Intervista / Lella Cutuli e la “Rete d’oro” che aiuta le donne vittime di violenza a riprendersi la propria vita

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A due giorni dal 25 novembre, Giornata dedicata dalle Nazioni Unite alla lotta contro le violenze sulle donne, abbiamo intervistato la presidente dell’ associazione ”La rete d’oro”, ente del terzo settore, Lella Cutuli; laureata in Scienze politiche ad indirizzo sociologico, e vicina, quindi, al mondo del volontariato, è fortemente convinta dell’importanza di poter offrire un sostegno alle donne vittime di violenza.
In questo anno così particolare non si può sorvolare su una data così importante, il 25 novembre, anche perché è proprio in questo momento che l’attenzione sulle donne è necessaria. Anche se oggi la violenza alle donne è un argomento alla ribalta, la sua origine risale alla comparsa dell’uomo sulla terra. Da sempre la donna è stata vittima della forza e della volontà maschile. La nostra formazione patriarcale, nonostante le lotte e i passi avanti, è questa e la donna continua ad essere, ancora oggi purtroppo, preda dell’uomo.

Lella Cutuli

Dott.ssa Cutuli  quando è nata questa associazione?
L’associazione “La rete d’oro” è uno sportello antiviolenza. Nasce nel maggio del 2018, fondata da donne professioniste nel settore della formazione e del sociale, nonché nell’ambito legale. Ognuna, comunque, ha una formazione specifica per poter dare un valido aiuto in presenza della violenza di genere.  Naturalmente abbiamo iniziato con un corso di formazione che ha dato la possibilità di avere in campo professioniste specializzate nell’ascolto.

Avete una sede legale?
L’Associazione ha un comodato d’uso con il Comune di Acireale, dove è aperto uno sportello in via Capomulini 12, e con il comune di Aci Sant’Antonio dove lo sportello ascolto si trova in piazza Cantarella. Il centro ascolto offre orientamento e sostegno cercando di portare verso l’indipendenza queste donne che si rivolgono a noi.

Ma fattivamente come le aiutate?
Ci muoviamo a seconda dei casi, provvediamo, quando è necessario, per un’accoglienza temporanea in luoghi protetti. Lo sportello provvede ad aiutare donne che subiscono violenza di qualunque genere, non soltanto domestica ma anche nei posti di lavoro; siamo disponibili per aiutarle a capire il percorso da mettere in atto per uscirne.

L’assessore comunale di Acireale Palmina Fraschilla (con la fascia tricolore) e Lella Cutuli

Da dove nasce l’idea di questo centro di sostegno?
Nasce dal desiderio di aiutare le donne in forte stato di bisogno. Oggi la legge le tutela, ma una volta, quando una donna era vittima di violenza, non sempre trovava aiuto. Attualmente le varie associazioni che ci sono nel territorio hanno proprio il compito di indirizzarle verso le scelte più idonee e aiutarle a non commettere altri errori che possano compromettere la loro sicurezza e quella dei figli. Una volta, invece, la donna si trovava da sola a sostenere problemi che coinvolgevano il suo stato fisico e spesso anche economico. Adesso, invece, attraverso questi sportelli di ascolto e le case di accoglienza e, soprattutto, attraverso le normative che, dopo tante battaglie, le donne sono riuscite ad ottenere, grazie alle modifiche sulla violenza e sul femminicidio, le associazioni possono muoversi con efficacia e dare un aiuto sostanzioso.

 Una volta, quando una donna subiva violenza, la famiglia non la supportava sempre perché vedevano la cosa come una vergogna; oggi è cambiato?
 Un tempo, soprattutto quando la donna si separava, era ritenuta una vergogna perché nella nostra cultura la presenza di un uomo rappresentava una garanzia. Oggi, anche per l’indipendenza economica che molte donne hanno raggiunto, questo concetto è stato superato. Bisogna dire, comunque, che allo sportello antiviolenza si rivolgono soprattutto le donne che fanno parte delle fasce più deboli, soprattutto economicamente, donne che non hanno un lavoro e percepiscono il reddito di cittadinanza o che lavorano in nero e che subiscono proprio perché la parte culturale non è sviluppata e quindi hanno timore a rivolgersi alle istituzioni o alle assistenti sociali per paura di vedere allontanati i bambini, cosa che per una madre rappresenta la tragedia più grande. Lo sportello ascolto, con tutte le professionalità è un punto di appoggio importante per le donne che si trovano in difficoltà, le aiuta a muoversi senza magari mettersi subito in gioco perché c’è la possibilità di sbagliare. Il nostro cellulare è attivo 24 ore su 24, il numero è 3249297657. Abbiamo anche un contatto facebook “La Rete D’Oro ets”.

In primo piano Margherita Ferro, Consigliera di Parità per la Sicilia, e a destra Lella Cutuli

In questo triste periodo le chiamate sono aumentate?
Purtroppo l’emergenza del Covid 19 ci ha portato a sospendere i colloqui presso gli sportelli di Acireale e di Aci Sant’Antonio, però siamo rimasti a disposizione per quanto riguarda le emergenze a mezzo telefono, attraverso il cellulare, e devo dire che in questo periodo sono tante le chiamate. Noi le abbiamo seguite proprio psicologicamente, sostenendole, consigliandole e dobbiamo dire che abbiamo visto anche dei risultati, alcune donne, infatti, sono riuscite ad avere il coraggio di porre fine a queste relazioni così distruttive per sé e per i figli. Sappiamo bene i danni che subiscono i bambini quando in casa assistono a violenze domestiche, danni che si portano dietro per tutta la vita.

Voi cosa fate?
I componenti del gruppo, ognuno nel suo campo, cercano di attivare un percorso di indipendenza. Nell’ultimo periodo alcuni casi erano proprio riferiti alla convivenza che ha obbligato le persone con il lockdown a rimanere bloccati a casa, peggiorando i problemi già esistenti.

Ci sono persone che, anche a percorso avviato e allontanate da casa, tornano insieme?
Sì, qualcuno torna indietro soprattutto per i figli, ci sono tante varianti;però devo dire che molte donne che stiamo seguendo in questo momento si sono affidate alla cura delle sociologhe e delle psicologhe e soprattutto all’assistenza legale perché noi abbiamo, all’interno della nostra associazione, sia la penalista che la civilista. La donna deve essere seguita in tutto il complesso percorso proprio uscire fuori dal tunnel.

Come è composto il gruppo de “La rete d’oro”?
Questo gruppo è coeso, è formato solo da donne ed è suddiviso fra soci ordinari: e sono praticamente le socie che hanno seguito il corso di formazione e ricevono le donne che hanno bisogno; e socie sostenitrici, cioè sostengono l’associazione economicamente. L’associazione in questi due anni ha curato diverse convenzioni con i Comuni vicini e ha adottato la nuova carta dei diritti della ”Bambina” con la collaborazione della Fidapa di Gravina di Catania e quasi 100 commercianti del Comune di Acireale. L’8 Marzo dello scorso anno, molti hanno risposto positivamente a questa famosa carta dei diritti della “Bambina”. Certamente è importantissimo fare rete perché l’associazionismo è la nostra forza: per esempio, per aiutare una donna ci siamo dovuti rivolgere ad altre associazioni per trovarle un luogo protetto, dato che necessariamente doveva uscire da casa. Aiutandoci con le altre associazioni e facendo rete si può arrivare al successo.

Mariella Di Mauro

 

 

 

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