovo di questa diocesi che con paterna bontà fu sempre pronto a curare le ferite della sua diocesi e delle diocesi vicine.”

don Arturo Grasso

L’ itinerario di Don Bosco sarà :

  • Dagala del Re  2/3 febbraio
  • Cosentini 9/10 Febbraio
  • S. Maria La Stella 16/17 Febbraio
  • Aci Platani 9/10 Marzo
  • Aci Bonaccorsi 16/17 Marzo
  • Piano D’Api 23/24 Marzo
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