Coronavirus e dintorni / Ad Aci Sant’Antonio i ragazzi del catechismo recitano il coronarosario

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   In momenti drammatici, come questo che stiamo vivendo con il coronavirus, viene fuori quella “cultura” di cui siamo impastati, che affonda le radici nella civiltà ellenica e in quella romana, come nella tradizione delle radici cristiane, volutamente non menzionate nella Costituzione dell’Unione Europea, ma insita nel cuore di molti credenti.

  La paura, come sempre, ci ricorda che abbiamo bisogno di Dio! Si ritorna a pregare con più convinzione e devozione, supportati da una tecnologia, esasperata o denigrata, che al momento risulta più che mai utile.

  Quasi tutti i parroci, per lo più giovani ed esperti, si sono affidati al web e ai social. Celebrano l’Eucaristia, sì in solitudine, ma raggiungono le nostre case e riescono a tenere unita la comunità con un maggior numero di presenze on-line di quante ce ne fossero alla Messa più seguita.

  A Castiglione, don Orazio Greco, oltre ai vari incontri spirituali, all’Adorazione Eucaristica e alla Via Crucis, sistematicamente trasmessi in diretta e in streaming, domenica scorsa, dopo aver officiato all’altare della Basilica di San Giacomo, dedicata a Maria SS. della Catena, ha reso partecipe il popolo, affacciandosi dal portale della bellissima chiesa, per impartire la benedizione con la reliquia.

  Ad Aci Sant’Antonio, don Angelo Milone, supertecnologico, tutte le sere a debita distanza da don Harry, il vice parroco, si rivolge ai fedeli con semplicità e confidenza, in brevissime omelie. Il 17 marzo, giorno della commemorazione di Sant’Antonio abate, ha celebrato all’altare del Santo, il giorno dopo nella cappella di San Giuseppe.

  Il numero delle persone collegate in diretta, sia nell’uno che nell’altro caso, varia e spesso raggiunge o supera il centinaio. Certamente non tanti, almeno in questa Parrocchia molto più popolosa di quella castiglionese.

  Però si continua a gettare il seme, con sempre nuove iniziative, rivolte soprattutto ai giovanissimi. Infatti il parroco e i catechisti operanti nella parrocchia di S. Antonio abate, con senso di responsabilità e una buona dose di fantasia, hanno creato un circuito fra i fanciulli: il Coronarosario, cioè il Rosario recitato da loro stessi, nelle loro abitazioni, postando poi, un proprio breve video della recita del Padrenostro e delle Ave Maria. L’idea è stata subito condivisa con entusiasmo, dai più grandicelli.

   I ragazzini, ormai, più che gli adulti sono esperti in questo genere di comunicazioni e trovarsi al centro dell’attenzione, forse li gratifica tanto quanto vincere ad uno dei giochi virtuali, perché rappresenta la novità.

   Fanciulle e fanciulli, uno alla volta, raccolti in preghiera dinanzi a immagini sacre o semplicemente rivolti alla telecamera, recitano le poste del Rosario con espressione compunta e seria, consapevoli del particolare momento che stanno vivendo e la fiducia di affidarsi a Dio e alla Madonna. Non più per loro, la monotonia del Rosario in chiesa (nelle famiglie la buona abitudine si è persa), bensì un “passaparola” di “perle d’amore” offerte agli utenti di Fb e di altri social.

  Carmela Tuccari

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