Canto al Vangelo ( Cfr. Gv 1,29)
Alleluia, alleluia. Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato dal mondo!”. Alleluia
Vangelo ( Mc 1,7 – 11 )
In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Parola del Signore
Riflessione
La Liturgia di questa domenica presenta il brano del vangelo di Marco nel racconto del battesimo di Gesù nel fiume Giordano.Questo episodio rappresenta l’ inizio della vita pubblica di Gesù. E’ proprio il Battista ad indicare Gesù come il Messia, alla folla che accorreva a lui per farsi battezzare.
Giovanni aveva battezzato fino a quel momento un battesimo di conversione, esortando la folla a cambiare vita e a mettersi in ascolto di Dio, adesso, visto Gesù, Giovanni lo riconosce come il Messia atteso dalle genti che battezzerà in Spirito Santo.
Giovanni aveva preparato la via del Signore gridando nel deserto di convertire i cuori induriti, di spianare i sentieri perché veniva tra loro Colui al quale non era degno di slegare il laccio del suo sandalo.
E’ da sottolineare qui la profonda umiltà di Giovanni il Battista, il profeta più grande, che sa mettersi dietro Gesù, alla sua sequela, nel momento in cui Gesù è in mezzo a loro.
Dirà infatti alla folla che lo circondava: “Egli deve crescere, e io invece diminuire”.
Giovanni è figura del testimone, del discepolo che avendo incontrato il Cristo, si mette alla sua sequela annunciando nel deserto dei cuori induriti, nei sentieri scoscesi e storti che Gesù è in mezzo a noi, esortando alla conversione e ad aprire il cuore per accogliere Gesù.
Giovanni è anche colui che insegna al discepolo di Cristo, l’umiltà; l’umiltà di chi sa di essere il mezzo dell’annuncio: voce di uno che grida nel deserto, ma mai il fine, il fine è sempre quello di indicare Gesù e farlo conoscere a coloro che ancora non l’hanno incontrato.
Il sapersi mettere da parte per far crescere Gesù e non il proprio io, è la prova dell’autentico discepolato cristiano.
Giovanni è anche figura del discepolo che gioisce davanti al Signore che viene, invitando ogni cristiano ad annunciare le meraviglie compiute da Dio, come ricorda il Salmista biblico nel Salmo Responsoriale di questa domenica: “Ecco, Dio è la mia salvezza; io avrò fiducia, non avrò timore, perché mia forza e mio canto è il Signore; Egli è stato la mia salvezza. Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, proclamate fra i popoli il suo nome, proclamate fra i popoli le sue opere, fate ricordare che il suo nome è sublime”.
Letizia Franzone