È stato, la rappresentazione di “Odissea” nello spettacolare e fascinoso sito delle Gole dell’Alcantara, come percorrere a ritroso un viaggio di oltre 2000 anni, in uno scenario naturale unico. Un viaggio avventuroso caratterizzato dalle battaglie del personaggio principale, Ulisse, giunto poi a buon fine con la classica vittoria del bene sul male.
“Dalla voglia di viaggi, avventure, furbizie e battaglie della giovinezza, il naufrago Ulisse approda, nella maturità, a un desiderio di pace, giustizia e prosperità familiare. Un percorso anche esistenziale. E il pubblico applaude”. Così il regista Giovanni Anfuso presenta il protagonista, che poi sulla scena si sdoppia: Ulisse giovane, che è caratterizzato da impulsività e irruenza, e Ulisse vecchio, saggio e paziente.
Il racconto, pure nella ristrettezza dei tempi previsti, si è snodato fluido, accompagnato da ripetuti applausi a scena aperta, il più sentito dei quali è scattato a una frase del saggio re dei Feaci, Alcinoo: “Un naufrago va accolto sempre, per legge umana e divina”. In questo richiamo all’uomo eterno migrante emerge la grande attualità della complessa esperienza vissuta da Odisseo.
E attuali sono anche la maga Circe e la stessa Penelope, moglie di Ulisse. La maga, dalla ricca chioma bionda, droga gli uomini della ciurma con cibo e bevande per poi trasformarli in maiali, prima di tentare di sedurre Ulisse. Ma questi, grazie a interventi divini, rimane immune, si sottrae agli incantesimi della maga e libera i suoi compagni, a riprova che il bene trionfa sempre sul male. Così la furba Penelope che, per non darsi ai Proci, escogita di decidere quando completare la sua tela, che di giorno fa e di notte disfa, così da non finirla mai.
La recita si inizia con la scena di Telemaco che parla ai Proci, proprio di fronte al pubblico, affascinato dall’ambientazione, proprio là dove il fluire delle acque del fiume dà la sensazione ai presenti di trovarsi sulla nave di Ulisse. E si conclude con la definitiva cacciata dei Proci da parte di Ulisse, il quale usa l’arco che può adoperare lui solo.
La fine dello spettacolo è stata salutata da un applauso che non finiva più, a segnalare il gradimento del pubblico per l’Ulisse siciliano, pubblico ammaliato da giochi di luci e suoni unici, musiche e danze semplici e avvolgenti, tanto da dare agli spettatori la sensazione di essere non solo spettatori ma anche attori di uno spettacolo unico.
Dopo l’anteprima di mercoledì 22 e la prima recita di ieri, lo spettacolo prevede, in tutto, otto repliche a settimana, da giovedì a domenica, fino al 23 agosto.
Ad affascinare il pubblico dell’anteprima, formato per la stragrande maggioranza da giornalisti, è stata, secondo il regista Giovanni Anfuso “la figura di Odisseo visto come eroe migrante, impegnato in un infinito percorso che non è soltanto geografico, ma esistenziale”.
Maria Pia Risa