Acireale / Don Ronchi e don Verdi portavoce della Parola di Cristo nell’assemblea diocesana moderata dal vescovo Raspanti

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“Il contagio del Vangelo: per una Chiesa in missione” è il tema dell’incontro che si è svolto nella Cattedrale di Acireale. L’assemblea diocesana, convocata e moderata dal nostro vescovo Antonino Raspanti per dare inizio al nuovo anno pastorale, ha discusso della crisi dei fedeli dovuta forse non solo alla pandemia, che invece di avvicinarci ancora di più a Cristo ci ha fatti allontanare, e di conseguenza, nasce l’inquietudine tra i sacerdoti su come sostenere e guidare le comunità che Dio ha voluto affidare loro.
L’incontro ha visto protagonisti, o meglio quali portavoce della Parola di Dio, due grandi uomini di fede: don Luigi Verdi e padre Ermes Ronchi. Due personalità con carismi molto diversi ma accomunate dall’amore per Gesù Cristo e per i fratelli.

Da sin: don Ronchi, mons. Raspanti e don Verdi

Don Luigi Verdi, fondatore e coordinatore della Fraternità di Romena, ha risposto alle domande del nostro vescovo su come riuscire a superare questa crisi, sostenendo che: “dobbiamo avere il coraggio del cambiamento, avere fame di Cristo ed essere innamorati di Lui, non spetta a noi dare un senso alla vita ma è tutta la vita che ha un senso – e continua – rompiamo gli schemi e ritroviamo l’essenza delle cose semplici e naturali per incontrare Dio”.
Don Luigi ci consiglia di guardare al futuro senza avere ruoli e progetti ma compiti da svolgere, perchè lungo la strada della vita si incontrano i fratelli e non puoi calpestarli per arrivare alla meta.
Infine prendendo esempio dal brano del vangelo dei discepoli di Emmaus dove Gesù cammina con la gente senza farsi riconoscere, conclude “Condividiamo il dolore dei discepoli lungo la via per Emmaus; Gesù fa finta di andare via lasciandoli liberi ma solo alla fine spezza il pane, si fa riconoscere e fa nascere in loro il desiderio della relazione con Lui”. Dobbiamo ribaltare tutto e camminare insieme: “Non bisogna partire dall’Eucarestia, perchè è l’ultima tappa, bisogna invece fare come Gesù che è stato con la gente e solo alla fine si è dato”.
Padre Ermes Ronchi, presbitero e teologo dell’Ordine dei Servi di Maria, in questo tempo di pandemia ha imparato a diventare “amico del tempo e a prendersi cura dei più fragili” perché è così che la debolezza si trasforma in forza per affrontare ciò che stiamo vivendo: “la salute dei più deboli salva la salute dei più forti”.
Padre Ermes parla anche dell’importanza della fede “che non è ciò che diciamo di Cristo ma ciò che viviamo di Cristo”, e la si può comunicare anche attraverso lo sguardo, “noi possiamo trasmettere Cristo con gli occhi”. Continua: “Casa di Dio siete voi se custodite libertà e speranza (Eb 3.6). Noi saremo autentici testimoni di Cristo se sapremo diffondere soprattutto ai giovani non la dottrina ma la speranza, che è corda verso il futuro”.
E conclude: “i cristiani operino con creatività, trovino nuovi linguaggi e modi per comunicare il Vangelo”.
Con la speranza nel cuore, siamo fiduciosi nell’operato dei nostri vescovi e parroci che ogni giorno pregano per noi e per l’umanità intera.

Maria Catena Sorbello

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