Cosa dovrebbe contenere e quali metodi dovrebbe utilizzare la seduta di allenamento della nostra Scuola Calcio? E’ la domanda ricorrente che faccio a me stesso e al mio staff alla Scuola Calcio Champions di Acireale. Negli anni, mi sono dato diverse risposte e altre sono pronto a darmene in futuro. Perché credo che la metodologia dell’allenamento sia un processo fluido che coinvolge diverse discipline sempre in evoluzione. Per rispondere a questo quesito abbiamo provato a studiare e selezionare delle aree di intervento modulabili e riconoscibili che riteniamo indispensabili in questo gioco.
Allenamento / Metodi per fare con cura Scuola Calcio
E’ nato così V.I.R.T.U., acronimo di 5 lettere che contiene le qualità allenabili secondo la nostra filosofia. Significa, come ho spiegato indicando l’educazione al pensiero come primo impegno di un allenatore: Veloce di pensiero; Intelligente; Rapido; Tecnico; Universale. Tornando alla domanda d’origine, credo che per allenare questi 5 parametri la nostra seduta debba contenere almeno quattro elementi:
- La presenza del pallone;
- La presenza dei compagni;
- Quella degli avversari;
- La presenza di una situazione di gara.
Questi elementi devono essere, tutti o in parte, presenti nelle nostre esercitazioni.
Allenamento / Quali metodi per fare Scuola Calcio?
Metodologicamente, il calcio è uno sport estremamente complesso, ad abilità aperte e situazionali. La prestazione è quindi multifattoriale e il nostro giovane calciatore esegue un gesto tecnico in rapporto a:
- 10 compagni;
- 11 avversari;
- 1 pallone;
- alla tattica;
- al contatto fisico;
- al giocare il pallone con i piedi;
- a fattori psicologici ed ambientali.
Se mettiamo insieme tutte queste componenti, ci rendiamo subito conto che i fondamentali richiesti non sono quelli di un giocoliere da strada o un freestyler. Ma devono essere specifici, quindi inseriti in un contesto di gioco. Con questo, non voglio ovviamente escludere le forme analitiche dell’insegnamento, che reputo coadiuvanti nel processo di crescita del giovane calciatore.
Allenamento / Metodi di Scuola Calcio: insegnamento analitico o situazionale?
Oggi la tecnologia affianca il lavoro degli allenatori e ne ruba sempre di più lo spazio e la scena. L’uso di strumenti come Gps, match analysis, misuratori di forza e quant’altro supporta il lavoro sul campo. E’ parte importante del coaching di ognuno di noi. Il tecnico però, non deve perdere la capacità di osservazione empirica. Bisogna parlare tanto con i nostri allievi, capirne paure e bisogni. Mentre purtroppo in molti pensano che il dialogo con i propri calciatori sia quasi una perdita di tempo, una dimostrazione di debolezza. Io la ritengo invece una grande dimostrazione di forza. Se l’esecuzione di un gesto tecnico diventa facile o demotivante, il processo allenante raggiunge il suo plateau.
Sarà una perdita di tempo insistere con esercitazioni analitiche davanti ad una fila di cinesini. Il ragazzo dovrà essere allenato in modo “situazionale”. Quando il fallimento di un ”fondamentale” riguarda invece un blocco di varia natura, tecnico, coordinativo o di ritmo, mi sembra più opportuno scomporre il movimento e provare ad eliminarne o limitarne il blocco. L’allenamento diventa analitico e globale. In questo contesto un aspetto risalta subito all’occhio: la disponibilità di tempo dedicata agli allenamenti, secondo me troppo poco, sia al campo ma anche a scuola. L’educazione motoria è infatti oggi relegata agli ultimi posti in termini di importanza nelle priorità dell’istruzione in Italia. Ma questo è un altro discorso.
Quali fattori influenzano in negativo la qualità dell’apprendimento?
Quello che manca oggi ai nostri bambini è il calcio in strada, nei cortili , negli oratori. Manca la fantasia motoria completamente fagocitata da smartphone e computer. Manca la destrezza e l’agonismo di ore e ore a dribblare e tirare in porta. Semplicemente manca il contatto con la palla. Sarebbe interessante poter confrontare le ore passate con il pallone tra i piedi di un ragazzino degli anni ’70 con uno degli anni 2000: il paragone, credo, sarebbe impietoso.
Quale metodologia di lavoro ci consente di avere una proposta stimolante per i nostri bambini?
Quale metodo potrebbe rispondere alle esigenze sport specifiche e contenere i principi del modello che, alla Scuola calcio Champions, riteniamo indispensabili per la crescita dei nostri allievi? Nella scelta del nostro coachng partiamo dal profilo identificativo del giovane calciatore. Riteniamo che la permorfance possa essere fortemente influenzata e migliorabile attraverso queste esercitazioni:
- Giochi di posizione;
- 1 c Portiere / 1 c 1/ 2 c 1 / 2,c 2
- Small sided games;
- Rondos;
- Mini partite, gioco libero.
Questi giochi danno valore al possesso palla in situazione di gara.
