Se mai qualcuno avesse pensato che la donazione di sangue fosse una prerogativa dei cattolici (ma lo sappiamo che non lo è, anche se fortemente auspicabile come caratteristica distintiva di carità nel nome di Cristo che ha versato il proprio sangue!) e di altre confessioni religiose cristiane, e che in particolare, ci fossero anche altri la rifiutano oltre ai Testimoni di Geova, per esempio i musulmani, si sbaglia di grosso!
La donazione di sangue è gesto di amicizia, di fratellanza, di solidarietà concreta, non di parole ma di fatti, tra gli uomini.
Ne ha dato dimostrazioni, martedì 24 marzo, la comunità islamica di Sicilia, a Catania, nei locali della Moschea della Misericordia di piazza Cutelli, rispondendo prontamente alle richieste del Centro nazionale Sangue e delle associazioni di volontariato di donare sangue in questo tempo di coronavirus, per non aggiungere all’emergenza sanitaria in atto in Italia anche l’emergenza sangue.
Dopo gli accordi intercorsi con l’Arnas Garibaldi e con l’Advs Fidas di Catania, Kheit Abdalhafir, imam della moschea catanese, la più grande del Sud Italia, e presidente della Comunità islamica di Sicilia ha dichiarato, al termine della giornata: “Oggi abbiamo fatto gli esami di idoneità a quanti ho potuto raggiungere telefonicamente e nel breve tempo a disposizione; e, nonostante il cattivo tempo con la pioggia e le restrizioni di mobilità, è stato un primo passo. Ma vogliamo continuare a dare il nostro contributo ai bisogni della città con la donazione di sangue”.
Bello vedere giovani e coppie provenienti dal Marocco, dall’Algeria e dall’Egitto, dalla Siria e dalla Guinea-Bissau offrire le proprie braccia per sottoporsi al prelievo per gli esami di idoneità, come segno di generosità che lascia ben sperare in una più larga partecipazione alla campagna di promozione della donazione di sangue nei giorni a venire da parte della Comunità islamica provinciale.
Vincenzo Caruso