San Valentino con Umberto Orsini. Le sue innumerevoli fan sono avvertite. L’affascinante mattatore sarà il protagonista del prossimo appuntamento di “Doppia scena”, il ciclo di incontri organizzato dal Teatro Stabile di Catania e dalla Libreria MondadoriDiana, che ospiterà l’evento giovedì 14 febbraio alle ore 17,30. Interverrà il direttore del Teatro Stabile, Giuseppe Dipasquale. A coordinare l’incontro sarà la giornalista Caterina Andò.
Fascino a parte, Orsini continua a mietere premi e successi per il suo impegno artistico, frutto di colte letture, e sempre arricchito da profonda meditazione storica, filosofica, etica. A “Doppia scena” – informa una nota stampa – il grande attore incontrerà il pubblico etneo per presentare la sua più recente fatica teatrale. È infatti ancora una volta ospite del Teatro Stabile di Catania con un testo brechtiano dal forte ed esplicito impegno civile, “La resistibile ascesa di Arturo Ui”, impietosa satira sulla presa del potere di Adolf Hitler. Comicità grottesca e feroce denuncia del totalitarismo connotano un capolavoro di sicuro impatto, che ben si inserisce nel cartellone intitolato da Giuseppe Dipasquale all’«arte della commedia» per sondare e decriptare l’attuale crisi di risorse e valori.
L’allestimento è in programmazione alla Sala Verga dal 13 al 24 febbraio. A firmare la regia è Claudio Longhi, le scene sono di Antal Csaba, i costumi di Gianluca Sbicca. Le musiche originali di Hans-Dieter Hosalla s’intrecciano a composizioni di autori vari, tra i quali spiccano Chopin, Eisler, Strauss figlio e naturalmente Kurt Weil. Accanto ad Orsini agisce un folto cast che anima una pièce di cui si contano in Italia poche ma significative edizioni. Uno dei lasciti più decisivi della stagione teatrale novecentesca è infatti rappresentato, senza ombra di dubbio, dal teatro di Bertolt Brecht: pietra di paragone per ogni sperimentazione successiva e oggi classico indiscusso e riconosciuto a livello internazionale.
“La resistibile ascesa di Arturo Ui” è una parabola satirica sull’avvento del nazismo nella Germania dei tardi anni Venti e dei primi anni Trenta. Quando ormai la Seconda guerra mondiale si sta combattendo da due anni, Brecht ritorna alle origini di uno sfacelo politico che stava costando il peggio a milioni di esseri umani e, a se stesso, da nove anni, l’esilio. Il drammaturgo avvia perciò un’indagine sui meccanismi perversi del potere e della demagogia: la riflessione sfocia in un allucinato e macabro affresco che, con un facile meccanismo allegorico, egli ambienta non già in Europa, teatro reale del disastro, bensì oltreoceano, in una fantastica Chicago, nella quale ripercorre le fasi della costruzione del consenso per Adolf Hitler sulla falsariga di quelle dell’ascesa criminale di Al Capone. “La resistibile ascesa di Arturo Ui” sviluppa così un apologo feroce e violento sull’intreccio terribile e puntuale di economia e terrore, gangsterismo politico e consenso di massa.