“Potessi in quella notte/ vuota posare la mia fronte/ sul tuo seno grande di sempre…Potessi in quella notte/ risentire/ il mio corpo lungo il tuo possente/materno…Tu mi volgi le spalle/ io non ti chiamo/ raccolgo/ le tue impronte sul lenzuolo”.
Schietti e toccanti i versi che Goliarda Sapienza scrisse nella poesia A mia madre e di cui ne riportiamo solo una piccolissima parte. Ma forse vi starete chiedendo chi sia Goliarda Sapienza, perché sono in molti a non conoscerla e sono pochi che parlano o hanno parlato di lei, e allora?
Non aggiungeremo altro, per non svelarvi troppo e perché questo ha a che fare con la conclusione di una bellissima passeggiata che ci ha fatto sognare, che ci ha fatto viaggiare nel tempo, tra storia, leggende, letteratura e cinema. Tutto questo ha che fare con una bellissima iniziativa intrapresa in occasione della giornata internazionale dedicata alle donne, intitolata La Sicilia è Donna – Il volto femminile di Catania.
Oggi 8 marzo, Festa della donna, l’Associazione Regionale Guide Sicilia ha organizzato un viaggio affascinante sulle tracce di alcune figure femminili nascoste tra le pieghe della nostra storia in cui troppo spesso emergono preponderanti solo figure maschili. Nonostante il clima sociale fortemente influenzato dai recenti accadimenti che hanno portato prescrizioni, restrizioni e vietato occasioni di ritrovo in luoghi chiusi, affollamenti e tutto ciò che caratterizza solitamente le manifestazioni in programma per ricorrenze come quelle dell’8 marzo, a Catania ci si è voluti comunque concedere una interessante ed appassionata passeggiata all’area aperta per celebrare la donna e, dunque, alcune figure femminili siciliane di cui, forse, si conosce poco o nulla.
Ripercorrendo alcune strade ed alcune piazze del centro storico di Catania, in una domenica mattina in cui anche le condizioni metereologiche hanno voluto essere clementi, è stato possibile avventurarsi in un itinerario che ci ha fatto scoprire maggiormente il volto femminile della città. Molti i riferimenti a donne che si sono distinte nel corso della storia siciliana, tante come i volti femminili che riempiono l’immagine della Sicilia che contrassegna il logo dell’evento; ma per ovvi motivi ne citeremo solo alcune.
Davanti la casa del Verga si è parlato di Giselda Fojanesi, detta anche La sposa del nord nel romanzo di Piero Isgrò di cui è la protagonista.
Giselda, originaria della Toscana, giunse in Sicilia, insieme alla madre, per insegnare italiano e religione alle ragazze di buona famiglia; dopo aver conosciuto il Verga ed aver avuto una relazione con lui fu costretta a sposare Mario Rapisardi, un poeta da strapazzo, un uomo gretto e paranoico che si innamorò della maestrina vessandola ed umiliandola ma non riuscendo comunque a cancellare i sentimenti di lei per il celebre scrittore tra le cui braccia, invece, ella troverà sempre il conforto e la passione che non riuscirà a ricevere dal marito. E’ interessante ricordare che, impegnato all’epoca nella stesura della Storia di una capinera, è alla Fojanesi che il Verga chiese una dettagliata descrizione della nuova esperienza del convitto per poterne avere termine di raffronto con quanto narrato nel suo libro. Scoperto, però, il tradimento con l’amico Giovanni, il Rapisardi la ripudiò e Giselda potè tornare in Toscana ritrovando la sua indipendenza. Dedicatasi, nel frattempo, unicamente ai libri e coltivando nuove amicizie, riuscì a laurearsi e ad ottenere alcune cattedre di italiano nelle scuole superiori, prima di Bai e poi di Perugia; continuò i suoi studi proseguendo con gli interessi pedagogici fino a divenire una precorritrice della Montessori.