Allenamento / Metodi per fare Scuola Calcio: i giochi di posizione
In particolare, il 2 contro 2 più 2 jolly è l’esercitazione d’elite alla nostra scuola calcio. Nelle categorie superiori del calcio giovanile, usiamo anche 3 vs 3 più 3 jolly, poi via a salire fino alle prime squadre. In forma dinamica si allena la ricezione e trasmissione della palla. Si tratta di un esercizio didatticamente perfetto per insegnare la differenza tra passaggio in appoggio e passaggio filtrante e consente di giocare in parità ed inferiorità numerica. Possibili varianti sono la posizione in campo dei jolly, i tempi di gioco e le dimensioni del campo.
Esercitarsi con una metodica competitiva quindi nell’uno contro il portiere, uno vs uno, 2 vs 1 e 2 vs 2 consente di stimolare duelli continui, finta e dribbling, tiro in porta e contrasto. Queste esercitazioni sono fortemente motivanti per i ragazzi e consentono di sviluppare personalità e responsabilità. Anche qui è possibile variare tempi di gioco, dimensioni e forme dei campi, posizioni di partenza dei difendenti.
Il gioco come metodo educativo
Quando parliamo di Small sided games, significa che nei giochi a tema non diamo soluzioni ma creiamo il problema da risolvere. Mettiamo cioè una condizione (goal valido su triangolazione, su sponda, gioco a 1,2 o 3 tocchi). Invece ad esempio i Rondos sono dei possesso palla su un campo di diverse forme e dimensioni, ove si gioca in spazi ristretti. Utilizziamo spesso i rondos sia in fase di riscaldamento che come parte dominante della seduta: in questo caso i contenuti dei rondos sono più articolati. La nostra proposta prevede:
4 vs 1 su campo quadrato, gioco a un tocco;
3 vs 1 su campo quadrato, occupazione dei lati del quadrato ad angolo retto lasciando un angolo libero;
5 vs 1 su campo quadrato o avale con dai e vai;
5 vs 2 su 4 campi di color diverso il mister indica il campo dove giocare;
4 vs 1 o 5 vs 2: dal rondo al situazionale inseriamo una o due porte.
Quando pensiamo poi a mini partite e gioco libero, organizziamo tanti mini campi ove ruotano tutti i bambini. Queste partite consentono di organizzare tornei tra i bimbi: sono altamente coinvolgenti, anche perché diamo poco recupero tra una partita e l’altra.
La comunicazione
Ritengo la comunicazione tra tecnici e tra tecnici e calciatori fondamentale nel coaching moderno. Per tale motivo adottiamo il modello che ho dettagliato, definito S.F.E.R.A.. Un modello non nostro, ideato dal prof. Giuseppe Vercelli, che affianca e sorregge il modello tecnico nella ottimizzazione della performance. In particolare, durante il briefing iniziale si fissano gli obiettivi della seduta. Mentre in quello finale si fa un resoconto dei risultati ottenuti. In questi momenti, l’aspetto cognitivo e autovalutativo viene stimolato attraverso domande utili. Cosa intendo per domande utili? Nel briefing iniziale non mi limiterò a chiedere “come state?”: sarebbe domanda inutile in quel momento perché risponderebbero subito “bene” a prescindere.
Ma chiederò loro di dirmi come sono stati nell’ultimo allenamento. Quale esercitazione li abbia coinvolti maggiormente e dove siano state le difficoltà maggiori. Chiederò dunque loro di pensare e pensarsi. Il tempo di latenza della risposta, attiva, una serie di processi di concentrazione dai quali partire per esporre brevemente il lavoro del giorno. Cosi il briefing finale, servirà ad abbassare l’energia in eccesso e ripercorrere con la mente i momenti della seduta attivando memorie e passioni , la gioia per la realizzazione di un goal, o di un esercizio svolto bene. Entrambi i momenti iniziali a finali saranno molto brevi 3/ 4 minuti al massimo ma di enorme importanza nell’attivare una serie di connessioni neurali indispensabili per la crescita tecnica del ragazzo.
Tornare al gioco
Proviamo a far giocare di più i nostri ragazzi. Puntiamo sull’aspetto emozionale, liberiamo le nostre sedute di allenamento da inutili parole che servono soltanto a rubare tempo e risorse al gioco, vero fulcro di crescita. Non è necessario copiare il calcio iper professionistico con riunioni e sedute tattiche interminabili: servono davvero? Con equilibrio, torniamo a quella semplicità che, forse, è già la cosa più difficile da fare.
Diploma universitario I.S.E.F. Palermo; Laurea triennale in scienze motorie e specialistica in ” Scienze e tecniche dello sport”; Master in “metodologia del l’allenamento e del fitness”; master in “esercizio fisico prevenzione e riabilitazione”; educatore professionale e docente di educazione fisica. Istruttore qualificato di giovani calciatori e iscritto all’albo settore tecnico F.I.G.C.; responsabile attività motoria per disabili presso centro di riabilitazione neuro-motoria ed istruttore ginnastica correttiva, fitness e nuoto presso centri specializzati.