Ospedale Cannizzaro / Tumore al seno, quando per curarsi non serve partire

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C’è chi ha raccontato il viaggio ostinatamente voluto durante la chemioterapia, chi quello di ritorno a Catania dopo anni in giro per l’Italia e chi quello all’estero in cui ha conosciuto per la prima volta il figlio: le testimonianze di Rosalba, Patrizia e Cetty sono quelle di tre donne colpite dal tumore al seno che hanno scelto di curarsi a Catania, all’Ospedale Cannizzaro, e non di partire verso centri del Nord Italia.
«Non vado da nessuna parte: qui ho trovato tutto quello di cui ho bisogno», ha ben sintetizzato una delle pazienti, a fianco a valigie di varie dimensioni e colori.
Ed era proprio questo- si legge in una nota dell’ufficio stampa dell’ospedale Cannizzaro – l’obiettivo dell’incontro “La ragazza con la valigia. Quando non serve partire per curare”, promosso dalle Unità Operative di Senologia e di Oncologia dell’Azienda ospedaliera Cannizzaro di Catania per iniziativa delle rispettive direttrici, la dott.ssa Francesca Catalano e la dott.ssa Giusy Scandurra, e organizzato con la collaborazione dell’Andos (Associazione nazionale donne operate al seno).
«Oggi abbiamo validissimi professionisti e ottime strutture: i viaggi della speranza non sono più una necessità e si può fermare l’esodo verso altre regioni che alimentano la mobilità passiva della Sicilia», ha detto in apertura il dott. Salvatore Giuffrida, direttore generale dell’Azienda Cannizzaro, mentre la dott.ssa Diana Cinà, direttore sanitario, ha aggiunto che «dobbiamo essere più capaci di mostrare quello che sappiamo fare».
In tal senso, i 500 accessi nell’anno in sala operatoria della Senologia sono un indicatore evidente. E le eccellenze in termini di accoglienza e di assistenza della Senologia e dell’Oncologia sono state ben illustrate dai video proposti, introdotti dalle dott.sse Catalano e Scandurra, e dalle testimonianze, moderate dalla psico-oncologa Alba Chiarlone.
L’incontro, partecipato da numerosi operatori, volontari e pazienti, è stato chiuso dalla scrittrice Cristina Cassar Scalia, che ha letto un brano di un suo romanzo: «Perché anche leggere – ha detto, tra gli applausi – è un modo per viaggiare, ma senza spostarsi».

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