Mister Sebastiano Neri illustra, sulla base della sua pluridecennale esperienza con i giovani, come riconoscere e valorizzare il talento. Sempre in un’ottica di educazione, formazione e sensibilità nei confronti dei ragazzi dei quali si ha la responsabilità di essere davvero allenatori.
Mister Neri / Riconoscere e coltivare il talento
“La fortuna non esiste, esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunità”, scriveva Seneca. Sappiamo riconoscere il talento? Cosa osserviamo in un bambino per identificare doti che possono essere nascoste? Cominciamo con il dire che uno sport complesso e multifattoriale come il calcio contiene diversi talenti. Può esserci un talento tecnico, uno che spicca per intelligenza sportiva; può esserci un talento agonistico o di leadership e personalità oppure un talento fisico. Tutti questi fattori concorrono alla performance e, a loro modo, costituiscono il bagaglio di un calciatore. Una delle difficoltà principali è quella di parametrare e contestualizzare ciò che cerchiamo.
I ragazzi e il loro sviluppo
Se il nostro riferimento è un torneo provinciale o un torneo nazionale la valutazione non potrà essere uguale. Un ragazzino può avere o meno delle qualità, a seconda di ciò che la situazione richiede. Il torneo parrocchiale avrà una base di possibili calciatori molto larga che, di volta in volta, diventerà meno ampia se la ricerca riguarderà una selezione regionale, nazionale o addirittura internazionale. Nei ragazzi, lo sviluppo fisico e psicologico è influenzato da diversi fattori che fanno sì che il talento possa palesarsi in tempi e modalità diverse. Spetterà al tecnico osservare ciò che ancora non c’è, avere la pazienza di aspettare senza fretta e, soprattutto, senza soffocare l’estro dei nostri piccoli calciatori.
Riscoprire il cortile e la strada
Per tale motivo, ho sempre pensato che i bambini debbano essere lasciati liberi di esprimere la propria fantasia in maniera naturale. Senza condizionamenti e senza che il tecnico metta paletti tattici che ne limitino l’espressione. Proviamo a spiegare meglio quest’affermazione: la mia idea è che i bambini debbano riscoprire il cortile e la strada. Come quando si giocava per ore e il dribbling era il pane quotidiano. Mentre l’errore principale di oggi è quello di allenare 12 bambini come fossero adulti, cioè da squadra, in maniera omogenea. Proviamo, piuttosto, a stimolare la gioia del gioco senza vincoli precisi: ciò che è semplice non è semplicistico.
Mister Neri / Riconoscere il talento: le esercitazioni
Alla Scuola Calcio Champions Acireale propongo: 1 contro il portiere; 1 contro 1; 2 contro 2; 1 contro 2; rondo e giochi di posizione. In tali esercitazioni, toccheranno il pallone un’infinità di volte, a rotazione continua degli avversari, cosicchè tutti si confrontino tra loro. Il campo da gioco deve essere di dimensioni ridotte per consentire un elevato numero di tocchi di palla: le forme dei mini campi variano costantemente, con alternanza continua di fase di attacco e difesa e la preferenza per esercitazioni come i rondo, in forme e modalità sempre diverse. Più si cresce in età, più utilizzo i giochi di posizione: l’abilità del tecnico consiste nel dare il giusto grado di difficoltà alle esercitazioni. Un compito troppo facile non è allenante, così come un compito troppo difficile creerebbe solo stress e frustazione.
Tornando alla domanda d’origine: sappiamo riconoscere il talento?
Sicuramente il bambino dotato riesce a leggere le situazioni che proponiamo in maniera brillante e intuitiva e, talvolta, trova soluzioni che sorprendono per velocità e adattamento. Il periodo di latenza tra la domanda e lo stimolo motorio può anche essere estremamente breve: il campioncino arriva molto prima degli altri e spesso anticipa anche le risposte del tecnico. Negli sport situazionali a variabili multiple (palla, avversari, ambiente, equilibrio), la risposta tecnica non è ciclica ma aperta, per cui la reazione agli stimoli è estremamente complessa. La partita viene giocata in anticipo nel proprio cervello: il talento non ragiona con razionalità (troppo lenta e prevedibile) ma va per circuiti neurali rapidissimi e immediati.
Il bambino tenderà ad imitare le gesta tecniche dei suoi campioni
Tutto ciò genera una serie di connessioni tra le aree cerebrali stimolando la neuroplasticità del cervello grazie ai neuroni a specchio. Il ruolo dei neuroni a specchio è determinante nella costruzione di nuovi schemi motori speciali: si attiva una sincronia tra ciò che si osserva e ciò che si esegue e il tutto avverrà con estrema naturalezza. Se proviamo a chiedere ad un bambino talentuoso come riesce ad eseguire un determinato gesto tecnico, non saprà spiegarlo, ma è il primo passo verso la costruzione di un atleta evoluto.
Il talento
Ha la capacità di fissare nella memoria percettiva e motoria un’abilità, di migliorarla in maniera evidente e costante, è molto esigente con sé stesso e i compagni. Gioca con leggerezza e semplicità, rende facile il difficile, fino a raggiungere la completa consapevolezza dei propri mezzi. Quante volte ci siamo trovati di fronte ad un ragazzino che prova le giocate con alto grado di difficoltà senza paura di sbagliare? Magari sbaglia 10 palle prima di trovare quella giusta che, però, gli dà la soddisfazione massima. E’ proprio in quelle 10 palle sbagliate, negli errori, che il mister dovrà saper osservare e valutare cosa nascondono quei piccoli fallimenti.
La passione è la base di tutto
Infine, ma non certo per ultimo, vorrei ricordare un fattore determinate che alimenta il talento: la passione e la fortissima determinazione nel raggiungere lo scopo, vero motore di ogni attività umana. Il nostro atleta è in uno stato mentale e psicologico perfettamente integrato all’ambiente in cui si trova. E’ presente alla situazione e questa condizione lo gratifica: l’allenamento, la partita, tutto quello che fa per raggiungere l’obiettivo soddisfa i suoi bisogni. Al mister e agli istruttori, l’importante compito di individuare, favorire e potenziare il talento senza imbrigliarlo in sterili tatticismi .
Diploma universitario I.S.E.F. Palermo; Laurea triennale in scienze motorie e specialistica in ” Scienze e tecniche dello sport”; Master in “metodologia del l’allenamento e del fitness”; master in “esercizio fisico prevenzione e riabilitazione”; educatore professionale e docente di educazione fisica. Istruttore qualificato di giovani calciatori e iscritto all’albo settore tecnico F.I.G.C.; responsabile attività motoria per disabili presso centro di riabilitazione neuro-motoria ed istruttore ginnastica correttiva, fitness e nuoto presso centri specializzati.