Proseguendo per via Vittorio Emanuele fino a piazza San Francesco, il tour ha raggiunto Palazzo Gravina per citare la storia di una delle famiglie più nobili di Catania, appunto quella dei Gravina, ed in particolare per ricordare la figura di Maria, figlia del Principe Gravina di Ramacca, moglie del conte Anguissola di San Damiano e amante del celebre D’Annunzio. Da costui ella ebbe anche una figlia, Renata, o Ciucciuzza come la chiamava lui, che rimarrà la prediletta del D’Annunzio. L’unica con cui egli manterrà un rapporto, documentato da un interessante carteggio in cui si evince che la bambina, non appena imparò a scrivere, scrisse di continuo affettuosissime lettere al padre e fu colei che si prese cura dello stesso quando, a seguito di un incidente in battaglia perse quasi del tutto la vista all’occhio destro. Forse per questo motivo fu anche l’unica figlia ad entrare in qualche modo a far parte dell’opera letteraria del D’Annunzio attraverso il personaggio di Sirenetta, nella sua opera in prosa lirica chiamata Notturno.
Dopo via Crociferi, tra storie vere e leggende, in piazza Università è stato ricordato il coraggio di Andreana Sardo che, nell’aprile del 1849, riuscì a salvare il palazzo dell’Università di Catania e con esso tutti i libri e il materiale scientifico che si trovavano all’interno del più antico ateneo della Sicilia, da un terribile incendio. Ella riuscì, infatti, a convincere il capitano borbone Nunziante non solo a non distruggere quel luogo ma, lo stesso capitano che ne rimase colpito, le affiancò alcuni soldati ed insieme spensero l’incendio.
Vicino alla Badia, invece, dove una volta c’era la vecchia sede del giornale La Sicilia è stata onorata la memoria di una donna straordinaria come Mariagrazia Cutuli, giornalista vittima di un attentato a Kabul. In un momento storico in cui chi fa informazione appare sempre più spesso assoldato dal potere politico, il giornalismo di Mariagrazia ci parla del vero obbiettivo, del vero scopo che dovrebbe prefiggersi chi fa informazione e cioè raccontare la verità, i fatti e non darne un’interpretazione personale e di parte. Mariagrazia Cutuli lo ha fatto anche a costo di mettere a repentaglio la propria vita. Insieme a lei sono state ricordate i parenti delle vittime della mafia, in particolare le mogli e i figli dei morti nelle stragi; ancora Letizia Battaglia, bravissima fotografa palermitana che ha raccontato a suo modo la mafia degli anni ’70 ‘80 e che ha fotografato per prima Piersanti Mattarella trucidato dentro la propria auto.
Dopo poche successive tappe, il tour si è concluso, come promesso, in quartiere purtroppo famoso per motivi poco felici ma oggi risanato e reso caratteristico grazie alla voglia di riscatto dei cittadini catanesi. Parliamo del quartiere San Berillo e di piazzetta delle Belle, oggi rinominata Piazza Goliarda Sapienza. Goliarda, figlia di una sindacalista in seconde nozze troppo impegnata per prendersi cura della famiglia, e di un avvocato socialista, visse all’epoca del fascismo, dove le venne preclusa la possibilità di studiare nelle scuole pubbliche per paura che queste potessero forgiare il suo pensiero. Inizialmente iniziò a studiare a casa ma ben presto cominciarono ad emergere le sue doti artistiche di attrice, ballerina e affabulatrice della parola e nel 1943 si trasferì con la madre a Roma, dove frequentò l’Accademia d’Arte drammatica. Le piaceva la recitazione perché con essa poteva esprimere la pienezza e la contraddizione del suo animo ma non le piaceva la falsità del mondo in cui vivevano gli attori, dunque si dedicò alla scrittura ma i suoi tormenti interiori la portarono a tentare il suicidio per ben due volte. Morirà nel 1966 come scrittrice senza fama, oggi è però riconosciuta tra le maggiori autrici letterarie italiane del Novecento.
La storia non è fatta solo di grandi uomini ma anche di tante donne forti, coraggiose e audaci, o forse fragili ma determinate, che hanno dato un contributo di valore e che meritano comunque di essere conosciute e ricordate.
Cristiana Zingarino