Venticinquesimo – 3 / Madonna della Tenda. Assenza : “Come Maria, ciò che accade lo meditiamo leggendo la storia con gli occhi di Dio”

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Di seguito lo schema della relazione del dott. Maurilio Assenza, Direttore della Caritas Diocesana della Diocesi di Noto.

Premessa: Quando – come accade da 25 anni con un’iniziativa come La Tenda – si allargano i paletti della tenda di Dio che è una Chiesa locale leggiamo un dono grande che rende più autentica la vita ecclesiale, la rende più estroversa e quindi più simile a cuore di Dio. Fare memoria diventa approfondire la consapevolezza della vita nuova generata dai doni di Dio.

  1. Il primo elemento in gioco è l’accoglienza dentro una relazione. Che accade come segno che rimanda ad un tessuto più ampio di relazioni. Le persone accolte, infatti, avranno da inserirsi nella vita, e dovranno trovare altri che stanno accanto. Cosa chiede la relazione? Anzitutto un contatto, oltre che con il bisogno, con il dolore e con la gioia. Quindi, una capacità di restare comunque nel legame, nel vincolo della carità. E un linguaggio adeguato capace di dire Dio con tutto se stessi, con la relazione prima che con le parole. Don Puglisi alle donne della Casa di Buonfornello molto ferite nelle relazioni familiari diceva: “Dovrei dirvi che Dio è Padre, mi rendo conto di quanto sia difficile per voi la figura del padre. Vi dico, sperando che lo comprendiate, che Gesù è fratello … E comunque io ci sono“.
  2. Il secondo elemento è che accogliere veramente comporta educare. Diversamente si resta dove si è. Meglio dire comunque: educare avendo a cuore, avere a cuore educando. Un’arte da rinnovare ogni giorno nell’ascolto di Dio, mettendo insieme fedeltà (che da sola diventa rigida) e tenerezza (che da sola diventa spontaneismo), per generare quella costanza che fa crescere. Consapevoli di tante difficoltà ma anche che sempre “ogni vita merita un romanzo” e va cercato il tratto da cui poter continuamente ripartire. Entra in gioco la famiglia, la rete di famiglie cristiane che si aprono ad affiancare altre famiglie, nel possibile anzitutto ma anche nella verifica saggia e con prospettive di lungo terminre.
  3. Le famiglie rimandano al tessuto più ampio della Chiesa e della città. Ove “risvegliare – come amava dire il Cusmano – la carità sopita”, ove ricostruire un welfare comunitario e generativo. Con un allargarsi di attenzioni (ho visto quella ai diversamente abili, c’è tutta una progettualità in Italia per le povertà educative attenta all’insuccesso scolastico) e al mondo (il Brasile), con il Sud del mondo che aiuta a relativizzarsi e a ritrovare ciò che conta, compreso Dio che i poveri del mondo sentono molto vivo a differenza del nostro Occidente stanco.

Un dettaglio non secondario è un carisma di vita consacrata fortemente legato alla Chiesa locale … dice come tutto il Corpo ecclesiale sia coinvolto e dice come la vita religiosa abbia un compito profetico che ci spinge a vivere più attenti al compimento in Dio della storia.

Come Maria quello che ci accade lo meditiamo, lo rendiamo simbolo e ci alziamo visitandoci gli uni gli altri e leggendo la storia con gli occhi di Dio. Rinnovando fiducia, speranza, carità che spinge al vino della festa.

Maurilio Assenza