Si è svolto ad Acireale il seminario di formazione in due tempi per assistenti sociali su “Il sistema integrato dei servizi alla persona: i gruppi di lavoro”, organizzato dal Centro di Cultura per lo Sviluppo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dall’Ente Attività Sociali di Acireale, diretto dalla dott.ssa Grazia Brex, recentemente accreditato quale Agenzia Privata di formazione dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali. La direzione scientifica è stata affidata alla prof.ssa Rita Bichi dell’Università Cattolica, mentre docente del corso è stato Franco Vernò, esperto di politiche sociali e formatore. Vi hanno partecipato 47 assistenti sociali appartenenti sia ad Enti pubblici che privati e provenienti dalle province di Catania, Messina, Siracusa, Palermo, Agrigento, Enna e Reggio Calabria.
Nella prima parte (13-14 gennaio) Vernò ha presentato gli scenari attuali in Italia in cui i livelli essenziali delle prestazioni previsti dalla legge 328/2000 non sono stati garantiti e tutto oggi viene rapportato alla disponibilità economica per la copertura della spesa favorendo soltanto forme di solidarietà breve, scarsa anche la funzione degli organi partecipativi e forte la tendenza riduzionistica e localistica di fenomeni complessi come, ad esempio, quello delle migrazioni. Altro aspetto rilevante della tendenza in atto è l’eccesso di aziendalizzazione che sottovaluta i “beni relazionali” e la possibilità di definire “dal basso” le tipologie delle risposte ai bisogni della persona. In questo contesto interpretativo i gruppi di studio, coordinati da Maria Pia Fontana, Carmela Cosentino e Carmela Impeduglia, hanno fatto emergere alcuni nodi culturali generali come la scarsa consapevolezza negli Amministratori dell’autonomia tecnico-professionale degli assistenti sociali con interferenze di varia natura che ricadono sul lavoro di gruppo e scarsa produttività dei gruppi finalizzati a garantire partecipazione.
A questi si aggiungono, tra l’altro, dei nodi burocratici (regole e procedure rigide e lunghe), carenze di organico e sovraccarico di lavoro per i professionisti impegnati in gruppi di lavoro, mancanza di linee guida tra servizi, come quadro di riferimento per gli operatori, e precarietà contrattuale che spesso incide su un possibile investimento nel lavoro di gruppo. A conclusione dei laboratori sono state prese in esame tre diverse tipologie generali di gruppi di lavoro: i gruppi di programmazione, i gruppi di progettazione e i gruppi di gestione.
La seconda parte del seminario si è svolta nei giorni 10 e 11 febbraio ed è stata incentrata sulla leadership come ruolo e come funzione, sulla centralità della comunicazione nel gruppo e sul “clima”, che è la variabile che identifica quell’insieme di elementi, percezioni, opinioni, sentimenti, che determinano l’atmosfera complessiva del gruppo, la qualità dell’ambiente di lavoro. Il prof. Vernò ha concluso il suo intervento con l’affermazione che “un gruppo attivato che non evolve in gruppo di lavoro è sempre e comunque una sconfitta che porta delle perdite a più livelli. Per le singole persone è un’occasione persa per crescere professionalmente e per sviluppare nuovi approfondimenti, per le strutture organizzative che li hanno attivati è la privazione di un’opportunità di trasformazione e cambiamento”.
Nei laboratori è stata elaborata una mappa delle esperienze di coordinamento in gruppi formalizzati ed informali e ,infine, una mappa delle conoscenze e delle competenze necessarie, possedute o da acquisire.
Giovanni Vecchio