E’ approdata nuovamente a Catania la seconda edizione della rassegna MITOFF, dedicata al teatro classico.
Dopo il debutto a Noto di ”Eracle”, la tragedia di Euripide ha già fatto tappa a Catania con un doppio spettacolo, andato in scena la stessa sera del 28 agosto per la congrua richiesta di partecipazione purtroppo limitata dalle normative vigenti anti-covid, all’interno del Cortile Platamone, nell’ambito della rassegna Catania SummerFest, per una produzione “Compagnia degli Eventi” supportata dalla collaborazione dell’Associazione Esclarmonde.
La rassegna, proseguirà nuovamente a Noto il 4 settembre prossimo con “Edipo Re” di Sofocle mentre è stata annullata la tappa a Taormina a causa delle normative da rispettare a seguito dell’emergenza sanitaria.
Ideata e diretta dal regista e attore catanese Salvatore Guglielmino, MITOFF nasce con l’obiettivo di creare un nuovo modo di narrare e concepire le tragedie classiche; esse, infatti, esaminando la durezza della situazione umana fanno emergere un dialogo interiore con il divino su cui si sviluppa tutto il dramma psicologico; così, grazie ai miti del passato, su cui nei secoli si è basata la nostra società, il teatro si mischia con l’amore e la morte per dar vita ad uno spettacolo capace di suggerire spunti di riflessione per il presente.
Chi è Salvatore Guglielmino? Perché ama farsi definire il cantattore?
Il cantattore innanzitutto perché sono anche un cantante anzi la mia storia artistica inizia proprio dalla musica, come musicista e cantante e cantautore e poi, quasi come un passaggio obbligato ma naturale sono approdato al teatro. In realtà, questo passaggio era qualcosa che mi portavo dentro già dall’adolescenza ma qui abbiamo un po’ la cultura di dover fare una cosa sola alla volta e quindi lo avevo accantonato. La vita, però, che sa sempre dove ti deve portare, pian piano mi ha riproposto questo percorso e prima mi sono avvicinato al teatro musicale; ho iniziato così a scrivere per il teatro musicale, ho iniziato a scrivere delle opere come l’Orlando Furioso, con cui abbiamo fatto tante date in tutti gli anfiteatri siciliani, la Lupa, come musical. E da lì è stato quasi naturale approdare alla prosa e al teatro. Inoltre, poiché sono sempre stato innamorato della cultura greca, quindi del teatro classico, pian pianino, nella mia crescita professionale ho lavorato sempre affinché potessi arrivare al teatro classico e dall’anno scorso mi sono inventato questo progetto di MITOFF e grazie ai produttori che hanno creduto in me, mettiamo in scena delle rappresentazioni del teatro classico.
Ma le sue rappresentazioni hanno delle peculiarità, quali?
Mito OFF, vuol dire innanzitutto il teatro un po’ fuori dai canoni, un teatro povero, minimalista: fatto ad esempio di pochi elementi scenici per far lavorare la fantasia del pubblico che deve sforzarsi di immaginare luoghi, ambienti e contesti. Poi è un teatro che vuol rendere tutto quanto più possibile di facile comprensione: gli spettacoli non durano molto per non stancare lo spettatore; nei miei adattamenti cerco di arrivare subito agli snodi, ai messaggi più importanti che erano quelli degli autori delle tragedie ma, ai quali, aggiungo anche i miei di messaggi. Infine, chiamiamola così, la “bravata” più bizzarra è quella di trascurare i cori e ciò che questi avrebbero dovuto dire io lo metto in bocca a personaggi già esistenti o a personaggi che io aggiungo di mia fantasia; anche con questo espediente cerco di arrivare più facilmente al pubblico.
Il suo vuole essere comunque un adattamento dei miti del passato a contesti e situazioni presenti?
E’ così e le confesso che non è affatto difficile. Perché, in realtà, la cultura greca ha condizionato molto la cultura occidentale per cui siamo inevitabilmente legati a questa cultura che è stata però inficiata dal cattolicesimo che ha posto molti veti, rimossi i quali è possibile ritrovare nuovamente la relazione con la cultura ellenica. Personalmente ho una mia particolare idea delle divinità greche che traspare ovviamente nelle mie rappresentazioni.
Quale vuol essere il suo messaggio nelle rappresentazioni di MITOFF?
Nella rappresentazione di Edipo Re, ci sarà un forte messaggio relativo agli dei ovvero chi erano veramente questi dei e cosa volevano e che, secondo me, ancora oggi esistono sotto mentite spoglie.
In Eracle il messaggio ha comunque il suo riferimento alle divinità perché sarà la gelosia di Era a condizionare la vita di Eracle, ma il focus della storia è che probabilmente in tutte le tragedie che viviamo anche oggi, c’è dietro una perdita di senno e, chissà, provocata da chi.
Cristiana Zingarino