Mentre iniziamo progressivamente, si spera, l’era post covid, in piena era social sono i post con i vaccini a smarcarsi con evidenza sul web. Quante volte sui social abbiamo visto le foto dei nostri amici o dei nostri conoscenti, corredate dalla scritta: “Se non posti la foto, non fa effetto”. Ricevere il vaccino diventa un momento speciale che tutti devono vedere, quasi come se gli altri fossero i testimoni dell’evento. Fin dal primo momento, la notizia della scoperta dei vaccini ci ha risollevati da quella sensazione di totale impotenza di fronte ad una pandemia sconosciuta. I media ci hanno informati che presto le dosi sarebbero state fruibili e la nostra speranza, intorpidita e assonnata, si è riaccesa. Infatti cosi è stato: a dicembre 2020, sono iniziate le prime somministrazioni. Inutile dire la gioia di quanti hanno creduto nella scoperta del vaccino e di quanti erano in attesa di poterlo ricevere.
Post Covid / Selfie coi vaccini, felici se immunizzati
Ormai in tantissimi in questi ultimi mesi si stanno sottoponendo alla vaccinazione e non vedevano l’ora di raccontarlo a tutti. O magari di farsi immortalare durante l’inoculazione. In questi giorni mi ha fatto molto riflettere, e perché no, anche sorridere, l’articolo pubblicato da huffingtonpost, firmato da Silvia Renda, che racconta la gioia dei “vaxinisti”. Quante volte sui social abbiamo visto le foto dei nostri amici o dei nostri conoscenti, corredate dalla scritta: “Se non posti la foto, non fa effetto”. Ricevere il vaccino diventa un momento speciale che tutti devono vedere, quasi come se gli altri fossero i testimoni dell’evento.
Si cerca la visibilità
Sulle bacheche di Instagram, Facebook, Twitter. Le foto fanno il giro delle più popolari app di messaggistica istantanea come ad esempio Whatsapp o Telegram, volendo ricordare una vecchia pubblicità: “se non ti vaccini godi soli a metà”. Il vaccino si presenta come una moda o una tendenza e gli stessi influencer sono diventati i portavoce della campagna vaccinale. Aggiungerei per fortuna, vista la necessità di sensibilizzare la componente “no vax” e la componente “ni vax” che hanno avuto un peso non indifferente. La domanda cult, che serve ad iniziare ogni dialogo, è uguale per tutti: “Ti sei vaccinato?” Se la risposta è positiva, segue: “Con quale casa farmaceutica: Pfizer, AstraZeneca, Moderna o Johnson?” Poi parte il terzo grado sui possibili effetti collaterali: “ma tu ha avuto la febbre? hai avuto dolori? Come stai?”
L’iter ormai si ripete quotidianamente e più volte al giorno
L’articolo di Huffington post ci avverte che i quotidiani del giorno in cui è stato comunicato l’arrivo del vaccino oggi costano quasi 50 euro. I vecchi oggetti, dalle penne ai camici, con i loghi Pfizer e AstraZeneca hanno raggiunto su Ebay cifre molto alte e anche il Guardian ha parlato di questo fenomeno. “La pandemia ha portato una frenesia di collezionismo”, ha detto al quotidiano britannico il dottor Dimitrios Tsivrikos, psicologo dei consumatori, “La gente pensa che questi oggetti potrebbero essere preziosi tra 10 anni, ma li comprano anche come un modo per prendere il controllo su quella che è stata una situazione molto difficile”. Insomma le magliette con il logo, o i gadget di diverso tipo, dichiarano la volontà della persona di essersi affidata alla casa farmaceutica di sua fiducia.
“Prima della pandemia, non molte persone avevano sentito parlare di Pfizer”
Così assicura un ex dipendente statunitense dell’azienda al Guardian. Tutti vorrebbero ricevere il Pfizer. Perché l’opinione pubblica si è convinta che sia quello più efficace e con minori effetti collaterali e questo è un dato negativo. Pfizer trasformato in brand, che diventa l’unico oggetto del desiderio, può diventare un problema per tutti gli altri sieri che verrebbero demonizzati. Basta riflettere sul caso AstraZeneca per comprendere l’allarmismo che si è generato in Italia e nel resto d’Europa. Tra gli effetti positivi, nonostante la situazione assurda in cui ci troviamo, la connotazione fashion del vaccino ha attirato sostenitori, scongiurando molti timori dovuti ad una comunicazione confusa e a tratti incomprensibile.
Post Covid / Dall’ingiustificato terrorismo, ai vaccini come trend
Più di una volta ho dichiarato che non si può far vivere la gente nel terrore ed è necessario che ogni tipologia di allarme sociale vada fermato, evitando di fomentare nuove angosce e nuove paure. Chi ha messo in atto un’opera di “terrorismo psicologico” ingiustificato non ha compreso quali sono i rischi a cui siamo andati, e andiamo ancora oggi, incontro. E non ha riflettuto adeguatamente sul male che ha causato alle categorie più deboli e indifese. Io stesso ho analizzato ogni tipo di fake news che si è diffusa in quest’ultimo anno, evidenziandone la totale assurdità. È bello vedere la gente tornare a sorridere. E ben venga l’idea che vaccinarsi sia il trend da seguire. Almeno per una volta, postare le proprie foto sui social serve ad una buona causa.
Francesco Pira
Delegato del Rettore alla Comunicazione all’Università di Messina, dove insegna comunicazione e giornalismo ed è coordinatore didattico del master in social media manager del Dipartimento di Civiltà antiche e moderne.