Il Camino de Santiago è un pellegrinaggio che dalla Francia porta a Santiago de Compostela, intrapreso per motivi religiosi o personali. E’ uno dei pellegrinaggi più famosi del mondo, che ha come meta la cattedrale di Santiago de Compostela. La cattedrale si trova in Galizia, regione della Spagna, eretta in omaggio a San Giacomo il Maggiore. E’ una vera e propria esperienza di vita che permette di staccare dalla vita quotidiana e immergerti nella parte più profonda di te stesso facendoti condividere momenti intensi lungo questo viaggio con molte altre persone.
Camino de Santiago / Storia e origini
San Giacomo il Maggiore fu uno dei dodici apostoli. Come recita la Legenda Aurea, dopo l’ascesa di Gesù al cielo, San Giacomo il Maggiore inizia la sua opera di evangelizzazione della Spagna fino nelle regione della Galizia. Rientrato in Palestina, viene decapitato intorno all’anno 44 d.C. Secondo la leggenda, viene sepolto in Galizia. Si narra che il suo corpo venne trasportato da una barca di angeli sulle coste del mare sotto un cielo stellato. E da qui pare sia nato il nome Compostele, ovvero da Campus stellae, cioè “cielo stellato”. Il pellegrinaggio a Compostela divenne uno dei più grandi pellegrinaggi del cristianesimo medievale a partire dall’XI secolo. Gli Itinerari per Santiago sono stati dichiarati il primo “Itinerario Culturale Europeo” dal Consiglio d’Europa nel 1987. Dal 2013 attira ogni anno più di 200.000 pellegrini, con un tasso di crescita di oltre il 10% all’anno.
Antonella Vicari ha deciso di raccontarci la sua esperienza che dalla Sicilia l’ha portata a percorrere il Camino de Santiago (via Francese).
Cosa è significato per te il Camino de Santiago?
E’ stata una conferma alle domande che mi ero posta. Sono una persona che pecca di autostima: l’idea di partire era quella di mettere alla prova il mio fisico e la mia mente per vedere fin dove riuscivo ad arrivare. E’ stata una sfida contro me stessa, una scommessa che mi ha portata a crescere personalmente e spiritualmente.
Cosa ti ha spinto a partire?
Dopo questo periodo passato in casa a causa della pandemia da coronavirus, un video trovato sul web ha ispirato questo viaggio. Da quel momento ho cominciato a organizzare il viaggio, con la voglia di staccare dalla monotonia della vita quotidiana e partire per ritrovarmi e provare esperienze nuove. Ho conosciuto tante persone lungo il cammino, tra le quali tantissimi italiani. Già a Saint Jean Pied de Port ho incontrato due Italiani con i quali abbiamo creato un gruppetto di viaggio. E’ un’esperienza che ti permette di conoscere tantissime persone e condividere con loro esperienze di vita. Anche questo fa parte del cammino.
E’ difficile trasmettere questo ai tuoi cari, quando comunichi la decisione di intraprendere questa esperienza. Inizialmente le persone a me vicine non hanno condiviso a pieno, ma fortunatamente dopo hanno compreso. Inoltre molti “pellegrini” affrontano il viaggio con l’obiettivo di nutrire la propria spiritualità. La mia invece è stata un’avventura a tutti gli effetti, volevo buttarmi e vedere fin dove sarei riuscita ad arrivare.
Quali sono stati i momenti emotivamente più forti?
Tra i tanti momenti, sicuramente la mia infiammazione al tendine tibiale è stata un’esperienza difficile. Sono addirittura arrivata a pensare di continuare in macchina. Ma mi sono intestardita e, con le mie forze, ho proseguito il mio percorso. Caldo, avversità ed imprevisti hanno comunque contribuito a rendere il viaggio impegnativo, ma ho stretto i denti e sono arrivata alla tappa finale. Il momento più bello è stato arrivare a Santiago. Mi sono sentita felice e soddisfatta. Il sollievo di aver raggiunto la tappa finale è stato emozionante. Nell’insieme però, il mio cammino mi ha permesso di conoscere tante persone nuove e raggiungere la soddisfazione di aver sconfitto dolori fisici e mentali pur di raggiungere la mia meta. Ricordo che all’inizio del cammino l’adrenalina era forte. Camminando e con il passare dei giorni subentrava poi la curiosità di apprezzare ed ammirare le bellezze che offriva il cammino.
In conclusione, cosa ti porti dal cammino?
Ho imparato che se credi in te stesso, tutto è possibile. La forza di volontà e la voglia di fare stanno alla base di tutto. L’essermi persa durante il cammino, per esempio, mi ha permesso di affinare le mie capacità di orientamento e di razionalità per mantenere la calma. Consiglio a chiunque voglia intraprendere questa esperienza, di farlo senza pensarci troppo. Viaggiate, partite e scoprite posti nuovi. Ti racconto un aneddoto: tra una città ed un’altra mi sono trovata senza acqua e cibo. Ho deciso di deviare dal percorso per trovare una fontana dove poter riempire le mie bottiglie. Ciò che ho notato è stato che tutte le persone del posto si affacciavano dalle finestre per segnalarmi che ero fuori strada. Questo a testimonianza del fatto che non si è mai soli a fare il cammino. L’empatia delle persone supera ogni difficoltà.
Christopher Scollo