Lunedi 4 novembre si sono compiuti 10 anni della morte del can. mons. Sebastiano Giampapa, parroco della Cattedrale dal 1965 al 1999. Mi sembra doveroso ricordarlo almeno per due motivi: primo perche’ e’ stato il mio parroco dal 1969 al 1994, avendo io abitato in C.so Umberto e il secondo per essere stato io, suo successore nella parrocchia Cattedrale.
L’imponenza della mole, la rigidita’ della disciplina, facevano di Monsignore quasi una persona “inavvicinabile”, ma chi aveva la possibilita’ di frequentarlo si accorgeva ben presto che dietro quell’apparenza si celava un cuore sacerdotale ed accogliente, anche se, non mancava soventemente, anche dall’altare, di rimproverare i parrocchiani.
Nelle sue quotidiane omelie, semplici ed essenziali, egli sottolineava il dovere cristiano della carita’, dell’attenzione ai deboli, del dovere della pratica religiosa. Ogni mattina recitava insieme al popolo il santo rosario, dopo celebrava la messa e poi sedeva al suo tavolo di parroco dove, tra tante carte e una piccola lampada accesa (il risparmio energetico fu una costante della sua vita), trascorreva la sua giornata.
Le persone, le riconosceva dal timbro di voce e sollevando leggermente la testa diceva “ti salutu”, mentre porgeva la mano che immancabilmente, in segno di rispetto, baciavamo.
Non nascondo che, quando mons. Gristina mi comunico’ la nomina a parroco della Cattedrale, ebbi un attimo di sussulto, anche perche’ Monsignore continuava a rimanere canonico del Capitolo del Cattedrale e quotidianamente presente per la celebrazione della messa del mattino. Mi dovetti ricredere molto presto. Monsignore non fece mai pesare (anche quando si sono operate evidenti trasformazioni) il suo ruolo di parroco emerito, mostrandosi compiacente in quello che si faceva. Trascorsero cosi’ piu’ di sette anni, in cui la Comunita’ scorse in lui un volto nuovo, ma soprattutto apprezzo’ il suo stile discreto
Poi subentro’ la malattia,così in un primo momento rimase a casa, poi insieme con la sorella si trasferi’ all’OASI “Maria SS.ma Assunta” di Aci S. Antonio. Ogni volta che lo si andava a trovare era per lui una festa. A fine ottobre di dieci anni fa si ebbe l’inesorabile declino. Ricoverato all’ospedale di Acireale, all’eta’ di ottantanove anni (era nato il 2 agosto 1920) egli concluse la sua vita terrena.
Ricordarlo a dieci anni dalla morte e’ motivo di grata memoria. E ‘ dirgli che in noi il suo ricordo e’ ancora vivo e ringraziamo il Signore per averlo avuto compagno di cammino e guida pastorale. Possa il Signore concedergli il premio riservato ai servi buoni del vangelo e dal cielo vegli su noi che in vita abbiamo sperimentato la sua paternita’ e il suo affetto.
Don Roberto Strano