Un gesto di riconoscimento pubblico per l’impegno profuso in ambito della sua attività lavorativa, svolta in collaborazione costante e proficua con la realtà ecclesiale, quello compiuto dal vescovo, mons. Antonino Raspanti, lo scorso giovedì 27 agosto, nei confronti del comandante della Compagnia dei Carabinieri di Acireale, capitano Giovanni Rubino.
Nei locali del Palazzo vescovile di via Genuardi, si è svolto, infatti, l’incontro per la consegna al rappresentante dell’Arma dei Carabinieri dell’ onorificenza “Pro Ecclesia et Pontifice”, concessa dalla Santa Sede, consistente in una pergamena rilasciata dal Santo Padre e relativa medaglia.
“Io ho apprezzato la persona del capitano perché ho avuto mille contatti con lui e con l’Arma e ho potuto notare la versatilità, la ricchezza umana che ha sempre manifestato in questi quattro anni, nell’esercitare la sua carica istituzionale qui. Ho chiesto e poi ottenuto questa onorificenza pontificia per premiarne la discrezione, l’intelligenza, la pacatezza e l’attenzione al bene comune nei confronti di questa città, sotto la sua giurisdizione e sotto quella della diocesi, con cui egli ha operato in tutto questo periodo”, ha dichiarato mons. Raspanti.
Uno svolgere il proprio compito, da parte del capitano Rubino, con dedizione e con senso di attenzione agli altri, alla collettività ed a ciò che essa necessita anche dal punto di vista religioso.
Una onorificenza di grande valore morale…
“È un riconoscimento che mi riempie di orgoglio, di soddisfazione e mi emoziona molto e va a suggellare un rapporto di grande collaborazione, di dialogo intenso, concreto, schietto, con il massimo rappresentante della diocesi di Acireale, ma anche con tutte le articolazioni sul territorio della stessa diocesi”.
Certamente presuppone anche un profondo senso di fede
“Ritengo che il nostro non sia soltanto un lavoro ma anche una missione, quindi da questo punto di vista sembra essere più vicino ad un’interpretazione quasi religiosa della vita che svolgiamo al servizio della comunità, proprio come accade per la Chiesa. Ci sono state affidate delle comunità e dobbiamo fare di tutto affinché si sentano protette da noi e seguite da un punto di vista spirituale dalla Chiesa”.
Un mestiere che vi espone a situazioni di rischio e reale pericolo
“Non ci si pensa quando si affrontano le difficoltà con lo slancio tipico del carabiniere, con grande passione e dedizione al dovere. I rischi vengono calcolati, indubbiamente, altrimenti si sarebbe degli sprovveduti, ma vengono messi in conto ed il bene della comunità viene sempre prima di tutto”.
Rita Messina