Serie D di calcio pronta alla ripartenza – si spera, almeno – dopo lo stop al torneo imposto dall’emergenza pandemica dalla quale non si è ancora venuti fuori sicché resta difficile capire il perché di certe decisioni degli organi di gestione del calcio. Né può darsi credito all’esigenza di favorire i recuperi delle numerose gare rinviate, sulla quale si è provato a poggiare le ragioni dello stop. O meglio: se si ferma il calcio, e se, soprattutto, si ferma dopo aver provato a ripartire, allargando le maglie delle tante restrizioni e riportando anche piccole frange di pubblico sulle tribune, non si riesce a capire – me lo spieghi qualcuno – perché il provvedimento non abbia interessato il calcio dei profitti ovvero il calcio che fa cassa sui diritti televisivi.
Si è continuato a giocare in Serie A e in Serie B, si è continuato a giocare in C, sacrificando
i tornei dilettantistici – dall’Eccellenza in giù – e, subito dopo, anche la Serie D, categoria che rappresenta la linea di demarcazione tra i due mondi. Questione di protocolli, si è detto. Di fatto, a fare le spese dell’emergenza è stato soprattutto il calcio vero, il calcio che dà gusto alle domeniche più di uno spezzatino ormai indigesto, il calcio che libera passioni autentiche e accende i campanili. Questo calcio, riassaggiato dopo aver toccato i fasti della Serie A, aveva preso a restituire gusto alle mie domeniche, la partita subito dopo il pranzo, la corsa allo stadio dopo avere ingoiato l’ultimo boccone, sapori antichi da tempo dimenticati, sacrificati come sono stati a business e tecnologia.
Riparte (o così almeno pare), la Serie D, la prima domenica di dicembre (e non l’ultima di novembre come si era detto in un primo momento), con la speranza, stavolta, di poter percorrere fino in fondo il suo cammino, e riparte l’Acireale che con la vittoria esterna sul Marina di Ragusa, nell’ultimo turno disputato, era riuscito ad agguantare il vertice della classifica sia pure in condominio con il Messina di Pino Rigoli, una tra le formazioni meglio attrezzate del torneo, la Cittanovese dell’ex Piero Infantino e la sorpresa San Luca. Primato in condominio per i granata di Giuseppe Pagana che, dopo aver battuto all’esordio il Rende, erano stati costretti a rallentare la corsa, pareggiando a Troina e, dopo aver superato con il minino scarto il Sant’Agata, cedendo clamorosamente sul campo dell’Acr Messina, altra formazione che punta al vertice.
E meno male che il successo sul Biancavilla e quello, soffertissimo, di Ragusa (rigore di Rizzo nel finale) hanno restituito slancio ad una squadra costruita per vincere ma che ancora non è riuscita ad esprimere appieno il potenziale di cui dispone. Così come non è riuscita ad esprimere quel gioco spumeggiante che non di rado sfoggiò la stagione scorsa, con quale delizia dei palati fini del tifoso acese ci vuole poco ad immaginare.
Non ho ancora visto alla prova dal vivo l’undici di Pagana (mi riprometto di farlo nell’occasione della sfida con il Licata, alla ripresa del torneo) ma ho la sensazione che la squadra senta (e immancabilmente soffra) il peso delle responsabilità di cui i pronostici le fanno carico. E questo a prescindere da certi mutati equilibri, tecnici e tattici. Squadra più saggia, voglio dire, di quella che non ho mancato di ammirare la stagione scorsa, meno sbarazzina e meno impertinente, forse, ma sicuramente più saggia, più equilibrata (Saro Bucolo sulla fascia di mezzo è una garanzia) oltre che più consapevole del ruolo che è chiamata a recitare nel torneo che si appresta a ripartire.
Ci sarà da affrontare il Licata, formazione di buon livello, che incalza da presso il quartetto delle battistrada, e che non nasconde le proprie ambizioni. Squadra ostica, di sicuro, quella di Campanella, di buona cifra, da tenere d’occhio a scanso di brutte sorprese. Quale Acireale per la ripartenza? La squadra, in pratica, a parte alcuni giorni di riposo, non ha
smesso di allenarsi, ma si vedrà sul campo se e fino a qual sia riuscita a mantenere, soprattutto sul piano mentale, la migliore condizione e, comunque, il passo giusto per dare consistenza alle sue ambizioni. Nei dettagli tecnico-tattici della sfida con i gialloblù è ancora presto per entrare, così come è ancora presto per ipotizzare il modulo di gioco o magari soltanto le strategie alle quali Pagana farà ricorso per garantire alla squadra il migliore impatto con un avversario forte e ambizioso. Come lo sarà subito dopo la Cittanovese di Infantino: la Serie D riparte e entra nel vivo…
Giovanni Lo Faro