Ha preso il largo tra le acque del Porto di Catania, la barca a vela in legno LIA, costruita in kit da cinque giovani catanesi, che grazie al laboratorio “Lisca Bianca: costruzione dell’imbarcazione in kit LIA”, hanno avuto la straordinaria opportunità di percorrere un nuovo “viaggio” tra responsabilità e inclusione sociale.
Sono stati due mesi intensi- si legge in una nota della Fondazione Ebbene – quelli vissuti da Daniele, Angelo, Giuseppe, Salvatore e Antonino, i giovani coinvolti nel progetto, che tra i locali della Parrocchia Nostra Signora del Santissimo Sacramento di Librino, hanno sviluppato competenze legate al mondo della cantieristica navale e della lavorazione in legno fino a costruire LIA. Una barca, lunga 3 metri, che racchiude in ogni angolo, in ogni piccolo assemblaggio la voglia di riscrivere nuove pagine di vita. Un futuro possibile, un riscatto sociale, un modo per restituire al loro quartiere, Librino, uno spaccato di umanità rinnovata.
«È un momento particolarmente emozionante assistere al varo della nostra barca. Un grazie speciale a tutti coloro che hanno creduto in noi e ci hanno accompagnato in questo percorso di crescita e formazione», commenta Giuseppe, uno dei giovani protagonisti del laboratorio, che insieme agli altri ragazzi è stato inserito in un tirocinio di inclusione dopo la segnalazione dell’Ufficio di Servizio Sociale per Minorenni e Ufficio Distrettuale di Esecuzione Penale Esterna.
Una storia semplice, giovani che provengono da contesti difficili vivono un’esperienza straordinaria di gruppo mettendo al centro i valori della fratellanza, voglia di futuro e amore per il proprio quartiere.
«È con grande orgoglio – dichiara Edoardo Barbarossa, Presidente di Fondazione Ebbene – che presentiamo oggi alla comunità LIA. Una piccola imbarcazione a vela, che simboleggia il preziosissimo lavoro che Ebbene, insieme a tantissime realtà del territorio, realizza a Librino per contrastare disuguaglianza, illegalità ed emarginazione sociale, creando opportunità reali di protagonismo per i giovani».
E dopo il tradizionale varo si guarda già al futuro di LIA. «È importante che questa piccola imbarcazione – commenta Giuseppe Lombardo, Assessore ai Servizi Sociali e Politiche per la Famiglia del Comune di Catania – diventi uno strumento di inclusione e si possano declinare nuove strategie operative che rispondano alle esigenze dei giovani e della comunità. Siamo orgogliosi del lavoro che stiamo realizzando con gli enti del Terzo Settore, certi che i modelli di co-progettazione siano occasioni concrete per superare questo momento di particolare difficoltà».
Un invito, un mandato preciso, quello restituito da Vincenza Speranza, Responsabile dell’Ufficio Servizio Sociale Minorenni di Catania ai giovani coinvolti nel laboratorio. Essere protagonisti della loro vita e scovare tra il loro io, quello più intimo e prezioso, per dare continuità a questa preziosissima esperienza di responsabilità sociale. «Mi piacerebbe pensare che questa barca possa essere uno strumento di viaggio interiore – ha dichiarato -. Mi augurio che la giornata di oggi rappresenti l’inizio di un percorso professionale e di vita pieno di soddisfazioni».
Il laboratorio Lisca Bianca è promosso dall’omonima Associazione e dallo Scalo 5B in collaborazione con Associazione Centro Studi Opera Don Calabria, Fondazione Ebbene e il suo Centro di Prossimità Mosaico, il Consorzio Sol.Co., l’associazione C’era Domani Librino, l’Ufficio Distrettuale di Esecuzione Penale Esterna, Ufficio di Servizio Sociale per Minorenni, Lega Navale Italiana di Riposto e la Parrocchia Nostra Signora del Santissimo Sacramento.
L’iniziativa ha ricevuto il supporto della Regione Sicilia – Assessorato della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro – Dipartimento Famiglia e Politiche Sociali, fondi legge 328/2000, nell’ambito del progetto “Progetto sperimentale di contrasto al fenomeno della devianza minorile” e si inserisce nelle attività di volontariato promosse dalla Fondazione con il Sud, progetto “Officina Sociale del Volontariato Artigiano”.