Santa Venerina / La vita e le opere del pittore Primo Panciroli in un incontro dell’associazione Stocusvit

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Panciroli e la moglie Maria

Nella chiesa Sacro Cuore di Gesù di Santa Venerina con il patrocinio della Diocesi di Acireale e del Comune, ha avuto luogo sabato 12 settembre  il secondo evento storico-culturale promosso dall’associazione culturale “Stocusvit” sull’artista Primo Panciroli, autore delle tempere che impreziosiscono l’interno della chiesa.
In apertura dell’evento Gesuele Sciacca, presidente dell’Associazione, ha dato il benvenuto a tutti ed ha ringraziato quanti si sono prodigati per la buona riuscita della manifestazione. Padre Giovanni Marino  ha fatto un breve excursus sulla costruzione della chiesa, i cui lavori sono iniziati il 10 maggio del 1875, e che venne aperta al culto il 29 giugno 1888. Ha fatto cenno agli eventi sismici, alle  ricostruzioni e riparazioni, alle opere di miglioramento e messa in sicurezza della struttura. Inoltre, ha manifestato  piena condivisione per l’iniziativa.
Il prof. Giovanni Vecchio, coordinatore dell’iniziativa, ha esordito rilevando che questo evento  vuole essere un prosieguo del primo, avvenuto  il 30 maggio 2015, alla presenza della dott.ssa Francesca Migneco, già soprintendente ai Beni Culturali e Ambientali, e dell’architetto Giuseppe Marano, funzionario direttivo della Soprintendenza.
Essendo presenti nella chiesa due opere del Panciroli aventi come oggetto l’Eucaristia, il prof. Vecchio ha scelto di iniziare  l’incontro con il canto “Panis Angelicus” di César Frank, composto nel 1872  e il cui testo latino è stato tratto dall’inno di S. Tommaso D’Aquino. Questo famoso canto religioso è stato quindi eseguito dalla eccellente voce di Orazio Giovanni Vecchio.
Relatore  d’eccezione è stato il dr.  Antonio Pasquale Calabrò , che  fin da giovane ha sempre dipinto e nutrito passione per l’arte pittorica e, dopo essesse entrato in quiescenza, ha intensificato il suo impegno artistico e culturale.

Panciroli e la moglie Maria

Venuto da Roma per l’occasione dell’evento, egli ha  iniziato la sua relazione evidenziando che è stata la conoscenza delle opere eseguite dal Panciroli nelle due chiese “ S. Maria del Rosario”  e “ S. Maria e i dodici Apostoli” di Bagnara  Calabra a  dargli l’input per condurre delle ricerche  sulla vita e le opere  di Primo Panciroli.
Il Panciroli nacque a Roma il 2
giugno 1875 da genitori emiliani Andrea e Poli Carolina, la sua infanzia fu triste in quanto rimase orfano di  madre  a soli sette anni, ed, essendo figlio di un combattente delle guerre di Indipendenza,  venne iscritto  all’Istituto S.Michele di Roma  dove ebbe occasione di studiare, prima sotto la guida di Alessandro Ceccarini , scultore e pittore,  e in seguito sotto  la guida del celebre Cesare Maccari.
Venne ammesso nell’Istituto di Arti e Mestieri  e stando a contatto con pittori , scultori e incisori,  si distinse per le sue doti artistiche espletate nel disegno, decorazioni, tempere, affreschi. Pur  in condizioni  umane disagiate, eseguiva  degli acquerelli, ma purtroppo, modesto per carattere , non riusciva a parlare di sé e  del suo lavoro e molte opere rimasero nell’anonimato. Per questo motivo   ricavò poco  profitto e fu per lui una mortificazione.
In seguito eseguì pitture e affreschi, decorazioni su soffitti di case ad Acireale ( casa Musumeci e casa Nicolosi), a Roma (casa Parisi e casa Perroni). Nel 1907 venne chiamato ad Acireale per decorare la navata centrale della Cattedrale  iniziata dal notissimo Giuseppe Sciuti, ed egli la portò a termine fedelmente  nel rispetto del bozzetto originario. Durante il soggiorno ad Acireale si fidanzò con Maria Spina  e quando il sacerdote  Antonino Lanza della chiesa “Sacro Cuore di Gesù” lo contattò per decorare l’edificio sacro, egli accettò con entusiasmo.                                            Attraverso filmati ed immagini Calabrò ha illustrato le opere che si trovano in Sicilia  (nelle chiese di Acireale, S.Venerina,  Fiumefreddo di Sicilia, Ragusa  e Val Di Noto) e nella sala consiliare del Palazzo di Città di Acireale;  in Italia ( nelle chiese  di Roma, Siena, Venezia  Livorno, Levico, Ravenna), in Calabria nelle chiese di Bagnara Calabra, all’estero a Pietroburgo presso il palazzo del principe Abamelech e  nella chiesa copta  al Cairo.
L’esperto ha coinvolto i presenti invitandoli ad ammirare le meravigliose tempere della nostra chiesa realizzate in tre periodi: nel 1907 e seguenti  ” L’Ascensione di Gesù Cristo”, “Il Trionfo della Croce, rispetttivamente nella calotta e nell’arcone del coro maggiore; dal 1911 al 1913  dipinse in un’abside “l’Adorazione del Divino Agnello” e nell’altra abside  “La Gloria del SS Sacramento dell’Eucarestia”.
Nel terzo periodo, 1920,  dipinse nelle lunette della cupola le quattro Virtù: la fede, la speranza, la giustizia, la carità e nelle pareti laterali “La moltiplicazione dei pani e dei pesci” e “ L’Ultima cena di Nostro Signore Gesù Cristo”. Eseguì inoltre, il disegno del pulpito, ma la messa in opera è stata attribuita al noto scultore Mariano Vasta.
L’illustre pittore ricevette apprezzamenti da moltissime persone, soprattutto dal primo  vescovo di Acireale mons. Genuardi.
Panciroli morì  il 13 settembre  1946 ad Acireale lasciandoci eccellente memoria di sé e delle sue  opere pregevoli.
Mons. Giovanni Mammino, vicario generale della Diocesi di Acireale, ha precisato che  dietro le opere del Panciroli c’è non solo l’artista, ma il committente che offre le idee, il messaggio teologico che invita  a riflettere sui disegni  divini. Certamente Panciroli si confrontò con il parroco don Antonino Lanza, di buona formazione teologica.
Mons. Mammino ha affermato, inoltre, che l’opera del Panciroli, eseguita nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù a S.Venerina, dato il periodo storico, rientra nel progetto di eseguire una chiesa grande e bella per manifestare l’ascesa economica, sociale e religiosa del piccolo centro di Santa Venerina che allora, essendo frazione di Acireale, con desiderio aspirava ad ottenere l’autonomia comunale.
La serata è stata  integrata anche con il canto “Laudato si’, mi Signore” sul ben noto testo di San Francesco, eseguito magistralmente da Daniela Greco con l’accompagnamento alla chitarra di Gesuele Sciacca.
L’evento  è stato  compartecipato  con attenzione ed interesse da un nutrito numero di persone. L’associazione “Storia, Cultura e Sviluppo Territoriale”, constatato che  il Panciroli ha dato lustro alla nostra chiesa e alla città di Santa Venerina, merita un riconoscimento, pertanto presenterà  una richiesta all’Amministrazione Comunale per intitolare all’illustre artista una via di Santa Venerina.

                                                                                                                                 L. V.

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