Il volume “Santa Tutelar Padrona” – L’iconografia acese di Santa Venera – del dott. Fabio Francesco Grippaldi , presentato nel corso di una conferenza nella Cattedrale di Acireale, è stato realizzato a coronamento della mostra di opere su Santa Venera provenienti dalle chiese della Diocesi e da alcune collezioni private, ospitata nel Museo diocesano nel 2019.
“Santa Tutelar Padrona” del dott. Grippaldi inizia con i “Saluti”. Il Vescovo Antonino Raspanti: “Via della Pulchritudinis”, ovvero la Parola; il Vicario Giovanni Mammino: la storia d’amore tra Acireale e la sua Santa; il Direttore della Pastorale, don Roberto Fucile: la bella iniziativa della mostra; la Presidente della Reale Cappella di S. Venera, prof. Simona Postiglione: l’autore e curatore della mostra, Fabio Grippaldi ; il parroco della Cattedrale, don Mario Fresta: documentazione storico-artistica della mostra.
Infine, sull’ ideale di bellezza e bontà, di nobiltà e onestà di S. Venera, una ”Premessa” del prof. Maurizio Vitella dell’Università di Palermo.
Elegante la riproduzione artistica, specie la copertina; pregevoli il catalogo fotografico e i monili per S. Venera. Da annotare i contributi di Maria Concetta Di Natale e Maurizio Vitella.
Nel Museo Diocesano di Acireale, la mostra sulla “Santa Tutelar Padrona” è stata molto avvincente per le opere d’arte di insigni Autori, nel corso di tre secoli. Profondo il pensiero di Alfio Fichera, autore di “Il volto di Santa Venera”: “ La fede astratta è privilegio dei filosofi: il popolo nella sua ingenua semplicità ha bisogno dell’immagine e del simbolo che personifica quasi il sentimento collettivo, simbolo che dalla venerazione comune trae argomento di maggiore bellezza, bellezza che l’artista gli trasfonde per intima suggestione e per ispirazione a volte sovrumana”.
All’autore, dott. Grippaldi, abbiamo posto qualche domanda.
Interessante la storia delle origini del culto di S. Venera nella chiesetta della contrada Reitana – con Dio Padre dipinto “alla greca” – confinante con l’ospedale, dove la Santa faceva miracoli ai malati. Quale secolo?
Jaci del XIII secolo: il territorio è di eredità bizantina, quindi greca, rinnovato dai Normanni.
L’incisione su carta di un autore siciliano (1665) nella Biblioteca Zelantea è molto significativa…..
Sì. Tutto l’insieme è di gran significato: S. Venera protegge il popolo orante e la città dall’Etna minacciosa.
Della vasta iconografia sulla Santa in Acireale e nel territorio, quale opera le piace di più e perché?
Preferisco l’olio del 1642 di Giacinto Platania, inizio dell’iconografia acese. E’ la Santa titolare della città. Dopo il Concilio di Trento il culto di S. Venera, relegato alla Reitana, è esteso nel XVII secolo a tutta la città.
Alessandro Vasta associa S. Venera alle suore Carmelitane, vestita come loro, nel secolo XVIII; perché?
Il culto di S. Venera inizia nella chiesa del Carmine, quindi è dipinta con tale abito. Segue una diatriba con il Senato e la decisione del bel busto d’argento. Non è assolutamente carmelitana”.
Anna Bella