Nei giorni scorsi, nella sede acese del CSI, Centro Sportivo Italiano, in via Santissimo Crocifisso, si è svolto un coinvolgente incontro con la presentazione del volume “Suonoterapia e Massaggio Sonoro Bioarmonico“, scritto da Mirko Sollima per BioGuida Edizioni.
L’evento, inserito in “Acireale summer 2019“, cartellone delle manifestazioni estive del Comune di Acireale, è stato organizzato dalla locale Pro Loco ormai prossima a festeggiare, nel mese di agosto, il primo intenso anno di attività ed un semestre di iscrizione all’Unpli Unione Nazionale Pro Loco d’Italia.
Guglielmo Paradiso, presidente della Pro Loco e book reviewer, ha presentato il libro di Mirko Sollima sottolineandone la doppia valenza: da un lato un saggio che contempla la trattazione storica della suonoterapia, disciplina che affonda le proprie radici in conoscenze ancestrali ma con lo sguardo rivolto all’avanguardia della ricerca scientifica, dall’altro un vero e proprio manuale con cui accostarsi alla valenza benefica e curatrice del suono.
A Mirko Sollima, autore di “Suonoterapia e Massaggio Sonoro Bioarmonico” abbiamo rivolto alcune domande per meglio comprendere il campo della sua ricerca e sperimentazione.
Suonoterapia e Musicoterapia sono discipline equivalenti?
Entrambe utilizzano il mezzo sonoro come proprio campo d’azione ma con percorsi molto differenti.
La Musicoterapia è una pratica basata su un livello relazionale tra terapeuta e paziente: il primo, per facilitare le relazioni del proprio assistito con il mondo esterno, si servirà di un canale non verbale, quello appunto del suono. Nei suoi interventi il musicoterapeuta non ha un’attenzione specifica verso un determinato strumento perché utilizzerà qualunque riterrà utile per il percorso terapeutico, educativo o riabilitativo da intraprendere.
La Suonoterapia si focalizza invece sull’onda sonora, sulla vibrazione. Pur avendo delle origini antichissime, a partire dagli anni ’70 dello scorso secolo si è assistito ad un grande impulso nello studio di questa materia, indagando le ripercussioni che il suono ha a livello fisico, mentale ed emotivo. L’assunto di partenza della Suonoterapia è che il corpo sia in salute quando è in armonia e delinea delle frequenze positive: a tal uopo vengono utilizzati strumenti specifici come gong, diapason e campane tibetane.
Perché proprio questi strumenti?
Gli strumenti usati appartengono alla famiglia cosiddetta “a suono determinato” (ossia in grado di produrre suoni di altezza definita con sequenze regolari di vibrazioni, ndr.). Quando entrano in vibrazione producono una serie di suoni armonici che attraversano il corpo. Bisogna considerare che solo il 5% del suono viene assorbito dall’orecchio, la gran parte viene invece acquisita dalle cellule dell’organismo e nel profondo dell’essere, andando a coinvolgere la sfera delle sensazioni e creando armonia tra corpo e mente. Le implicazioni legate alle vibrazioni è un campo di ricerca in forte divenire: il prof. Carlo Ventura (Ordinario di Biologia Molecolare presso l’Università di Bologna, ndr.) sta studiando come le cellule staminali siano sensibili alle vibrazioni, aprendo quindi delle prospettive innovative nel campo della Medicina Rigenerativa.
In cosa consiste il Massaggio Sonoro Bioarmonico?
E’ un metodo sviluppato in dieci anni di studi e ricerche. Pendant di riferimento è l’armonia indagata da Pitagora che intuì il nesso tra musica, aritmetica e geometria. Nel corso della trattamento vengono attivate delle modalità di ascolto dei suoni verso i quali scaturisce un’attenzione particolare che induce rilassamento, risveglia percezioni di se stesso, del proprio inconscio, del modo di rapportarsi con il mondo. Il massaggio sonoro può essere effettuato in gruppo, come nella sessione dimostrativa di Acireale realizzata tra il verde del neoinaugurato cortile interno del CSI, o individualmente. Gli strumenti vengono appoggiati in determinati punti del corpo: là dove non fluisce l’energia, la successione degli armonici cambia e lo strumento utilizzato risuona diversamente, indicando all’operatore specifiche modalità di intervento.
Come si è accostato alla Suonoterapia?
La mia formazione di base è quella della Musicoterapia. Esperienze maturate in Inghilterra mi hanno avvicinato alle campane tibetane, il cui studio è proseguito a Monaco di Baviera con monaci buddhisti e ricercatori tedeschi.
La mia attuale ricerca è indirizzata al sincretismo tra le due discipline mutuando dalla musicoterapia l’attenzione e l’ascolto dell’altro, utilizzando dunque la suonoterapia all’interno di un vero e proprio setting relazionale.
Katya Musmeci