L’ultimo album di Fiorella Mannoia “Padroni di niente” è un riflesso, un’emozione presente, è un album figlio di un periodo storico preciso, ricco di pensieri scaturiti da un evento eccezionale, da qualcosa che non ci era mai successo, da una vita che non avevamo mai vissuto e mai immaginato di vivere.
Un album – si legge in una nota illustrativa – che racconta proprio le riflessioni nate nelle difficili settimane della primavera 2020, riflessioni che ciascuno può riconoscere come proprie, emerse in quei “giorni chiusi”, per citare la canzone di Ultimo che ha anticipato l’uscita dell’album, sperando che abbiano presto “un prato per volare fuori”. Emblematica la copertina dell’album, chiaramente ispirata al quadro “Viandante sul mare di nebbia” di Caspar David Friedrich, con la differenza che il “Viandante” di Friedrich è intento a guardare il mistero di un orizzonte di nebbia, mentre il “Viandante” di Padroni di Niente, Fiorella, osserva la civiltà, la propria, ci si specchia dentro e riflette su tutto il bello e il brutto che l’uomo ha costruito…
“Padroni di Niente” è anche il brano di apertura dell’album e il pensiero che si cela dietro ad esso è chiaro: la consapevolezza che nessuno è padrone di nulla, perché è bastata una minuscola entità biologica per mettere in ginocchio un’intera umanità, compreso quel mondo, il nostro, che credevamo invincibile. “E se fosse che stiamo davvero sbagliando e facendo il più brutto dei sogni mai fatti?”, recita la canzone. Forse ci si dovrebbe concentrare di più sul valore vero della vita e su ciò che ad essa dà senso. Questa è l’anima della canzone e anche l’anima dell’album stesso, che prosegue raccontando in musica chi siamo, nel bene e nel male, il mondo che è in continuo cambiamento e che se da una parte si evolve, migliora, si modernizza ogni giorno di più, dall’altra a volte si ha l’impressione che si allontani dall’altruismo e dai valori di solidarietà.
Non mancano poi i sentimenti, gli amori, come quello premuroso tra madre e figlia, e ovviamente l’invito a non smettere mai di sognare, come unica ed eterna speranza per andare avanti.
La produzione, la realizzazione e gli arrangiamenti dell’album rispondono tutti ad un’unica esigenza: andare all’essenza delle cose, anche a livello sonoro. E tutto, nell’album infatti, ruota intorno a questo obiettivo. Prodotto da Carlo di Francesco, “Padroni Di Niente” è un album tutto “suonato”, “vivo”, senza molta elettronica… Un ritorno all’essenziale.
Così come nel precedente disco, “Personale”, anche qui torna la formula della “canzone sospesa”, che prende spunto dalla tradizione napoletana del “caffè sospeso”. Fiorella condivide uno spazio nel proprio album con un’artista emergente, la cantautrice Olivia XX con cui duetta sulle note di “Solo una figlia” (ultimo brano, che racconta le storie difficili, tragiche, di due giovani ragazze).
In “Padroni di niente” Fiorella, attraverso le canzoni che canta e le storie che racconta, vuole porre l’attenzione su noi stessi, sull’uomo, sulla nostra visione E la nostra “umanità”, quella da cui bisognerebbe ripartire per non ritrovarci, appunto, “Padroni di niente”.