Canto al Vangelo ( Cfr.Mc 9,7 )
Lode e onore a te, Signore Gesù! Dalla nube luminosa si udì la voce del Padre: “Questi è il mio Figlio, l’amato: ascoltatelo! Lode e onore a te, Signore Gesù!
Vangelo domenica 27 febbraio ( Mc 9,2 – 10 )- Seconda domenica di Quaresima
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche.
E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia».
Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!».
E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
Parola del Signore
Riflessione sul vangelo di domenica 27 febbraio
La Liturgia di questa seconda domenica di Quaresima, presenta il brano del vangelo di Marco nel racconto della Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor.
Gesù porta con sé Pietro, Giacomo e Giovanni su un alto monte, in disparte, e qui si trasfigura davanti a loro- si legge nel brano. Questi tre discepoli saranno gli stessi che Gesù porterà con sé al Getsemani, dove vivrà l’inizio della sua passione.
Sul monte, in disparte dalla folla, i tre discepoli contemplano lo splendore di Gesù, tanto da desiderare di porre la loro dimora su quel monte: Rabbì, è bello per noi essere qui, facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia. E mentre contemplano Gesù i discepoli udirono una voce dalla nube che diceva:”Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!”.
Questi tre discepoli fanno l’esperienza della vicinanza con la realtà divina di Gesù, vedono la sua bellezza e grandezza. Provano timore e allo stesso tempo una profonda gioia nel cuore, tanto da voler fissare lì, in quel momento, la loro dimora.
Momenti di grazia e momenti di sconforto
E’ l’esperienza che il cristiano vive dentro il suo cammino di preghiera in certi momenti di grazia. Momenti che ridonano vigore e nuovo slancio al cammino spirituale per affrontare i momenti del Getsemani. I momenti cioè nei quali si sente la solitudine, lo sconforto, l’abbandono, e facendo memoria del Tabor, non si cade nel torpore del dolore. I discepoli infatti, di fronte a Gesù trasfigurato nella sua gloria, desiderano rimanergli accanto, a differenza di quando si trovarono di fronte a Gesù trasfigurato dal dolore nel Getsemani, dove si assopirono, lasciandolo solo.
Nei momenti di prova, infatti, bisogna fare memoria dell’incontro con Gesù, dell’incontro nel quale si è udito l’invito del Padre: Ascoltatelo!
Il cammino del cristiano è un cammino fatto di Tabor e di Getsemani, di momenti nei quali si sente il fervore della sequela e di momenti in cui si sente tutta la stanchezza e la demotivazione. Bisogna vigilare sempre con la preghiera, l’ascolto della parola di Dio, l’Eucarestia, il digiuno e la carità fraterna. In questo tempo quaresimale si è chiamati infatti, ancor di più a stare con Gesù nella preghiera, per fortificarsi, convertirsi e prepararsi all’incontro con il Risorto, come prega il Salmista biblico nel Salmo Responsoriale di questa domenica: “ Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi”.
Letizia Franzone