Acireale / La festa di San Sebastiano più religiosa

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Nel 2021, ancora il mondo in preda al Covid/19, la festa di San Sebastiano, in pieno svolgimento, è molto ridimensionata. Tuttavia la parte essenziale è curata molto attentamente dal decano della basilica, don Vittorio Rocca, che ha scritto una bella preghiera per l’immaginetta di San Sebastiano, distribuita a tutti i fedeli. Le strade hanno qualche decorazione in onore del Santo, specie nel quartiere di piazza Porta Gusmana, dove c’è una statua del Santo da qualche anno e la sede di un gruppo di giovani devoti di San Sebastiano, inneggianti a lui. L’illuminazione della piazza Lionardo Vigo è abbastanza vivace, suscitando in chi l’osserva il senso della novità.

Festa di San Sebastiano: il triduo

Sabato 16, domenica 17 e lunedì 18, alle ore 19, triduo come da programma della festa in onore di San Sebastiano, compatrono di Acireale, con la fervorosa partecipazione di molti devoti. La vigilia, celebrazione della Santa Messa e recita dei Vespri. Il primo giorno, Don Vittorio, dopo il cordiale saluto a tutti, presenta l’illustre don Alfio Cristaudo, docente di Cristologia e teologia patristica allo “Studio teologico San Paolo” di Catania, aperto non solo ai Seminaristi, ma anche a consacrati e laici, con un centinaio di partecipanti.

Don Alfio Cristaudo traccia la storia di San Sebastiano

Don Cristaudo ripercorre la vita del Santo protettore, specie durante gravi pestilenze; infine, ritrae il suo atroce martirio: è buttato in una fogna, dopo essere stato colpito da micidiali frecce. Il culto di San Sebastiano viene portato in Sicilia dai Normanni, diffondendosi prodigiosamente in tutta la Regione. Singolare, una storia di cinquecento anni fa: Acireale, colpita da una terribile pestilenza, la supera, grazie a San Sebastiano, definito in scritti storici “il comandante”, portato con slancio in processione nella città. Inoltre, leggiamo in scritti d’epoca che, per opera sua, ogni male viene messo in fuga: data l’attuale pandemia, di cui stiamo sperimentando la drammaticità, rivolgiamoci a lui.

La profonda citazione di San Paolo

Nella sua lettera agli Efesini, a proposito della Parola di Dio, San Paolo difende i simboli della vita cristiana,  quali  “lo scudo della fede”; la “spada”; la “corsa”, ovvero la battaglia dei cristiani  contro gli spiriti del male, contro i virus del male, che mettono a rischio l’esercito di Cristo con i suoi pacifici soldati.  San Sebastiano custodisce i martiri del suo tempo, combattendo per Cristo: oggi, certi virus dell’odio sono pericolosi. Don Alfio sostiene che non intaccheranno la nostra fede, se attingiamo alla fraternità tra tutti i popoli: è questo l’incitamento di Papa Francesco, nella recente enciclica “Fratelli tutti”, in cui sprona tutti ad aprirsi ai fratelli, ad incontrare gli altri; a respingere l’egoismo, purtroppo diffuso nel nostro tempo.

San Sebastiano festa religiosa
San Sebastiano ad Acireale (foto d’archivio)

Don Cristaudo analizza tre virus

Primo: l’indifferenza, che riduce le persone ad oggetti, quando non  servono più. Secondo: l’incomunicabilità, ovvero l’incapacità di comunicare con gli altri, il rifiuto del dialogo, la violenza della discussione, specie tra i politici, tramutata in stile dal popolo, come rileva Papa Francesco. Terzo: la crescita di paura e odio. Epoca d’incertezza, di razionalismi con atteggiamenti razzisti, rifiuto della compassione, mentre i cristiani devono accogliere chi soffre. Interessanti le citazioni di Padre Agostino Gemelli, Benedetto XV, S. Giovanni Paolo II contro la guerra; attuale quella del Presidente della Repubblica, Mattarella, in un suo recente discorso: ”Continuare a camminare, senza isolarsi: siamo tutti sulla stessa barca”.

San Sebastiano, militare difensore dei diritti

L’isolamento non è la via della speranza, mentre lo è la cultura dell’incontro.                           San Sebastiano è un militare, che difende i diritti, tra cui quello della fede, in un periodo storico – la fine del secondo secolo – in cui l’imperatore è considerato un dio. Rilevante, la persecuzione contro i cristiani. San Sebastiano accusa i sacerdoti pagani, i quali, intransigenti, spronano i soldati ad  esercitare la violenza, in base agli ordini. Per tutti i cittadini cristiani invece non vi è neanche bisogno dell’esercito, in vigore anche in tempo di pace. Citazione dello scrittore Tertulliano, che avanza il problema del cristiano: “Il soldato, che diventa cristiano, non può accettare più la condizione militare, in base alla sua nuova coscienza”. Il Santo sostiene che non bisogna scendere a compromessi: accusato, è martirizzato.

Don Cristaudo, secondo lei, il soldato combattente non potrebbe correre il rischio di perdere la fede in Dio?                   

“La guerra è un’esperienza brutale, quindi chi ne viene fuori, penso che possa correre il rischio di perdere la fede; oppure, la brutalità mette a dura prova fede e anche fiducia nell’umanità. La guerra è distruttiva”.

La testimonianza cristiana oggi è poco apprezzata, forse perché la gente in campo religioso è piuttosto superficiale. Come si potrebbe far mutare questa mentalità?                                                                     

S. Paolo V I dice che il mondo ha bisogno di testimoni, non di mezze figure. La gente ha bisogno di sperimentare la freschezza evangelica: a volte gli atti religiosi o ecclesiastici, se non sono animati dalle logiche evangeliche rischiano di diventare  sterili e autoreferenziali.

Anna Bella                                                                                                                                                                                         

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