Il Carnevale 2013 in Acireale si è vissuto in un clima di semplicità, improntata a schietta allegria e a scherzi piccoli o di un certo spessore, che gli hanno dato un tono di glamour irresistibile, attraendo soprattutto quanti sono venuti da ogni parte d’Italia.
I sette carri allegorico-grotteschi con le loro tipiche maschere, le allegorie, i loro significati frizzanti, che andavano a colpire a segno, per quindici giorni non hanno stancato gli acesi coinvolti in un’atmosfera surreale, che, annullando divisioni di classi sociali, fa scoprire ai partecipanti molte verità occulte e dona la gioia profonda, che affonda le sue radici nella convinzione della sostanziale uguaglianza umana.
E’ stato molto ammirato il carro del compianto Giovanni Coco, fuori concorso, “Noi che…”, immesso in circuito dai suoi tre giovani figli, Salvo, Rossana e Camillo: la maschera del carrista, in primo piano, richiama alla memoria la simpatica figura di Coco, innamorato di Acireale, in grado di impegnarsi in modo straordinario per il Carnevale sin dall’età di sedici anni.
Per diciotto volte si è qualificato al primo posto nella premiazione. Indimenticabili i carri “Un diavolo per capello” del 1989; “Prendi il largo, Sicilia” del 2001; “Non è vero, ma ci credo” del 2003; “Voglia di primavera” del 2005; “Non aprite quella porta” del 2011; “Noi che…” del 2012.
Il nostro concittadino, protagonista anche per i festeggiamenti della Patrona Santa Venera, ricoprì nell’anno 2000 la carica di deputato della Reale Cappella; assieme ad altri suoi colleghi, si distinse nella costruzione della candelora degli Artigiani, benedetta da mons. Giuseppe Malandrino nel 1998. Fu anche consigliere comunale. L’associazione Filatelica e Numismatica Acese ha onorato la sua memoria con una dettagliata mostra fotografica di tutti i carri allestiti lungo la sua carriera, nella 16^ mostra del Carnevale di Acireale 2013.
Ecco cosa dice di Giovanni Coco il presidente, dott. Rosario Bottino: “Giovanni Coco è stato uno dei più grandi innovatori del Carnevale acese: è riuscito a sdoganarlo dall’ambito provinciale e regionale, lanciandolo in ambito nazionale. Nel 2006 ha promosso il gemellaggio con il Carnevale di Viareggio e con quello di Venezia, ottenendo che venissero esposti sia costumi e maschere veneziani sia maschere di politici, in vetro resina, di Viareggio, nell’ex Chiostro di via Marchese di San Giuliano. Con lui si favorirono scambi culturali riguardanti tecniche di lavoro. Portò anche due carri smontati e poi rimontati a Viareggio e a Milano per il Carnevale ambrosiano, che si festeggia la domenica successiva alle Ceneri. Fu innovatore nelle scenografie: novità assoluta “Ci vorrebbe un amico” del ’96, con una grandiosa maschera, mai vista tale, dell’altezza di dodici metri. Sul retro del carro apponeva informazioni utili sulla tematica. Giovanni Coco, un vulcano d’idee, era sempre disponibile per chiarimenti e consigli, in una simpatica competizione con gli altri carristi. Nella nostra associazione siamo riusciti a pubblicizzare il Carnevale con le cartoline dei carri di varie edizioni. Siamo stati sempre in sintonia.”
Anna Bella