Diocesi di Agrigento / Con il progetto “Archeo&Fede” recupero del patrimonio ecclesiastico e dei beni archeologici della Valle dei Templi

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Sarcofago di Ippolito e Fedra

Sono in corso le attività della manifestazione, realizzata con il contributo dell’Assessorato Regionale per il Turismo, il Museo Diocesano dell’Arcidiocesi di Agrigento e l’Associazione Ecclesia Viva,  per la quale, alcune istituzioni del territorio –  Comune di Agrigento, Soprintendenza Beni Culturali, Parco Archeologico Valle dei Templi, Ordine degli Architetti, Distretto Turistico valle dei Templi,  Comitato Agrigento 2020 – , hanno concesso il loro patrocinio gratuito,  riconoscendone l’alta valenza culturale e l’incidenza turistica che avrà sul territorio.
“Il progetto ARKEO&FEDE_dalla Valle al Colle ha la mission  – dice don Giuseppe Pontillo – direttore dell’Ufficio Beni Culturali dell’ Arcidiocesi di Agrigento,  di mettere in rete le testimonianze provenienti dalla Valle con le testimonianze architettoniche e artistiche della Città medievale che il progetto ARTE&FEDE I PERCORSI permette di custodire, valorizzare e promuovere”. Con l’evento franoso del 1966 il Sarcofago di Ippolito e Fedra, unitamente ad altri tre, furono trasferiti nella chiesa di San Nicola e nel Museo Archeologico.
“Il progetto – spiega in una nota della diocesi di Agrigento -don Pontillo – prevede il recupero concreto del Patrimonio ecclesiastico attraverso diverse fasi, dalla movimentazione dei beni archeologici dalla Valle dei Templi alla loro ricollocazione in Cattedrale, creando nel frattempo una manifestazione culturale con ricaduta sul territorio. L’operazione permette di riportare le opere nella sede espositiva della Cattedrale riunificando così gli attrattori culturali del Grand tour, con percorsi dalla Valle dei Templi al Colle”.
I viaggiatori del Grand Tour dopo avere visitato la Valle dei Templi salivano ad Agrigento per potere visitare le tracce archeologiche della città e in particolare il Patrimonio archeologico custodito nella Cattedrale. «Credo di non aver mai veduto cosa più stupenda in fatto di bassorilievi, né più perfettamente conservata», sono le parole di ammirazione di Johann Wolfgang von Goethe, che, come altri viaggiatori illustri del Grand Tour, rimase colpito dalla bellezza della scultura del sarcofago di Ippolito e Federa. Queste testimonianze costituirono il primo nucleo collezionistico della Cattedrale voluto da mons. Turano nell’800, che costituì il primo Museo dei Tesori della Cattedrale, il cui Patrimonio confluì nel Museo Diocesano, voluto e realizzato da mons. Peruzzo su progetto di Franco Minissi.

Sarcofago di Ippolito e Fedra

I sarcofagi oggetto della visita dei viaggiatori del Grand tour sono stati studiati e pubblicati da diversi studiosi, tra i più illustri Vincenzo Tusa.
La manifestazione prevede, oltre allo spazio allestito in maniera multimediale per una migliore fruizione all’interno degli spazi espostivi della Cattedrale, anche una serie di interventi di esperti del settore, in questa fase, a causa del recente DPCM, online tramite webinar che potranno essere seguiti in diretta. La seconda fase prevede la realizzazione della mostra percorso e la sua apertura sempre nel rispetto delle previsioni dei DPCM.
Alla fine della manifestazione, essa avrà un ricaduta sociale e turistica duratura, poichè si prevede la collocazione permanente dei sarcofagi in Cattedrale, loro collocazione originaria, aumentando il valore turistico del Centro storico.
L’ Arcidiocesi di Agrigento, l’Associazione Ecclesia Viva, sostenuti dall’Assessorato al Turismo della Regione siciliana – dice ancora don Pontillo –  ha fortemente sostenuto questo progetto perché, siamo convinti, al di là della valenza culturale e storica, che questo intervento potrà sostenere la Città e il centro storico, conosciuto poco per le sue potenzialità e per l’enorme patrimonio storico artistico e molto più per le sue ferite. Prevediamo, tramite studi di settore, l’ accelerazione di un processo virtuoso teso all’uso ottimale delle risorse culturali del territorio in termini di tutela, valorizzazione e fruizione, e in questo tempo contingente della emergenza Covid di incidere con una operazione di welfare culturale per il benessere della persona. Ci attendiamo- conclude don Pontillo –  continuando le iniziative dei privati nel centro storico, di stimolare altre iniziative imprenditoriali, collegate direttamente o indirettamente ai beni del territorio.

 

 

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