Acireale / In Cattedrale solo i presbiteri alla Messa Crismale di mons. Raspanti diffusa su Facebook

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E’ stata celebrata la mattina di martedì 26 maggio nella Basilica Cattedrale di Acireale la ‘Messa del Crisma’ che, a motivo della pandemia del Covid-19, non fu possibile celebrare nella sua tradizionale collocazione del Giovedì Santo, prima dell’inizio delle celebrazioni del ‘Triduo Pasquale’.
Presieduto come da tradizione dal vescovo della diocesi di Acireale, mons. Antonino Raspanti, il sacro rito, quest’anno officiato alla presenza unicamente del presbiterio diocesano, in prossimità della solennità della Pentecoste che conclude il Tempo liturgico di Pasqua, è stato anche diffuso attraverso la pagina Facebook della diocesi a motivo del contingentamento dei posti in chiesa.
Con il canto d’ingresso ‘Veni, Creator Spiritus’, si iniziava la celebrazione in modo atipico, tra le restrizioni ancora vigenti a causa del virus, in quanto non si svolgeva la tradizionale processione del vescovo insieme con i  presbiteri, i quali sedevano sparsi tra i banchi della chiesa.
La proclamazione della Parola di Dio introduceva il rito nel corso del quale due erano i momenti principali: la rinnovazione delle promesse che i presbiteri avevano fatto nel giorno della propria ordinazione sacerdotale e la consacrazione degli olii santi, cioè il Crisma con cui si amministrano i sacramenti del battesimo, della cresima e delle ordinazioni sacerdotali e vescovili, l’olio dei catecumeni per il battesimo e quello degli infermi per l’amministrazione del sacramento dell’unzione degli infermi.

Mons. Raspanti benedice gli olii santi

La Parola di Dio proclamata nell’occasione si basava sull’invocazione allo Spirito Santo. Sia nella prima lettura che nella pericope evangelica echeggiava il salmo ‘Lo Spirito del Signore è su di me’, con cui Gesù, annunciando nella sinagoga di Nazareth che in Lui si era rivelata proprio la presenza dello Spirito di Dio, apre il cuore indurito dei discepoli alla piena comprensione delle Scritture.
Nell’omelia, il vescovo evidenziava come, avendo il carattere straordinario degli attuali eventi obbligato al rinvio di  questa celebrazione, si sia ormai alla conclusione del Tempo liturgico di Pasqua e, dunque, nell’imminenza del ritorno al Tempo ‘ordinario’, con l’auspicio che esso possa effettivamente ritornare tale, cioè che si rientri nella normalità precedente al diffondersi del virus.
Pur nell’inesorabile trascorrere dei tempi, il Cristo continua, comunque, a rivelarsi nella storia dell’umanità attraverso l’operato di testimoni fedeli. La testimonianza di Cristo agli uomini è la Sua Incarnazione. Se gli occhi umani vedono l’avvicendarsi di gioie e dolori nel percorso quotidiano, l’umanità, pur vulnerabile al dolore ed alla morte, è risorta con Cristo, Signore del tempo e della storia, il quale ha assicurato alle fragili creature una permanenza oltre la morte, cioè la vita eterna, pur tra le incertezze che il futuro può riservare. Purtuttavia, come i due discepoli di Emmaus, anche tutti noi siamo in cammino verso la meta finale della Santa Gerusalemme Celeste.
Al termine della celebrazione, altro momento tradizionale è stato il messaggio del vicario generale della diocesi mons. Giovanni Mammino, il quale affermava nell’occasione che ci ritroviamo, pur obbligati dal virus al rispetto del distanziamento interpersonale, comunque uniti in comunione con Cristo, attraverso la concreta adesione al messaggio evangelico e la perseveranza nel compimento delle opere buone, che non è una ‘lunga cosa’ bensì una ‘sequela di brevi cose’.
Infine, mons. Mammino annunciava che la prossima annuale ‘Giornata pro-Seminario’, tradizionalmente prevista per la domenica di Pentecoste, è quest’anno rinviata alla prima domenica del Tempo liturgico di Avvento’.

Nando Costarelli

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